Prima attività: monologo interiore collettivo
Ugoooooooooooooooooooooo
Ugoooooooooooooooooooooo
Torna qui da me! L’odore del mare e il profumo del mirto ti stanno
aspettando!
Torna figlio mio!
Ahimè, non posso, il mio cuore è lì ma non posso tornare più indietro.
Lo so, non rivedrò mai più la mia casa, ma questa voce mi tormenta, mi
perseguita, mi lacera il cuore.
Tutti bravi a lodare Ulisse, ma a me chi ci pensa? Solo perché Omero
l’ha raccomandato e l’ha fatto tornare su quell’isola piena solo di sassi. Solo
nelle fiabe c’è un lieto fine.
Zacinto mia “quanto me manchi”. Non passa giorno che non pensi al
fragore delle onde, ai castelli di sabbia al tramonto, al riflesso del sole sul
mare, alle mie scottature, ai braccioli bucati, ai granchi che mi pizzicavano i
piedi, al grido di richiamo di mia madre che mi invitava a tornare a casa.
Tornerà mai tutto questo? Questa è la mia unica vita, non ne avrò mai
un’altra, non potrò più rivivere il passato! E pensare che ho scelto di andare
via. Via da cosa? Da chi? Forse sono voluto fuggire da me stesso? Ugo non
potresti mettere da parte l’orgoglio per una volta e tornare a casa? Orgoglio …
orgoglio … ma quale orgoglio? Io ho qualcosa di più grande: i miei ideali. La
mia scelta immortale.
Se davvero tutto deve finire con la morte, oh madre, posso lasciarti solo
questi versi, nella speranza di essere ricordato almeno da te che mi hai dato
la vita, una vita di tormenti.
Attività di gruppo
Le leggi e le regole che ci parlano di migranti.
Individualmente i ragazzi dovranno spiegare per iscritto gli articoli uno per uno, secondo quanto è emerso dal confronto con il gruppo.Le leggi e le regole che ci parlano di migranti.
Ricerca all’interno dei documenti dati (Costituzione della
Repubblica Italiana; Dichiarazione Universale dei diritti umani; Convenzione
dell’Infanzia e dell’Adolescenza) tutti gli articoli che affrontano la tematica
dei migranti. Completa poi la seguente tabella.
Documento
|
Numero
articolo
|
Testo
dell’articolo
|
Parole
che non conosci
|
Parole
chiave
|
... |
MIGRANTI ITALIANI
[...] L'immigrazione verso gli Stati Uniti non ebbe particolari restrizioni e regolamentazioni di flussi durante l'era pionieristica, anzi in questa fase i primi coloni bianchi operarono la conquista delle terre occidentali in mano ai nativi americani proprio grazie alla sovra immigrazione dalle patrie europee.
Solo a partire dal 1875 si cominciò a disciplinare l'ingresso escludendo certe categorie di persone come: indigenti ed analfabeti, infermi, dementi, prostitute, anarchici e comunisti. Da quell'anno il governo federale studiò diverse norme di regolamentazioni dei flussi d'immigrazione, indirizzati però ai gruppi etnici e non più all'appartenenza sociale. Queste leggi anti immigratorie erano inizialmente indirizzate a contrastare i forti arrivi provenienti dall'Asia: nel 1882 si configurava in questo contesto il Chinese Exclusion Act, che chiudeva di fatto l'apertura all'immigrazione cinese.
Le politiche d'immigrazione sempre più restrittive nei riguardi degli asiatici andarono a preferire l'arrivo degli europei, cosa che però portò con gli anni all'attuazione di norme restrittive totali o parziali anche per essi. [...]
Leonardo SCIASCIA, Il lungo viaggio
“Il viaggio durò meno del previsto: undici notti, quella della partenza compresa. E contavano le notti invece che i giorni, poiché le notti erano di atroce promiscuità, soffocanti. Si sentivano immersi nell’odore di pesce di nafta e di vomito come in un liquido caldo nero bitume. Ne grondavano all’alba, stremati, quando salivano ad abbeverarsi di luce e di vento. Ma come l’idea del mare era per loro il piano verdeggiante di messe quando il vento lo sommuove, il mare vero li atterriva: e le viscere gli si strizzavano, gli occhi dolorosamente verminavano di luce se appena indugiavano a guardare.”
Storia della migrazione italiana
LA MIGRAZIONE ITALIANA (DOCUMENTO REDATTO DA AMNESTY INTERNATIONAL)
(pp. 18 - 30) da scaricare da didattica
Lezione di riferimento: Lontano dalla Patria: quando gli italiani erano gli immigrati
Analisi di un brano tratto dal libro di Gianantonio Stella; L'orda
Lettura e analisi delle seguenti poesie:
Gli emigranti di Edmondo De Amicis
Casa di Warsan Shire
Lettura drammatizzata del seguente articolo
«Ciao, mi chiamavo Raghad. Avevo 11 anni. Ora sono in fondo al mare. Avete visto il mio zainetto?»
Link a pagine di approfondimento
...
Statistiche sulle migrazioni internazionali e sulle popolazioni di origine straniera
Non è un film quello che scorre in torno
che vediamo ogni ogni giorno che giriamo distogliendo lo sguardo.Non è un film e non sono comparse le persone disperse
sospese e diverse tra noi e lo sfondo,
e il resto del mondo che attraversa il confine
ma il confine è rotondo si sposta man mano che muoviamo lo sguardo
ci sembra lontano perché siamo in ritardo, perenne, costante, ne basta un istante,
a un passo dal centro è gia troppo distante,
a un passo dal mare è gia troppo montagna,
ad un passo da qui era tutta campagna.
Oggi tutto è diverso una vita mai vista
questo qui non è un film e non sei protagonista,
puoi chiamare lo stop ma non sei il regista
ti puoi credere al top ma sei in fondo alla lista.
Questo non è un film e le nostre belle case non corrono il pericolo di essere invase, non è un armata aliena sbarcata sulla terra,
non sono extraterrestri che ci dichiaran guerra,
son solamente uomini che varcano i confini,
uomini con donne vecchi con bambini, poveri con poveri che scappan dalla fame
gli uni sopra gli altri per intere settimane come in carri bestiame
attraverso il deserto rincorrono una via in balia dell'incerto per rimanere liberi costretti a farsi schiavi
stipati nelle stive di disastronavi
come i nostri avi contro i mostri e i draghi
in un viaggio nell'inferno che prenoti e paghi
sopravvivi o anneghi questo il confine
perché non è un film non c'è lieto fine.
Questo sembra un film di quelli terrificanti
dalla Trasilvania non arrivano vampiri ma badanti,
da santo domingo non profughi o zombie,
ma ragazze condannate a qualcuno che le trombi
dalle filippine colf e pure dal Bangladesh
dalla Bielorussia solo carne da lap dance
scappano per soddisfare vizi e sfizi nostri
loro son le prede, noi siamo i mostri
loro la pietanza, noi i commensali
e se loro son gli avanzi noi siam peggio dei maiali
pronti a divorare a sazietà
pronti a lamentarci per la puzza della varia umanità
che ci occorre, ci soccorre, ci sostenta
questo non è un film ma vedrai che lo diventa
tu stai attento e tienti pronto che al momento di girare
i buoni vincon sempre,
scegli da che parte stare.
Scegli da che parte stare,
dalla parte di chi spinge,
scegli da che parte stare,
dalla parte del mare
Scegli da che parte stare,
dalla parte del mare
Scegli da che parte stare,
dalla parte del mare
Message in a
bottle – lettera aperta a …
Immagina di dover
affidare un messaggio al mare o all’oceano. Scrivi una lettera aperta a un
destinatario di tua scelta che potrai scegliere tra i seguenti suggeriti o
inventarlo ispirandoti ai seguenti: al mare, a un
migrante del presente, a un migrante del passato, a un concetto astratto
personificato (accoglienza, discriminazione, egoismo, solidarietà …);
il testo dovrà
rispettare i seguenti punti:
- Deve essere chiaro nella tua testa e nella lettera lo scopo del tuo testo (perché lo scrivi e perché a quel destinatario).
- Dovrai avere ben chiaro il tuo punto di vista, quindi esprimerlo con fermezza sia nella condivisione sia nella contrarietà di idee con l’interlocutore.
- L’interlocutore è immaginario, quindi puoi evitare di inventare i nomi se trattasi di persona, ma puoi prevedere i suoi pensieri e le sue possibili risposte così da poterle argomentare.
- Devi dimostrare di aver studiato tutti i documenti messi a tua disposizione e analizzati in classe sulle migrazioni di ieri e di oggi.
- Dovrai concludere il messaggio all’insegna della speranza, ma non banalmente, bensì in modo originale (ad esempio tre regali da offrire al tuo interlocutore e il perché della scelta, ma sta a te essere originale)
Buon lavoro!
Nessun commento:
Posta un commento