descrizione

Perché gocce di armonia? Armonia significa sovrapposizione, incontro, combinazione di suoni diversi. Suonare insieme vuol dire anche ascoltare l'altro per potersi migliorare, per poter sentire la musica con l'altro, per poter costruire insieme. Questo è quello che cerco di fare con i miei studenti: creare armonia, insegnando quanto ascoltare e ascoltarsi sia importante per imparare e conoscere insieme, insegnante inclusa.
Speriamo di comporre, goccia dopo goccia, un mare di sinfonie …
Voglio ringraziare la mia amica Cristina per l'aiuto e l'incoraggiamento, senza di lei questo blog non avrebbe mai avuto inizio. Grazie Crì

Il materiale presente nel blog è stato pubblicato con il permesso dei genitori dei ragazzi.

27 settembre 2011

IIIA Patria 2: Memorie dal Risorgimento

Per rivivere e comprendere la storia di giovani come voi che hanno combattuto per il loro paese, che ancora non avevano, che sono morti per degli ideali, vorrei aiutarvi a riviverne il contesto.

1814-15 Congresso di Vienna: sovrani e imperatori decisero di tornare sui loro troni e di cancellare con un colpo di spugna la Rivoluzione Francese e Napoleone Bonaparte

L'Europa dopo il Congresso di Vienna

Congresso di Vienna











Ma i capi di Stato non erano riusciti a cancellare gli ideali, quelli non si possono cancellare e i romantici sognatori continuarono a riunirsi di nascosto, a parlare di politica, a stampare manifesti con idee che erano ritenute sovversive e rivoluzionarie, senza la paura di carceri austriache, vaticane o borboniche, di torture o esecuzioni sommarie. 

L'aria si era fatta irrespirabile, la censura, i soldati..., le cospirazioni, ma anche la voglia di combattere e di crederci

e per l' "aria" le idee si diffondevano in modo diverso

tra i vicoli, per le strade, sui campi di battaglia, nelle case e nei cuori si fischiettavano....

Sì, perché la musica ha un forte potere, pensiamo alla tromba della carica su un campo di battaglia! e pur non volendolo in modo esplicito molti musicisti divennero importanti punti di riferimento per i giovani rivoluzionari.
Ricordiamo per esempio che sui muri di Milano si scriveva VIVA V.E.R.D.I. acronimo per dire viva Vittorio Emanuele Re D'Italia


e sempre in modo "nascosto" per parlare di invasori e popoli oppressi si preferiva cantare il sentimento di libertà affidandolo alle voci di altri popoli vissuti in altre epoche
(ricordiamoci la censura austriaca)

così coloro che andavano a teatro (ci si andava per ascoltare musica, ma all'epoca anche per avere un luogo isolato, al buio ottimo per poter "fare le cose di nascosto") ne uscivano carichi di sentimenti patriottici

ascoltiamo qualche esempio




Questo è il coro "Guerra! Guerra! Le italiche selve" dalla Norma di Vincenzo Bellini


Norma è una sacerdotessa dei druidi, popolo soggetto ai romani (non vi sto a raccontare la storia d'amore...ora) ma in questo coro lei incita alla battaglia il suo popolo contro i romani invasori 


guardate il testo



Guerra, guerra! Le galliche selve 
Quante han querce producon guerrier.
Qual sul gregge fameliche belve
Sui Romani van essi a cader.
Sangue, sangue! Le galliche scuri
Fino al tronco bagnate ne son
Sovra i Flutti del Ligeri impuri,
Ei gorgoglia con funebre suon.
Strage, strage, sterminio, vendetta!
Già comincia, si compie, si affretta.
Come biade da falci mietute
Son di Roma le schiere cadute.
Tronchi i vanni, recisi gli artigli,
Abbattuta ecco l'aquila al suol.
A mirar il trionfo dei figli
Ecco il Dio sovra un raggio di sol.

Non c'è dubbio: chi usciva dal teatro usciva carico di odio, fiducia, voglia di libertà, sentite la potenza del coro, delle voci insieme, le trombe, il ritmo concitato....una specie di droga, unita poi alle parole. Faccio notare il riferimento all'aquila, simbolo del potere di Roma e poi dell'impero e poi.....poi vediamo.

Andiamo avanti




Non poteva mancare questo coro...famosissimo, il "Va' pensiero" dall'opera di Giuseppe Verdi Nabucco

Anche qui la storia di un popolo oppresso e di uno oppressore, gli Ebrei, che sognano la libertà volando sui ricordi della loro patria, e i Babilonesi che li assoggettarono. Nabucco, anzi Nabucodonosor è il nome del re babilonese.

Va, pensiero, sull'ali dorate;
Va, ti posa sui clivi, sui colli,
Ove olezzano tepide e molli
L'aure dolci del suolo natal!
Del Giordano le rive saluta,
Di Sïonne le torri atterrate...
Oh mia patria sì bella e perduta!
Oh membranza sì cara e fatal!
Arpa d'or dei fatidici vati,
Perché muta dal salice pendi?
Le memorie nel petto riaccendi,
Ci favella del tempo che fu!
O simile di Solima ai fati
Traggi un suono di crudo lamento,
O t'ispiri il Signore un concento
Che ne infonda al patire virtù!
Tristi parole, desiderio di libertà, desiderio di riuscire a sopportare il dolore e farne una virtù.
Amo particolarmente questo video, la regia è stupenda, i cantanti-attori magistrali devo dire molto commovente e la prima volta che l'ho visto mi sono chiesta: Può essere che il Va' pensiero duri così tanto? e certo! c'è il bis!

Immaginate che la prima volta che Verdi mise in scena quest'opera (1842 al Teatro La Fenice di Venezia) il pubblico si alzò in piedi cantando e sventolando bandierine tricolori, davanti ai rappresentanti increduli dell'imperatore austriaco.

Ma ci pensate!!! alla prima dell'opera tutti già conoscevano il coro!!! una specie di tormentone, di disco per l'estate, di festival di Sanremo

Insomma musica dalla forte carica emotiva, musica che parla al cuore, che spinge ad agire.
  
Una curiosità: c'era a quel tempo una canzone molto orecchiabile, che tutti gli eserciti in battaglia cantavano al momento della carica e per tutti .... intendo proprio tutti; si tratta di una canzone milanese dal titolo La bella Gigogin.

Il testo non ha nulla di risorgimentale ma il ritornello con le parole dàghela avanti un passo incitava i soldati. Si racconta che alla battaglia di Magenta entrambi gli schieramenti, austriaco e francese, si fronteggiarono al suono di questa canzone....forse ignari che la polenta a cui il testo fa riferimento era, per i rivoluzionari italiani, il fondo giallo della bandiera austriaca ;-)

Insomma, di canzoni del Risorgimento ce ne sono molte, moltissime, penso che ne abbiate compreso lo spirito, ma manca forse quella più importante che si sussurrava al fronte per farsi coraggio, opera di un giovane patriota morto giovanissimo in battaglia: Goffredo Mameli. 



Sì, è il nostro inno nazionale intitolato Il Canto degli Italiani per tutti noi Inno di Mameli, ma ne è passato di tempo perché lo divenisse, infatti venne riconosciuto  come inno ufficiale della nostra Nazione solo nel 1946, dopo la seconda guerra mondiale al momento di scrivere la Costituzione.


Il Canto però era conosciuto e apprezzato da tempo, tanto che già nel 1862 Verdi lo aveva inserito nel suo Inno delle Nazioni accanto alla Marsigliese e A God save the Queen.

Vi faccio notare che anche in questo testo si parla di un' "aquila"  questa volta però il riferimento è all'impero austriaco
Già l'Aquila d'Austria
le penne ha perdute



Insomma: il nostro percorso a ritroso nel tempo proseguirà, vi ricordo che abbiamo iniziato a riflettere sulle parole di Calamandrei (giusto per non perdersi) concentrandoci sugli ideali di giovani combattenti, sul sentimento di patria...

scopriremo a breve insieme le prossime tappe del nostro viaggio... 

Volevo ringraziare ufficialmente la professoressa Elena Bittasi per la consulenza musicale.

IIIA Patria 1 : Il sentimento della patria

La mia terza sta ripassando il Risorgimento, l'argomento è stato affrontato dai ragazzi l'anno scorso sulla scia dei festeggiamenti per l'Unità d'Italia, ma questa nuova prof (un po' pignola e forse rompiscatole, cioè io) vuole fare il punto della situazione e così, armati di coraggio e pazienza, partiamo sulla scia dei "possibili" ricordi ma anche delle possibili novità. Novità? 
Vogliamo cominciare dalla fine? Sì, in realtà questa lezione già l'ho fatta, ma cercheremo di arricchirla soprattutto porteremo il discorso dove voi lo avete trascinato, prendendo spunto dalle curiosità che ogni giorno avete.

"Ma prof. è mai possibile che questi ragazzi partivano per andare a combattere senza pensarci due volte? Io non lo farei mai"


Abbiamo perso il valore della partecipazione? Abbiamo dimenticato o non sappiamo cosa significa lottare per le proprie idee? Non riusciamo a comprendere perché tante persone si sono immolate per dei valori?


"Cosa sarà mai che spinge l'uomo a picchiare il suo re"?




Cosa sarà che fa crescere gli alberi e la felicità, 
che fa morire a vent'anni anche se campi fino a cento.
Cosa sarà a far muovere il vento a far fermare il poeta ubriaco
a dare la morte per un pezzo di pane o per un bacio non dato
Oh, cosa sarà, che ti svegli al mattino e sei serio
che ti fa morire di dentro di notte 
all'ombra di un desiderio, cosa sarà.
Che ti spinge ad amare una donna bassina e perduta
la bottiglia che ti ubriaca anche se non l'hai bevuta.
Cosa sarà che ti spinge a picchiare il tuo re 
che ti porta a cercare il giusto dove giustizia non c'è.
Cosa sarà che ti fa comprare di tutto 
anche se è di niente che hai bisogno
cosa sarà che ti strappa dal sogno
Oh cosa sarà. Che ti fa uscire di tasca dei no, non ci sto
che ti getta nel mare e ti viene a salvare, oh, cosa sarà.
Che dobbiamo cercare, che dobbiamo cercare.
Cosa sarà che ti fa lasciare la bicicletta sul muro
e camminare la sera con un amico a parlare del futuro.
Cosa sarà questo strano coraggio, paura che ci prende
e ci porta ad ascoltare la notte?che scende. Oh cosa sarà?
Quell'uomo e il suo cuore benedetto
che è sceso dalle scarpe e dal letto, si è sentito solo.
E' come l'uccello che è in volo, 
come l'uccello che è in volo si ferma e guarda giù.



Ce lo vogliamo almeno chiedere?


Ho risposto al ragazzo con parole simili a quelle che seguono (o giù di lì...con qualche cosa in più, con qualche esperienza in meno) e dalla fine noi ripartiremo.

« Se voi volete andare in pellegrinaggio nel luogo dove è nata la nostra Costituzione, andate nelle montagne dove caddero i partigiani, nelle carceri dove furono imprigionati, nei campi dove furono impiccati. Dovunque è morto un Italiano per riscattare la libertà e la dignità, andate lì, o giovani, col pensiero, perché lì è nata la nostra Costituzione. »

Piero Calamandrei, Discorso ai giovani tenuto alla Società Umanitaria, Milano, 26 gennaio 1955






Parole forti quelle di Calamandrei, importanti, che ci faranno riflettere non poco durante il nostro percorso, ma vogliamo riempire insieme gli anni che vanno dal Risorgimento, fino al 1947 anno di nascita della nostra Costituzione, recuperando quello spirito quel senso di Patria quella passione della quale si parla nel discorso?



PATRIA=LA TERRA DEI PADRI



"Proprio verso la metà del secolo, nel 1948, l'Italia, riconquistate le sue libertà e la sua dignità, seppe stipulare un patto nuovo fra tutti i suoi figli, la Costituzione repubblicana. In quel patto è confluita tutta la nostra storia, con le sue lotte per la democrazia, per la giustizia, per l'unità della Patria. A testimonianza ed eredità del passato, a guida dello slancio verso il futuro"

(Carlo Azeglio Ciampi, Messaggio di fine anno agli italiani, Palazzo del Quirinale 31 dicembre 1999)

Viaggiamo sulla scia del sentimento patrio...della nostra storia

Stiamo parlando di giovani che si immolarono per il bene di quella patria che ancora non avevano e allora vi propongo un giuramento, lo stesso che dovevano pronunciare coloro che decidevano di entrare nella GIOVINE ITALIA, associazione fondata da Giuseppe Mazzini, e che non potevano avere più di 40 anni.





è difficile per noi, per voi immaginare l'ardore e il sentimento di questi coraggiosi ragazzi...noi viviamo giorno dopo giorno le loro conquiste, ma forse non ne siamo pienamente consapevoli. 


Che ne dite di riflettere insieme? Cerchiamo di trovare questa linea rossa che unisce le due epoche: stiamo parlando del Risorgimento e del secondo dopoguerra, partiamo proprio dai due documenti proposti.









IA San Vito Romano oggi IIA: Complimenti!!!

Che bello tornare a scrivere sul blog con queste notizie;-)

La classe IA (oggi IIA) di San Vito Romano si è classificata terza al concorso del WWF "Esperienze di Biodiversità" con un elaborato del progetto Ambienti@moci 
faccio gli auguri a tutti i ragazzi e ancora complimenti per l'impegno che ci avete messo e il lavoro svolto. 
Ecco il vostro diploma di merito ;-) e..............................


la vostra prof
ciaoooooooooooooo