descrizione

Perché gocce di armonia? Armonia significa sovrapposizione, incontro, combinazione di suoni diversi. Suonare insieme vuol dire anche ascoltare l'altro per potersi migliorare, per poter sentire la musica con l'altro, per poter costruire insieme. Questo è quello che cerco di fare con i miei studenti: creare armonia, insegnando quanto ascoltare e ascoltarsi sia importante per imparare e conoscere insieme, insegnante inclusa.
Speriamo di comporre, goccia dopo goccia, un mare di sinfonie …
Voglio ringraziare la mia amica Cristina per l'aiuto e l'incoraggiamento, senza di lei questo blog non avrebbe mai avuto inizio. Grazie Crì

Il materiale presente nel blog è stato pubblicato con il permesso dei genitori dei ragazzi.

11 settembre 2016

Siamo i luoghi che viviamo

geografia: accoglienza  classe seconda 





“Potrei parlare per ore di questa casa, del giardino. Conosco tutto, so dove sono le vecchie porte, tutto, i muri dello stagno, tutte le piante, il posto di tutte le piante, conosco anche il posto delle piante selvatiche, tutto”.

da I miei luoghi di Marghuerite Duras


ARRIVEDERCI FRATELLO MARE
Varna, 1951 
Ed ecco ce ne andiamo come siamo venuti
arrivederci fratello mare
mi porto un po' della tua ghiaia
un po' del tuo sale azzurro
un po' della tua infinità
e un pochino della tua luce
e della tua infelicità.
Ci hai saputo dir molte cose
sul tuo destino di mare
eccoci con un po' più di speranza
eccoci con un po' più di saggezza
e ce ne andiamo come siamo venuti
arrivederci fratello mare.
Nazim Hikmet



Il Galileo portava mille e seicento passeggieri di terza classe, dei quali più di quattrocento tra donne e bambini: non compresi nel numero gli uomini dell’equipaggio, che toccavan quasi i duecento. Tutti i posti erano occupati. La maggior parte degli emigranti, come sempre, provenivano dall’Italia alta, e otto su dieci dalla campagna. Molti Valsusini, Friulani, agricoltori della bassa Lombardia e dell’alta Valtellina: dei contadini d’Alba e d’Alessandria che andavano all’Argentina non per altro che per la mietitura, ossia per metter da parte trecento lire in tre mesi, navigando quaranta giorni. Molti della Val di Sesia, molti pure di que’ bei paesi che fanno corona ai nostri laghi, così belli che pare non possa venir in mente a nessuno d’abbandonarli: tessitori di Como, famigli d’Intra, segantini del Veronese. Della Liguria il contingente solito, dato in massima parte dai circondari d’Albenga, di Savona e di Chiavari, diviso in brigatelle, spesate del viaggio da un agente che le accompagna, al quale si obbligano di pagare una certa somma in America, entro un tempo convenuto. Fra questi c’erano parecchie di quelle nerborute portatrici d’ardesie di Cogorno, che possono giocar di forza coi ma- 25 schi più vigorosi. Di Toscani un piccolo numero: qualche lavoratore d’alabastro di Volterra, fabbricatori di figurine di Lucca, agricoltori dei dintorni di Firenzuola, qualcuno dei quali, come accade spesso, avrebbe forse un giorno smesso la zappa per fare il suonatore ambulante. C’erano dei suonatori d’arpa e di violino della Basilicata e dell’Abruzzo, e di quei famosi calderai, che vanno a far sonare la loro incudine in tutte le parti del mondo. Delle province meridionali i più erano pecorari e caprari del litorale dell’Adriatico, particolarmente della terra di Barletta, e molti cafoni di quel di Catanzaro e di Cosenza. Poi dei merciaiuoli girovaghi napoletani; degli speculatori che, per cansare il dazio d’importazione, portavano in America della paglia greggia, che avrebbero lavorata là; calzolai e sarti della Garfagnana, sterratori del Biellese, campagnuoli dell’isola d’Ustica. In somma, fame e coraggio di tutte le province e di tutte le professioni, ed anche molti affamati senza professione, di quelli aspiranti ad impieghi indeterminati, che vanno alla caccia della fortuna con gli occhi bendati e con le mani ciondoloni, e son la parte più malsana e men fortunata dell’emigrazione. Delle donne il numero maggiore avevan con sé la famiglia; ma molte pure erano sole, o non accompagnate che da un’amica; e fra queste, parecchie liguri, che andavano a cercar servizio come cuoche o cameriere; altre che andavano a cercar marito, allettate dalla minor concorrenza con cui avrebbero avuto a lottare nel nuovo mondo; e alcune che emigravano con uno scopo più largo e più facile. A tutti 26 questi italiani eran mescolati degli Svizzeri, qualche Austriaco, pochi Francesi di Provenza. Quasi tutti avevan per meta l’Argentina, un piccolo numero l’Uruguay, pochissimi le repubbliche della costa del Pacifico. Qualcuno, anche, non sapeva bene dove sarebbe andato: nel continente americano, senz’altro: arrivato là, avrebbe visto. C’era un frate che andava alla Terra del Fuoco.

da Sull'oceano di Edmondo De Amicis


PAESE D'ESSENZE LONGITUDINALI
Cominciamo dal principio, dal Cile, quella terra remota che pochi sono 
in grado di localizzare sull'atlante, perché è il posto più lontano dove si 
possa andare senza cadere giù dal pianeta. "Perché non vendiamo il Cile e 
ci compriamo qualcosa più vicino a Parigi?" domandava uno dei nostri 
scrittori. Nessuno capita per caso da quelle parti, per quanto possa essersi 
perso, anche se molti visitatori decidono di rimanerci per sempre, 
affascinati dalla terra e dalla gente. È il punto finale di tutte le rotte, una 
lancia nel Sud del Sud America, quattromilatrecento chilometri di colline, 
vallate, laghi e mare. Così la descrive Neruda nella sua appassionata
poesia:
Notte, neve e sabbia disegnano la forma
della mia patria sottile,
tutto il silenzio giace nella lunga linea,
tutta la spuma straripa dalla barba marina,
tutto il carbone la colma di misteriosi baci.
Questa terra affusolata è come un'isola, separata dal resto del continente, 
a nord dal Deserto di Atacama, il più arido del mondo, come amano dire i 
suoi abitanti, anche se probabilmente non è vero, perché in primavera una 
parte di questo calcinaccio lunare indossa un manto di fiori, come un 
meraviglioso dipinto di Monet; a est dalla Cordigliera delle Ande, 
imponente massiccio di rocce e nevi perenni; a ovest dalle coste scoscese 
dell'Oceano Pacifico; a sud dal solitario Antartico. Questo paese, dalla 
topografia drammatica e dai climi diversi, pieno di ostacoli capricciosi e 
scosso dai sospiri di centinaia di vulcani, che si estende come un miracolo
geologico dai rilievi della cordigliera agli abissi del mare, è unito dal 
profondo senso di nazionalità dei suoi abitanti.


Isabel Allende
IL MIO PAESE INVENTATO



Io ho provato a essere i luoghi che ho vissuto, ora tocca a voi.


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