descrizione

Perché gocce di armonia? Armonia significa sovrapposizione, incontro, combinazione di suoni diversi. Suonare insieme vuol dire anche ascoltare l'altro per potersi migliorare, per poter sentire la musica con l'altro, per poter costruire insieme. Questo è quello che cerco di fare con i miei studenti: creare armonia, insegnando quanto ascoltare e ascoltarsi sia importante per imparare e conoscere insieme, insegnante inclusa.
Speriamo di comporre, goccia dopo goccia, un mare di sinfonie …
Voglio ringraziare la mia amica Cristina per l'aiuto e l'incoraggiamento, senza di lei questo blog non avrebbe mai avuto inizio. Grazie Crì

Il materiale presente nel blog è stato pubblicato con il permesso dei genitori dei ragazzi.

23 dicembre 2011

IA Affile, I diritti dei bambini: i bambini e la guerra

Continuiamo il nostro percorso sui diritti dei bambini                                 Ogni singolo argomento verrà  affrontato sempre con una serie di lezioni che si svolgeranno in due fasi.
  1. analisi di testi e documenti di diverso genere
2. produzione di testi da parte dei ragazzi

I FASE: ANALISI DI TESTI, DOCUMENTI...

Il nostro percorso prosegue con un argomento non facile da affrontare: 
I BAMBINI E LA GUERRA








Bambini e guerra significa 
bambini che vivono nella guerra 
e ne subiscono le conseguenze, ma significa anche e purtroppo 
bambini che partecipano attivamente alla guerra
bambini reclutati in improvvisati eserciti e costretti a combattere. 
Proprio da questa terribile realtà è partito il nostro discorso.


1. lettura di due articoli sui  bambini soldato e precisamente i bambini "Erba", bambini, che dopo essere stati rapiti, vengono costretti a fare il soldato...



Questo il racconto di un ex bambino soldato


i ragazzi hanno letto gli articoli ed elaborato delle domande di comprensione dei testi, alle quali hanno risposto a vicenda per approfondire e comprendere meglio gli articoli, che, sebbene fossero semplici, proponevano argomenti non proprio leggeri.

2.lettura di due testi poetici e primo incontro con la Convenzione dei diritti del fanciullo, con la lettura di alcuni articoli scelti







Bertold Brecht, I bambini giocano
I bambini giocano alla guerra.
E' raro che giochino alla pace
perché gli adulti
da sempre fanno la guerra,
tu fai "pum" e ridi;
il soldato spara
e un altro uomo
non ride più.
E' la guerra.
C'è un altro gioco
da inventare:
far sorridere il mondo,
non farlo piangere.
Pace vuol dire
che non a tutti piace
lo stesso gioco,
che i tuoi giocattoli
piacciono anche
agli altri bimbi
che spesso non ne hanno,
perché ne hai troppi tu;
che i disegni degli altri bambini
non sono dei pasticci;
che la tua mamma
non è solo tutta tua;
che tutti i bambini
sono tuoi amici.
E pace è ancora
non avere fame
non avere freddo
non avere paura.

F. SOLOGUB, SEMPLICE CANZONETTA 
Sotto le aguzze
lance di guerra,
cadde un bambino,
cadde un bambino per terra.
Bimbo diletto
che nulla sai,
alla tua casa
tu non ritornerai mai.
Tu non sapesti
fuggire via,
ed ora giaci,
giaci là in mezzo alla via.
Il gran cavallo
dell'ufficiale
proprio sul cuore
ti fece ancora più male.
Bimbo diletto
che nulla sai,
alla tua casa
tu non ritornerai mai.


Luca scrive:
"I bambini non giocano alla pace, ma giocano alla guerra perché vedono gli adulti. Loro sparano e ridono mentre un altro uomo muore, questa è la guerra.
Si dovrebbe inventare un altro gioco per far sorridere il mondo, non per farlo piangere.
Pace vuol dire che tutti i bambini dovrebbero giocare insieme e quindi che dobbiamo essere tutti amici.
Pace è anche non avere freddo, non avere fame, non avere paura, ma soprattutto non sentirsi soli.


Articolo 1: I bambini sono esseri umani di età inferiore ai 18 anni. Compiuti i 18 anni, sei adulto e hai gli stessi diritti dei tuoi genitori, degli insegnanti o dei vicini di casa. Esistono paesi dove i bambini ricevono i diritti degli adulti prima dei 18 anni. 








Articolo 6: Ogni bambino ha il diritto alla vita. [...]












Articolo 22:  Ci sono bambini che devono abbandonare il loro paese. Scappano dalla guerra, dalla fame, dal bisogno. [...] Nel nuovo paese, hanno diritto a una protezione e a un aiuto speciali. [...]











Articolo 28: I bambini hanno il diritto di imparare ciò che interessa loro e ciò di cui hanno bisogno per vivere con gli altri. Per rispondere a questo diritto, tutti i paesi del mondo hanno le scuole. [...]










Articolo 38: Ci sono paesi dove i bambini sono 
soldati e devono andare in guerra. Ma la guerra non è gioco, e ai bambini deve venire risparmiato di parteciparvi come soldati.  Quando in un paese c’è la guerra, i bambini, le donne e gli anziani hanno diritto a una protezione particolare.








Articolo 39: Ci sono bambini che, a dispetto delle leggi, vengono torturati, maltrattati o sfruttati, altri devono partecipare alla guerra. Tutti loro hanno conosciuto i mali peggiori. Questi bambini hanno il diritto di venire risarciti. Ciò significa che ricevono aiuto medico, tempo per parlare e per riprendersi.












La lettura e l'analisi dei testi è stata particolarmente coinvolgente, i ragazzi sono partiti da alcune parole-chiave per poi esprimere le loro impressioni, emozioni e riflessioni ... una lezione completamente aperta ... stavamo accumulando pensieri ... 

3. Lettura della poesia I bambini imparano ciò che vedono della poetessa Dorothy Law Nolte e di testimonianze di ex bambini soldato; ascolto della canzone di Giorgio Gaber Non insegnate ai bambini

Queste lezioni sono state particolarmente interessanti, perché se da una parte i ragazzi sono rimasti colpiti dal tema, dai fatti (erano molto curiosi)...i testi proposti quasi a concludere il percorso intendevano mettere in evidenza le responsabilità degli adulti...

COME CI SI DEVE COMPORTARE PER DARE IL BUON ESEMPIO? 
CHI DEVE AIUTARE UN BAMBINO? 
UN BAMBINO LO PUO' FARE DA SOLO? 
COSA DEVONO FARE GLI ADULTI?
COME DEVE VIVERE UN BAMBINO?

Giorgio Gaber Non insegnate ai bambini



I bambini imparano ciò che vivono

Se i bambini vivono con le critiche, imparano a condannare
Se i bambini vivono con l'ostilità, imparano a combattere
Se i bambini vivono con la paura, imparano a essere apprensivi
Se i bambini vivono con la pietà, imparano a commiserarsi
Se i bambini vivono con il ridicolo, imparano a essere timidi
Se i bambini vivono con la gelosia, imparano a provare invidia
Se i bambini vivono con la vergogna, imparano a sentirsi colpevoli
Se i bambini vivono con l'incoraggiamento, imparano a essere sicuri di sé
Se i bambini vivono con la tolleranza, imparano a essere pazienti
Se i bambini vivono con la lode, imparano ad apprezzare
Se i bambini vivono con l'accettazione, imparano ad amare
Se i bambini vivono con l'approvazione, imparano a piacersi
Se i bambini vivono con il riconoscimento, imparano che è bene avere un obiettivo
Se i bambini vivono con la condivisione, imparano a essere generosi
Se i bambini vivono con l'onestà, imparano a essere sinceri
Se i bambini vivono con la correttezza, imparano cos'è la giustizia
Se i bambini vivono con la gentilezza e la considerazione, imparano il rispetto
Se i bambini vivono con la sicurezza, imparano ad avere fiducia in se stessi e nel prossimo
Se i bambini vivono con la benevolenza, imparano che il mondo è un bel posto in cui vivere



Questa volta abbiamo lavorato sul lessico e abbiamo cercato di comprendere il significato dei termini importanti usati dalla Nolte

Ma il momento più toccante è stata la lettura delle testimonianze, le ho lette io per fare in modo che si concentrassero di più, mentre i ragazzi dovevano sottolineare i passi più toccanti.

Testimonianze

«Hanno picchiato mio padre e poi lo hanno arrestato. In realtà non mi hanno costretto veramente a seguirli, mi hanno solo chiesto se volevo farlo e io l'ho fatto.» John, Liberia 


«Ho deciso di seguirli, non sapevo dove andassero» Fatimata, Sierra Leone

«Mia sorella più grande era malata. Uno dei miei fratelli era troppo piccolo e l'altro si era appena sposato. Questi sono stati i motivi per cui mi sono arruolata. Qualcuno doveva fare questo sacrificio e io in famiglia ero la meno indispensabile.» Betty, Sri Lanka 

«Dopo ciò i ribelli divennero la mia famiglia e facevo qualsiasi cosa in mio potere per accontentare il comandante.» Daniel, Liberia

«Il mio compito inizialmente era quello di portare la torcia per i ribelli adulti. Poi mi è stato insegnato ad usare le granate. In meno di un mese trasportavo i fucili AK47 e persino i G3.» Georges, Burundi

«Ho visto persone con le mani mozzate, una bambina di 10 anni rapita e uccisa, e molti uomini e donne bruciati vivi... molte volte ho pianto solo nel mio cuore perché non potevo farmi vedere.» Sarah, Sierra Leone 

«Pensavamo che i ribelli avessero il diritto di dirci cosa dovevamo fare.» James, Sierra Leone 

«Ci davano tonnellate di droga tutto il tempo, per farci sentire forti e coraggiosi e per obbedire ai loro ordini, non importava quali fossero. Spesso prendevo oppio e valium. Penso che siano molte le cose che non riesco a ricordare a causa della droga che ci davano. Ero come controllato da demoni. Ma io so che sono quello che ha commesso di tutto e mi sento male quando penso a tutto ciò che ho fatto. Non esiste niente peggio della guerra.» Henri, Liberia 

«La prima volta è stato difficile uccidere. Poi è diventato più facile, hai meno paura...Ora quando sono arrabbiato a volte penso: perché non lo uccido?» Marie, Uganda, intervistata da Karin Badt

«Uccidere persone e vederle morte distrugge quel sentimento umano che ti fa prendere cura degli altri.» Oscar, Sierra Leone

«Si vergognano e agli occhi delle loro famiglie sono impure.» Memunatu Bangura, 


«Voglio diventare qualcuno all'interno del Governo, un politico, così posso prendermi cura del mio paese e del mio popolo» Philipp, Papua Nuova Guinea 

«Non ho mai trascurato o abbandonato le mie sorelle. Il loro benessere è la cosa più importante per me. Ho imparato molte cose qui al Centro: giardinaggio, attività di costruzione. Qui studio anche. Adesso voglio completare i miei studi così potrò trovare un lavoro. Voglio diventare un'insegnante, questo è il mio desiderio. Ho capito che posso cambiare la mia vita. Voglio vivere una vita di pace.»
Sylvia, Filippine 


4. Visione del film Il bambino con il pigiama a righe




La visione del film è stata molto toccante e moltissime sono state le domande dei ragazzi (...un gruppetto mi ha fatto 27 domande!).
A volte non è stato facile rispondere...









II FASE: PRODUZIONE DI TESTI
I testi sono stati scritti completamente in classe, il lavoro è stato soprattutto di immedesimazione, anche se graduale:
- intervista a un ex bambino soldato, quindi con produzione di domande e poi di risposte
- la giornata di un bambino soldato/i ricordi di un bambino soldato


2 dicembre 2011

IA allitterazione, non sense e limerik

Inizia il percorso all'interno della poesia e con i ragazzi abbiamo giocato un po' con i suoni. 

Rispolverando testi e canzoni ci siamo avvicinati a questa figura retorica, l'allitterazione, cioè







LA RIPETIZIONE DI UN SUONO (VOCALE O CONSONANTE) O DI UNA SERIE DI SUONI IDENTICI IN PAROLE DIVERSE, ALL’INTERNO DELLO STESSO VERSO O DI VERSI SUCCESSIVI O DI UN TESTO IN PROSA

Allitterazione deriva dal latino adlitterare, che significa appunto "allineare le lettere"








I ragazzi hanno lavorato per gruppi ben affiatati ed i loro primi esperimenti 


ESERCIZIO
Dopo aver scelto una lettera costruiamo catene di parole allitteranti, ad esempio:
pane, paese, pacifico, peste , pericolo, pastello, pantano, pallore, pastore, pecore, pallino, prato, passo, perdere, pasto, panca, pancia, pandemonio, pagano, pasta, paga, paniere, pena, pescatore, pesce,……………

proviamo a costruire una breve composizione, in prosa o in versi, utilizzando le parole trovate...il NON SENSE è quasi d'obbligo ;-)

Ecco cosa è venuto fuori ;-) devo dire che sono stati a dir poco bravissimi, provate un po' voi lettori del blog a scoprire che suoni hanno scelto di usare e provate a fare altrettanto.

C'era una volta un topo al quale piaceva uscire sempre dalla sua tana che era un tronco a forma di tappo di tamburo. Un giorno udì un tonfo provenire dal tetto del camino di  un tavolo di un tubo. Finito di mangiare il timballo e il tiramisù, si incuriosì e andò a vedere quel tubo che era fatto di tartufo. Dopo dieci minuti si ricordò che doveva fare i compiti e allora tornò a casa. Lesse il diario dove c'era scritto: matematica, fare tabella ed italiano, disegnare la strada da casa a scuola, così prese l'astuccio e vicino al termosifone, vedendo la televisione e giocando con il telecomando iniziò a fare i compiti. Finì al tramonto, quando le trote e le tigri si pulirono i piedi sul tappeto e si misurarono la febbre con il termometro. Mentre la tartaruga guardava dalla finestra il tirannosauro sotto la cascata che si faceva asciugare gli schizzi d'acqua con la tovaglia dal Gatto con gli stivali, la stella di Matera prese il trapano e formò i crateri della luna, che assomigliavano a una forchetta e un coltello. Vedendo l'ora gli venne voglia di cucinare, guardò il cartellone del menù e cucinò. Finito il dolce, la squisita torta al martello, accese la torcia e augurò a tutti la buonanotte!
ELISA, ANDREA, GIORGIO E SAVERIA

C'era la luna
che vestiva di lana
con una lama si tagliò
ed una lumaca arrivò
la lecce-lecca mangiava
ed una lucertola si avvicinava,
la limonata beveva
e la lasagna gustava.
Un lombrico con furia veniva
e il ladro tutto vedeva
una lanterna rubò
e per la strada una lucciola incontrò
che i piatti con la lavastoviglie lavava
ed il latte riscaldava
con la lava del vulcano.
Intanto nel lago una luce brillava
era un lumino che illuminava
e la legna nel fuoco bruciava
e la lacrima dall'occhio del bambino scendeva
la mamma la lacca spruzzava
ed un lampo nel cielo scoppiava.
Un piccolo bimbo la caramella ai lamponi gustava
mentre larghe labbra delle altre baciavano
e in una laguna un lampione lampeggiava.
ELISA, GABRIELE, NICO E GIULIA

Marco e Luca vivevano in una casa con un cane e un cavallo, vicino alla Costa del Caffè, dove c'era un coccodrillo affamato di cacao che tracannava a rotta di collo. A lui piacevano anche le verdure come il cavolo che inzuppava nel cacao. Luca quando aveva caldo era calmo, Marco quando vedeva un canarino gli veniva l'acquolina e beveva chili di coca-cola. Marco era un campione a costruire castelli con carta e colla che contenevano gli acquedotti tutti del colore della campana, con un camino con di fronte una campagna. C'era anche una collana, dentro un carro, che stava andando dentro un cavo, colmo di colpa e di coraggio con sopra dell'inchiostro.
CAMILLA, LUCA, RICCARDO E NICOLO'

In un lago di mille bolle blu lillà, vicino ad un castello, c'era un alieno di nome Lancillotto che portava pillole e "fallone" (pane tipico del paese, fatto con la farina di grano gialla) ed un leone di nome Luca Callari che portava un pisello e un coltello giallo. L'alieno Lancillotto aveva le pile scariche, ma basta una lancia, la lana del lino e le pile di luce splendono. Di lunedì c'era un nasello di nome Lello che portava sulla luna: palloni, pilastri, cartelloni e cloro.
LUCIA, GIACOMO, EMANUELE E CHIARA


Alcune prove individuali con il nonsense e il limerik


Era la notte di Natale
ma non tutti stavano male.
In particolare la signora Violante
che era molto esuberante
aveva bevuto un goccetto di troppo
ed era moscia come un pioppo.
Questo è il Natale di Violante
donna moscia ma esuberante.
 Elisa

                                                         

Carla,la cartolaia carina,
sta passando una buona mattina
perché é il giorno di natale
e per Carla é davvero speciale.

Cammina,cammina e incontra un regalo
molto carino,
che piace al suo bambino
(anche se non ha alcun piccino)

E’ una cartolaia eccitata per amore ,
che non viene dentro il suo cuore.
E’ una cartolaia sbadata,
anche se è molto amata.
                                                
                                         Lucia


Il padrone e gli animali

Un giorno
un padrone disse al gatto :-adesso torno

il gatto
era molto matto

nel frattempo
doveva trovare un passatempo

usci dalla finestra
come gli aveva insegnato la sua maestra

una civetta
molto stretta

vidi un topo
che le chiese di andarsene dopo

la civetta le sparò un complimento
e disse alla faccia di chi non ha il mento

si fermò a guardare il manto
di un cavallo e disse adesso ci monto

disse il topo io invece sono santo
a che serve divertirsi tanto

uscì dallo zoo un elefante
grosso quanto un gigante

una tigre guidava la moto
mise sotto il topo

un gorilla
mangiava una certa Camilla

 la rigetta
mezza fetta J

tornò il padrone
e disse  al gatto sei un cafone

quel Natale
molto fatale
passato insieme alla specie animale
L-J

Chiara

Il gatto con la giacca gialla

Girava una volta a Genova un gatto grande e grosso che indossava una giacca gialla come quella di nonna Giovanna.
Era goloso di gelati, granite e mangiava ghiaccioli a non finire.
Non giocava con la gente perché non era intelligente.

Saveria