di Simona Martini
Il giorno 5 marzo presso l’Istituto Comprensivo di Colleferro 1 si è tenuto un incontro di formazione per gli insegnanti, organizzato dal presidio Libera Angelo Vassallo di Colleferro.
Sono intervenuti la professoressa Antonella Romani, dirigente scolastico dell’Istituto Comprensivo Colleferro 1, Eva Pastorelli del presidio Libera Colleferro, Michele Gagliardo, responsabile area scuola di Libera Formazione ed Elisa Crupi anch’essa di Libera Formazione.
Numerosi i docenti intervenuti provenienti da diverse scuole di ogni ordine e grado di Colleferro e di paesi limitrofi.
Diversi docenti della Scuola primaria e secondaria dell’Istituto Comprensivo Giacomo Matteotti 11 di Cave hanno partecipato all’ incontro, che è risultato essere un valido momento di confronto con colleghi diversi soprattutto in vista del Concorso Regoliamoci, indetto dall’Associazione Libera Nazionale, al quale la scuola di Cave partecipa.
Tema centrale della giornata di formazione è stato l’importanza di un legame e di una sinergia tra la scuola e il territorio. Eva Pastorelli e la dirigente Antonella Romani hanno ribadito come, in poco tempo ed esattamente dal 2012, il Presidio di Colleferro, recentemente dedicato alla memoria di Angelo Vassallo, abbia lavorato molto, stabilendo una costruttiva e significativa collaborazione con le scuole della cittadina di Colleferro.
Incisivo l’intervento del professor Gagliardo, formatore e coordinatore del gruppo Abele. La scuola si deve aprire al territorio e questa apertura deve comunque produrre un cambiamento, ma gli educatori hanno il dovere di contribuire ad una formazione della persona che sia umana e civile. La società di oggi, esordisce il professore, è ormai colonizzata da una cultura sbagliata, la cultura della competizione e dell’individualismo, la cultura della delega, una società nella quale si fa leva sulla disuguaglianza e si aspetta che altri facciano per noi. All’interno di questa società non c’è alcuno spazio per la condivisione e la collaborazione, una cultura – educazione sbagliata che ti taglia fuori da ogni prospettiva di futuro se non sei “dentro”, se non vivi come vivono gli altri, se non segui questo modello. Di fronte a siffatta realtà la scuola soffre di una crisi educativa, acutizzata da un senso d’impotenza, quasi si arrende di fronte ad una società che detta le regole.
I ragazzi si sentono persi, molti non hanno interessi, prospettive, non fanno nulla, ma soprattutto le dinamiche sociali della competizione e dell’individualismo alimentano il mondo dell’illegalità, i ragazzi che vivono in contesti mafiosi non riescono a sviluppare alcuna coscienza del sé, alcun giudizio critico, non sanno relazionarsi con gli altri, costretti ad una società verticalizzata, gerarchica.
Dovere della scuola è recuperare il suo valore e ruolo educativo. Come?
In primo luogo riflettendo sull’educazione in atto, su quale idea di uomo, donna, città, scuola, lavoro si vuole educare, intervenendo su quale educazione sbagliata si abbia.
Molto importante sarebbe poi aprire uno spazio di lavoro critico, costruttivo e sperimentale tra tutti i docenti; il confronto è necessario per poter poi riflettere sulle diverse realtà territoriali e intervenire di conseguenza.
Infine il professor Gagliardo ha ribadito la necessità di assenza di neutralità, ognuno di noi, docenti, ha la responsabilità di fornire strumenti per sviluppare un sapere critico, tutti devono essere in grado di confrontarsi criticamente con la realtà e le proposte di cambiamento che verranno dalla scuola e dall’Associazione.
Necessario il legame con il luogo in cui si vive, il mondo serve per imparare, ma occorrono gli strumenti giusti per osservarlo criticamente.
La scuola quindi come promozione umana e sociale, emancipazione, una scuola che deve riappropriarsi del suo valore.
Numerosi gli interventi dei docenti presenti, interessanti per un confronto e una conferma insieme, necessari per stabilire obiettivi comuni sui quali lavorare. Gli interventi hanno messo in evidenza l’interesse dei ragazzi per le problematiche sociali e il per il mondo in cui vivono; allo stesso tempo è emerso però il bisogno di una educazione alla legalità, indispensabile quanto a volte difficile da dare. Un’educazione che non è solo alle regole ma soprattutto all comprensione della società. In un mondo che cambia velocemente, come quello delle nuove tecnologie per esempio, che chiede agli educatori di adeguarsi in tempi altrettanto veloci ed essere da guida, oppure in una società dalla quale emerge spesso un senso distorto di giustizia, equità, o di valore da dare alle istituzioni. Molti educatori e docenti spesso si sentono impotenti, una goccia nel mare, di fronte alla società che il professor Gagliardo ha ben descritto, ma lavorare insieme e con obiettivi definiti e comuni sarebbe una soluzione efficace.
La giornata si è conclusa con l’intervento di Elisa Crupi dal titolo: “La verità illumina la giustizia” - Verso la XX giornata della memoria e dell'impegno in ricordo delle vittime innocenti delle mafie, intervento in vista della giornata del 21 marzo a Bologna. La dottoressa Crupi ha ribadito l’importanza della scuola come luogo di conoscenza oltre che di educazione alla legalità, importante è far conoscere alle nuove generazioni che si può lottare contro l’illegalità perché molti lo hanno fatto, Falcone, Borsellino e molti altri che è meglio non chiamare eroi, l’eroe vive nei fumetti, mentre è importante far comprendere ai giovani che tutti possiamo vivere e diffondere la legalità. Una scuola quindi che si fa memoria.
A conclusione dell’incontro l’idea della creazione di una rete di scuole in collaborazione con l’Associazione Libera e il Presidio Angelo Vassallo di Colleferro, una collaborazione sul territorio per il territorio partendo dalle scuole e dagli insegnanti. I docenti presenti hanno manifestato la loro completa disponibilità al confronto e alla collaborazione.
Intendo ringraziare la professoressa Amalia Perfetti di Libera Colleferro per la collaborazione e l’organizzazione dell’evento.
Siccome questo blog è dedicato soprattutto ai ragazzi del nostro Istituto, vorrei chiudere l’articolo con le parole di una mia alunna, una riflessione fatta durante una delle lezioni sulla legalità:
“Non dobbiamo pensare che quello che facciamo di buono sia insignificante solo perché siamo piccoli o siamo sconosciuti o facciamo poco...tante azioni buone insieme fanno tanto e cambiano il mondo, il futuro”.
Elisa Ripanti IIB
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