descrizione

Perché gocce di armonia? Armonia significa sovrapposizione, incontro, combinazione di suoni diversi. Suonare insieme vuol dire anche ascoltare l'altro per potersi migliorare, per poter sentire la musica con l'altro, per poter costruire insieme. Questo è quello che cerco di fare con i miei studenti: creare armonia, insegnando quanto ascoltare e ascoltarsi sia importante per imparare e conoscere insieme, insegnante inclusa.
Speriamo di comporre, goccia dopo goccia, un mare di sinfonie …
Voglio ringraziare la mia amica Cristina per l'aiuto e l'incoraggiamento, senza di lei questo blog non avrebbe mai avuto inizio. Grazie Crì

Il materiale presente nel blog è stato pubblicato con il permesso dei genitori dei ragazzi.

31 gennaio 2012

IIIA: Esercitiamoci a riflettere e argomentare





Si parte con un nuovo esperimento, dobbiamo imparare a riflettere e ad esprimere una nostra opinione, cercando di esporre le nostre motivazioni
allora ci proviamo in diretta,
vi propongo questa semplice e profonda poesia della poetessa inglese Emily Dickinson c'è la versione inglese (il video) e segue il testo tradotto, 
prendetevi un po' di tempo e poi scrivete i vostri pensieri
è solo un modo per partire, ma mi raccomando di pensare bene prima di scrivere
usare documenti diversi per completare le vostre riflessioni

potete scrivere emozioni e riflessioni a grappolo....poi le ordineremo e io aggiornerò di volta in volta il post ok?
al lavoro





Emily Dickinson
Solitudine


Ha una sua solitudine lo spazio,
solitudine il mare
e solitudine la morte - eppure
tutte queste son folla
in confronto a quel punto più profondo,
segretezza polare,
che è un’anima al cospetto di se stessa:
infinità finita.




Lorenzo ci ha proposto questo video





ecco il testo del video:



Solitudine e capacità di amare


  
La capacità di essere soli è la capacità di amare. Potrà sembrarti paradossale, ma non lo è. È una verità esistenziale, solo le persone in grado di essere sole sono capaci di amare, di condividere, di immergersi nell’essenza più intima dell’altra persona, senza possederla, senza diventare dipendente dall’altro, senza ridurlo a un oggetto, e senza esserne assuefatto. Permettono all’altro una libertà assoluta, perché sanno che, se l’altro se ne va, saranno altrettanto felici, quanto lo sono adesso.
La loro felicità non può essere portata via dall’altro, perché non è stata data da lui. Ma allora perché vogliono stare insieme a qualcuno? Non è più un bisogno, è un lusso: godono nel condividere, hanno così tanta gioia che vogliono riversarla in qualcuno.
Sanno suonare la propria vita come un assolo: un solista di flauto sa come godersi il suo strumento in un assolo, ma se incontra un suonatore solista di tabla, si godranno la possibilità di stare insieme e creare un’armonia tra il flauto e le tabla.
Tratto da: Osho, Il velo impalpabile, Urra Edizioni

insomma...interessante come idea non so se completamente ottimistica, conta comunque la forza individuale di una persona, la capacità di farcela da solo in ogni circostanza, così che lo stare insieme diventa una gioia ulteriore vissuta senza ansia. ..vediamo cosa ne pensano i tuoi compagni...


il video mi ha fatto venire una risposta ... ma estrapolatela da questo testo ;-)



IL PINGUINO SOLO SOLO


Per la novecentosessantatremiladuesima volta il pinguino fece il giro completo dei suo iceberg. Un po' sudato per la corsa, si specchiò in una lastra levigata di ghiaccio e soddisfatto si disse:
“Non c'è dubbio: sono la creatura più bella dell'Universo”. 
Gli venne fame e si tuffò nell'acqua di un bel blu scuro appena increspata da una leggera brezza. Mangiò qualche pesciolino, poi tornò sull'iceberg. Sbadigliò e sospirò. Un'altra giornata. Uguale a tutte le altre. Tornò a sbadigliare rumorosamente e senza neppure mettersi la mano davanti alla bocca. Tanto sull'iceberg c'era solo lui e faceva quello che gli pareva.
Poteva arrampicarsi sulla punta più alta della montagna di ghiaccio e lasciarsi Scivolare fin nell'acqua. Ma non gli piaceva più come una volta. Si stese supino e cominciò a contare le nuvole. Era un altro dei suoi passatempi. Le nuvole erano anche le uniche creature a cui rivolgesse la parola.
Non che gli avessero mai risposto, naturalmente.
“Che vita noiosa, fate. Sempre in giro, di qua e di là, dove vi trascina il vento. Guardate me. Sono ancora così giovane eppure sono già padrone di un iceberg: è tutto mio.
Conoscete un altro pinguino con un iceberg tutto suo?”
Le nuvole correvano, correvano. D'altra parte un pinguino su un iceberg è poco più di un puntino nero. Il pinguino chiuse gli occhi.
“Sono il più bello, il più forte, il più coraggioso pinguino del mondo... Ma perché sono così triste?”
Grossi lacrimoni gli scorrevano sul becco. Scommetto che voi riuscite a capire il perché. Ma il pinguino non lo sapeva. Prese a singhiozzare così forte che un branco di globicefali che passava da quelle parti si spaventò tantissimo.Ma ecco che un giorno, fra le nuvole, il pinguino intravvide un puntolino nero. Piano, piano s'ingrandiva. Quindi si stava avvicinando. Il pinguino aguzzò gli occhi. Era un gabbiano e volava sempre più basso. 
Nessun gabbiano si era mai posato sul suo gelido iceberg e il pinguino era tutto eccitato dalla novità. Ma chiuse gli occhi per non darlo a vedere. Non voleva che il gabbiano si facesse chissà quali illusioni.
Il gabbiano si posò sul ghiaccio e poi cautamente si avvicinò al pinguino. Il pinguino sollevò la testa. 
“Ah!”, disse il gabbiano, “pensavo che fossi morto! Anche ieri eri lì sdraiato”.
Sì, e anche l'altro ieri, pensò il pinguino, e il giorno avanti e quello avanti ancora...
Ma era terribilmente contento che finalmente ci fosse qualcuno!
“Buongiorno”, finì col dire.
“Io mi chiamo Fortala” , aggiunse il gabbiano. “E tu, come ti chiami?”.
Il pinguino non lo sapeva. Non aveva mai avuto bisogno di un nome sull'iceberg.
“Non ho un nome”, disse.
“Che stupidaggine!”, borbottò il gabbiano.
“Tutti hanno un nome. Date le circostanze, ti chiamerò Solosolo” .
“Trovo che sia un nome magnifico”, disse il pinguino. Ma il nome risvegliò la sua interna tristezza.
Il gabbiano si mise a fargli un sacco di domande: cosa faceva lì, perché viveva da solo, come era il pesce da quelle parti. Il pinguino rispose a tutto, ma aveva poco da dire.
Dovette ammettere che si annoiava, soprattutto. 
“Ma perché non te ne vai verso la terra ferma? A neanche a mezz'ora di volo da qui. E là ci troveresti un mucchio di altri pinguini.”
Altri pinguini! Solosolo raddrizzò la testa. Doveva andare là. Mezz'ora di volo: a quanto tempo di nuoto potrebbe corrispondere? Ma che importa? Se si stancava, poteva mettersi a galleggiare. E anche se il viaggio fosse durato giorni o settimane, lui doveva andare, vi doveva arrivare.
Si fece indicare la direzione giusta e si tuffò. 
Ma Fortala gli raccomandò : “Sii prudente, Solo-solo. Tu non conosci il mare: è pieno di pericoli! E poi, il viaggio potrebbe essere lungo e faticoso: dovrai avere molto coraggio!”. 
“Non preoccuparti, Fortala” rispose Solo-solo “ E grazie di tutto! Non vedo l’ora di raggiungere i miei amici pinguini! Arrivederci, Fortala!”
“Arrivederci, Solo-solo!” rispose preoccupato Fortala, osservando il pinguino che si allontanava a nuoto.

Solo-solo nuotò per circa mezz’ora di seguito, senza fermarsi mai; poi, all’improvviso, vide un lembo di terra e pensò di essere finalmente arrivato nel paese dei pinguini amici. Purtroppo, però, quella era l’isola dove vivevano i pinguini tutti bianchi che, appena videro Solo-solo, lo circondarono ostili. “Ehi! Chi sei, tu, con quella pelle di colore nero?”
Solo-solo osservò il suo corpo: sapeva di essere nero con il petto bianco, ma il colore della pelle, per lui, non era mai stato un problema! E poi, i pinguini bianchi erano sì di colore diverso ma gli somigliavano così tanto!
“Sicuramente sarai un animale molto malvagio, nero come sei!” incalzarono i bianchi pinguini minacciosamente. 
Solo-solo cominciò ad avere paura e implorò: “No, pinguini bianchi, vi sbagliate! Io sono il pinguino Solo-solo e desidero essere vostro amico. Vi prego, credetemi!” 
Ma i pinguini bianchi, sordi alle preghiere, afferrarono il povero Solo-solo e lo scaraventarono in acqua. 
Le onde stavano per inghiottirlo quando, Solosolo, riuscì a tornare a galla e nuotò, nuotò, nuotò, fino alle stremo delle sue forze…..

 “È sfinito” , disse una voce... “È arrivato da poco”, disse qualche altro. “Chissà da dove viene, poverino”, aggiunse una vocina.
“È un pinguino molto grazioso”, disse un'altra. E una tenera carezza gli sfiorò il becco.
Solosolo era troppo stanco per raddrizzarsi. Il viaggio era durato giorni e giorni. Aveva incontrato tre terribili tempeste. Aprì gli occhi e vide la più graziosa pinguina che potesse immaginare.
“È vivo”!, dissero insieme i pinguini. “Portiamogli qualcosa da mangiare”. Sotto il becco di Solosolo, in un momento, si ammucchiarono pesci e pesciolini. Mangiò di vero gusto, circondato dai suoi nuovi amici. Si sentiva invaso da una immensa felicità.
E voi volete sapere dove si trova adesso?
Abita su una spiaggia piena di pinguini di tutti i colori. E non si chiama più Solosolo, , ma ….anzi ho deciso di non rivelarvi il suo nome perché… sono sicura che voi lo indovinerete di certo!!!!!


riassumo le idee finora emerse:


- la solitudine a volte si cerca, è come una scelta


- spesso siamo costretti alla solitudine, perché altri ci deridono e ci scansano (Lorenzo dice che voi adolescenti spesso lo fate e.....non c'è soluzione ma è vero???)


- è importante scoprire il valore reale di una persona che non dipende dal suo aspetto interiore, ma quanto nel valore di una persona dipende dal confronto con l'altro?


- un conto è essere soli e un conto è sentirsi soli (grazie Mariangela)


- non siamo soli quando siamo con la famiglia o con gli amici


Mariangela dice: ci sono tante solitudini e ci posta due video










La professoressa Ciani consiglia l'ascolto di questa splendida canzone di  Simon & Garfunkel  The Sound of Silence




questo il testo in italiano


Salve oscurità, mia vecchia amica 
ho ripreso a parlarti ancora 
perché una visione che fa dolcemente rabbrividire 
ha lasciato in me i suoi semi mentre dormivo 
e la visione che è stata piantata nel mio cervello 
ancora persiste nel suono del silenzio 

Nei sogni agitati io camminavo solo 
attraverso strade strette e ciottolose 
nell'alone della luce dei lampioni 
sollevando il bavero contro il freddo e l'umidità 
quando i miei occhi furono colpiti dal flash di una luce al neon 
che attraversò la notte... e toccò il suono del silenzio 

E nella luce pura vidi 
migliaia di persone, o forse più 
persone che parlavano senza emettere suoni 
persone che ascoltavano senza udire 
persone che scrivevano canzoni che le voci non avrebbero mai cantato 
e nessuno osava, disturbare il suono del silenzio 

"Stupidi" io dissi, "voi non sapete 
che il silenzio cresce come un cancro 
ascoltate le mie parole che io posso insegnarvi, 
aggrappatevi alle mie braccia che io posso raggiungervi" 
Ma le mie parole caddero come gocce di pioggia, 
e riecheggiarono, nei pozzi del silenzio 

e la gente si inchinava e pregava 
al Dio neon che avevano creato. 
e l'insegna proiettò il suo avvertimento, 
tra le parole che stava delineando. 
e l'insegna disse "le parole dei profeti 
sono scritte sui muri delle metropolitane 
e sui muri delle case popolari." 
E sussurrò nel suono del silenzio 




Spunti di riflessione proposti dalla prof:

- la solitudine è anche la fine di un amore

- riflessioni dalla canzone: la scelta del silenzio ha un valore e un motivo, la solitudine 

  è la scelta di chi non comprende e ascolta più l'altro...perché?


La professoressa Zolfo ci propone di cercare le opere di un artista, Giorgio De 

Chiricoma soprattutto aggiunge interessanti riflessioni al tema trattato:

- il silenzio è il "luogo" della creazione per un artista, che quindi cerca la solitudine 

per dare sfogo ai suoi pensieri e alle sue emozioni e trasformarle in arte

- siamo mai veramente soli?

la prof vi propone l'ascolto di questa canzone di Lorenzo Jovanotti, Fango



SIAMO PRONTI PER LE "PROVOCAZIONI", QUINDI VI FARO' DELLE DOMANDE ALLE QUALI POTRETE RISPONDERE SOLO ANALIZZANDO I DOCUMENTI PROPOSTI DALLE PROF O DAI VOSTRI COMPAGNI, POTRETE ANCHE RISPONDERE CON NUOVI DOCUMENTI
QUINDI DA ORA IN POI LA PAROLA A VOI

1. cosa vuole dire la la poetessa Emily Dickinson con le parole 
[...] in confronto a quel punto più profondo, segretezza polare, che è un’anima al cospetto di se stessa: infinità finita." ?

2. partendo dal video proposto da Lorenzo: è vero che l'uomo nasce per vivere da solo? e che è meglio così e che per questo sa amare meglio perché non ha nulla da perdere?

3. Passiamo al nostro pinguino...di cosa ha bisogno il pinguino? perché? siamo come lui? perché?

4. quando e perché siamo costretti alla solitudine?

5. quando l'uomo è solo? si sente solo?

6. Mariangela dice che ci sono tanti modi di vedere e definire la solitudine, sei d'accordo? spiega perché.

7. in un mondo come il nostro siamo mai veramente soli? o rumore, come dice la prof. Zolfo, non dà per scontato che non ci sia solitudine?

8. diamoci da fare per cercare i dipinti proposti dalla professoressa...voglio vedere dei De Chirico 

a voi la parola

ps non vi dimenticate che mancano i miei testi e suggerimenti ;-)


Lorenzo mi chiede cortesemente di inserire questo video, con la promessa che ci farà un commento sui contenuti ;-)





Inserisco invece il video postato da Riccardo...ci servirà domani per dare una scossa al nostro confuso argomentare...(è la poesia che avete da fare per domani)









Lorenzo ci propone altre riflessioni sul tema della solitudine, non tutte negative
1. solitudine positiva, cercata per riflettere e pensare
2. momento per stare a contatto con la natura 
3. bullismo, (cliccate sulla parola per il video) quando gli altri ti emarginano e ti fanno diventare l'oggetto dello scherno 
4. solitudine = scelta di vita, i barboni, (cliccate per video) la gente che vive per strada...fino a che punto una scelta di vita?
5. ci si sente soli quando si è costretti ad abbandonare la propria patria
6. o quando si perde un amore




il silenzio e il rapporto con la natura 


























e ancora Come sconfiggere la solitudine, varie sulla solitudine


e sempre Lorenzo è andato alla ricerca di alcuni testi:
poesie



La solitudine A me capita molto spesso di voler stare da sola, specialmente quando sento la tristezza e la malinconia che mi perseguitano stringendomi un nodo alla gola.Fermarci un attimo: solo noi e la nostra anima, discuterci; credo che sia un’ottima opportunità per ritrovare se stessi e sentirsi vivi nell’essere totalmente soli.Non sempre questo stato d’animo è legato a episodi spiacevoli, ma può essere associato anche a momenti di spensieratezza e tranquillità.La solitudine è oggetto dei nostri sfoghi, delle nostre delusioni, ma soprattutto delle nostre colpe.Dimenticare, già, l’essere soli aiuta a cancellare, a lasciarsi alle spalle tutti i ricordi che deteriorano giorno dopo giorno la vita, che eliminano i pensieri più belli dando spazio ai rimpianti.No, tutto ciò non fa parte delle nostre leggi, delle nostre regole, ma di quel lato nascosto, losco che in noi c’è; e, anche se non lo conosciamo, anche se non lo vorremmo mai affrontare c’è, ed è evidente che lo si può incontrare. Ciò aiuta a riflettere su interminabili incognite che ci tormentano da anni, per le quali non troveremo mai una risposta; ma l’importante è crederci, credere in quella forza interiore che si contrappone a quella losca, tentando di batterla, vincendola.Solo allora, la nostra felicità illuminerebbe vasti oceani, portandoci lo sguardo verso il cielo terso, intento ad ammirare le nuvole, anche se i nostri occhi sono consapevoli, che quelle nubi porteranno pioggia. Quell’acquazzone che invade il viso, purificandolo ed eliminando tutto ciò che lo turba, che lo offusca, che lo maschera.E, mentre siamo assorti nei pensieri più remoti, un raggio di luce riporta in quel cielo plumbeo la solarità e la limpidezza che solo un sorriso sincero, una stretta di mano rassicurante o una parola che racchiude con sé tutte le paure può dare. L’isolarsi dal mondo, dà sicurezza, tanta quanta ne abbiamo bisogno per immergerci nella nostra orbita ideale, fuori dalla quale non c’è niente; se non, lo spazio, dove non è difficile perdersi e non è facile ritrovarsi.È normale cercare il desiderio di tranquillità, quell’alchimia con la nostra personalità, raggiungere l’irraggiungibile senza porci dei limiti, ma non dobbiamo mai dimenticare che un giorno questi ci verranno dati sotto forma d’obbligo.A questo punto, nient’altro che la solitudine ci sosterrà nel riconoscere dov’è l’errore, dove si nasconde il significato, il “perché” di tutto.Solo allora la potremo chiamare la nostra “amica” solitudine, colei che funge da tramite tra le nostre idee e il nostro cuore …
anonimo



La solitudine è la patria delle anime grandi(Anonimo)
Ecco, riflettevo sulle solitudini e su quanto in questo nostro tempo appaiono inadeguate, inaccettabili e incomprensibili da condividere, di fronte a un modello sociale di estrema efficienza che ci vorrebbe sempre partecipi, allegri, positivi.
Oggi essere dei solitari genera spesso sentimenti ambigui negli altri, di incomprensione e non accettazione, ma un sistema che non lascia spazio sul piano emotivo e psicologico è un sistema malato, da cui bisogna dissentire e che bisogna avere il coraggio di combattere, se necessario.
Se la solitudine è uno stato d’animo che nasce talvolta dal sentirsi interiormente isolati o emarginati, è anche vero che la solitudine rappresenta la condizionre necessaria e indispensabile per affrontare il proprio viaggio interiore, come fonte di esperienza costruttiva e creatività.
Dissociarsi, dissentire per proteggere se stessi  e la propria interiorità , ecco che cosa mi sento di dire ai giovani e ai meno giovani che  nella vita prima o poi inciampano nel qualunquismo, nei preconcetti e nel giudizio frettoloso di questa “società globale”.

Il primo grande disagio l’uomo lo prova al momento della nascita, quando passa dall’acqua all’aria. Il secondo quando si rende conto che il suo destino è morire. Alcuni, poi, ne vivono un terzo: il disagio dell’isolamento (Fabrizio De Andrè)


  • Molte paure nascono dalla stanchezza e dalla solitudine.Al di la’ di ogni salutare disciplina, sii delicato con te stesso(Paul Eluard)


 [...]Se non ci fossi io, con chi comunicare?[...]



Solitudine, John Keats



4tu - di spalle alla solitudine ... incontro alla vita (monologo)





Le riflessioni di Lorenzo mi hanno fatto venire in mente questo toccante video visto qualche mese fa...qualcuno di voi potrebbe tradurlo per noi?








Oggi la gente è affamata d'amore, e l'amore è la sola risposta alla solitudine e alla grande povertà. In alcuni paesi non c'è fame di pane, la gente soffre invece di terribile solitudine,  terribile disperazione, terribile odio, perché si sente indesiderata, derelitta e senza speranza.. ha dimenticato come si fa a sorridere.. ha dimenticato la bellezza del tocco umano.. ha dimenticato cos'è l'amore degli uomini. Ha bisogno di qualcuno che la capisca e la rispetti...
Madre Teresa di Calcutta




Fabrizio De André, Elogio della solitudine


Passiamo all'arte

Lorenzo ha scovato questo pittore russo: Alex Kanevsky e le sue opere che mettono in risalto la solitudine umana



Quando ho visto questo dipinto ho pensato a un personaggio di Bulgakov. Lessi per la prima volta un suo libro quando avevo la vostra età-cuore di cane- Vi consiglio anche di guardare Chagall come pittore, spesso i suoi personaggi sono malinconici e isolati nel blu, volano tra le nuvole...lui è un surrealista e fa volare pure le mucche. Ancora tanta solitudine nel periodo blu di Picasso, prima del cubismo, quando dipinge mendicanti lungo la spiaggia, giocolieri, arlecchini tristi ritratti in solitudine e un vecchio chitarrista cieco.
Prof Alessia Zolfo 








Michela ci propone i suoi commenti sulle opere di De Chirico


Questo è il dipinto di De Chirico che preferisco: Ettore e Andromaca
A mio parere rappresenta molto la solitudine interiore: l'artista sa che il mondo è pieno di persone vive, ma il suo mondo non lo è. Probabilmente significa anche che De Chirico crede nell'amore, ma ne rimane estraneo come i soggetti che dipinge. I soggetti sono di forma umana, ma appaiono come dei manichini statici, formati da molte parti divise.


























Il titolo tradotto è "La mattina angosciante", titolo che viene compreso appena si notano i colori scuri, il nero soprattutto. Fanno pensare ad un buco nero, ad un vuoto assoluto. La sensazione viene molto incrementata dal colore nell'interno degli archi e dalle ombreggiature. L'appena trascorso tramonto indica, secondo me, il propagarsi di un'oscurità portata dalla tristezza.




Questo dipinto incrementa la mia convinzione che De Chirico sappia che il mondo è pieno di persone, ma lui si sente solo, in disparte. 






































17 gennaio 2012

IA Le strade dell'Amicizia



Quest'anno ho deciso di affrontare con la mia classe prima alcuni argomenti tutti legati all'amicizia. I ragazzi sentono particolarmente vicino questo tema e quando se ne parla si sentono sempre a loro agio.
Il percorso è iniziato con le riflessioni dei ragazzi, riflessioni che abbiamo riassunto insieme in questa mappa e che saranno il nostro punto di riferimento per ogni tappa del nostro viaggio.








I NOSTRI PENSIERI SULL'AMICIZIA
(cliccate sull'immagine)




Seconda tappa del nostro percorso è stato leggere alcune favole sull'amicizia, lette e commentate in classe ci hanno dato lo spunto per scriverne delle altre.
Abbiamo cercato una serie di proverbi (qui o qui) sul tema e da lì siamo partiti per il lavoro di produzione. La professoressa di arte Alessia Zolfo ha poi deciso di lavorare con noi e quindi ogni ragazzo ha rappresentato le sue favole o il suo modo di vedere l'amicizia.








PENSIERI E POESIE


Amica mia

Amica mia accanto a te
mi sento come se fossi un angioletto
che in paradiso gioca
a regalare coraggio e a far capire
che il valore dell'amicizia è
PREZIOSISSIMO!
Amica mia stringi le tue paure
e
i tuoi pensieri, ma soprattutto il tuo cuore
accanto al mio.
Amica mia sei come il sole,
quando non senti affetto ti nascondi dietro 
le nuvole, invece quando vedi me esci
e mi riempi il cuore di GIOIA.
Amica mia stare insieme a te
è per me un dono
SPECIALE!

Elena



L'amicizia è
un sentimento meraviglioso,
che tutti vorrebbero vivere.
L'amicizia è quell'emozione
che ti attraversa il cuore e
ti lascia qualcosa che ti rimane
per sempre, proprio come
un timbro nero su un foglio bianco.
Gli amici, quelle persone
meravigliose che ti aiutano
nei tuoi momenti più difficili
e di sconforto.
Tutto sembra diverso
quando ti senti amico o
sei per qualcuno amico, 
perché l'amicizia è così
forte che quando la prendi,
non la vuoi più lasciare.

Camilla



L'amicizia è come un fiore che
dovrà sbocciare a Primavera 
tra canti di uccelli e lo scorrere di un ruscello!
L'amicizia è come un castello di sabbia
difficilissimo da costruire, facilissimo da rompere!
Gli amici sono come le stelle
anche quando non le vedi sono sempre presenti!
Gli amici sono angeli silenziosi
che ci aiutano a rimetterci in piedi
anche quando le nostre ali 
non si ricordano più come si fa a volare!
Questa è la vera amicizia
questi sono i veri amici

Giulia

L'amicizia lega due persone,
come un'ago lega due stoffe.
L'amicizia è un albero
e le persone sono le foglie.
Ogni inverno le foglie cadono,
come quando perdi gli amici.
Ma poi in primavera ricrescono,
come quando conosci nuovi amici.
L'amicizia serve a riparare
il dolore che ha lasciato l'amore.
Bisogna essere amici di tutti.

Riccardo




L'amicizia è una cosa indescrivibile
fantastica, che ogni uomo 
dovrebbe avere al suo fianco.
L'amicizia  è un fiore che sboccia nel deserto,
ma che stranamente non si essicca.
L'amicizia è come un fiore che splende nel cielo,
per la vita degli essere viventi.
Insomma l'amicizia è una cosa indescrivibile.

Giorgio


L'amicizia è come una cipolla:
più la sbucci, più ti fa piangere.

Un giorno stavo giocando
con Nicolò il mio amico;
lo stavo allenando
alle palle parare;
lui era veloce
come una gazzella
e sentivo nei suoi occhi
un'aria di sfida,
non capivo perché,
ce l'aveva con me.

Insomma, l'amicizia è come una cipolla,
più la sbucci, più ti fa piangere.

Emanuele

L'amicizia è un sentimento profondo:
ci si vuol bene l'uno con l'altro,
si condividono
dolori, sofferenze, opinioni...
L'amico è sempre un amico.
Quello che se hai freddo 
ti dona il suo cappotto per farti coprire,
quello che dopo un litigio
ti sorride e ti prende la mano,
quello che nonostante la lontananza
è sempre al nostro fianco.
Il vero amico non sta lontano da te
perché torna
ti perdona
e continua a volerti bene.
Gli amici sono tesori preziosi
che illuminano il nostro cuore.
Senza amicizia non si può vivere.

Elisa

L’amicizia è bellissima
Perché quando l’amore strappa il cuore
L’amicizia è lì per ricucirlo
Se hai bisogno di aiuto
C’è sempre lei che ti aiuterà.
L’amicizia è come il sole
Splende, splende e non si spegne mai.
L’amicizia è come una rosa,
sei fortunata se hai un amico
sempre lì per aiutarti.
L’amicizia bisogna trattarla come un tesoro.

Chiara
L’amicizia è un sentimento unico
che rende la vita eccitante
e molto brillante
come un bianco dente;
un sentimento che
ti aiuta a scalare a montagna
della paura
della tristezza
e ti coccola, ti rispetta
e ti dà tutta la sua confidenza.
La parola amicizia
Non significa soltanto legame
Ma anche stare insieme a giocare.
L’amicizia
Ha un appuntamento con la sincerità
E con la felicità
Che ti abbracciano
Come l’aria che ti travolge ogni mattina.
L’amicizia
È fiducia e confidenza.

Lucia



L'amicizia è un sentimento di cui mai mi pento,
che non si potrà mai spezzare
perché è una catena
che solo il cuore può rinforzare.
E' il sentimento più bello che ci sia
senza quello il mondo è da buttar via,
anche dopo mille discussioni si può ricucire
e un nuovo rapporto ricostruire.
L'amicizia è la cosa più bella che ci sia
come diceva una volta mia nonna Maria.

Nicolò


Amicizia significa anche rispetto dell'altro, quindi abbiamo introdotto un tema che, devo dire la verità, i ragazzi hanno giudicato l'argomento preferito di tutto l'anno (ovviamente questo a fine anno) e quindi l'anno prossimo si riprenderà ... intanto abbiamo iniziato.


Insieme ai ragazzi abbiamo letto e analizzato alcune delle fiabe scritte da Maria Calabretta nel libro Fiabe per affrontare il bullismo.
La fiaba, genere che stavamo affrontando, ci ha permesso di delineare i diversi aspetti del fenomeno, sempre restando "a dimensione di bambino"
quindi i ragazzi hanno desunto le caratteristiche delle due parti del fenomeno:
il bullo  e la vittima









Per analizzare il problema abbiamo letto diverse testimonianze e articoli di cronaca, nei quali si denunciavano e raccontavano casi di bullismo.






















Ho raccolto qui alcuni testi dei ragazzi



Coraggio Steve!
 
C’era una volta un piccolo paesino in montagna dove vivevano da poco alcune famiglie di nazionalità diverse.
Iniziò la scuola e nella classe prima media era arrivato un bambino di colore.
Si chiamava Steve,aveva un fratello e una sorella più grandi,viveva con loro ed il suo papà, ma sfortunatamente non aveva la mamma.
I primi giorni di scuola andavano tutti d’accordo con lui suscitando le gelosie di un ragazzo di terza media: quest’ultimo prendeva sempre in giro Steve per la sua razza, gli rivolgeva parolacce e offendeva la madre di lui provocandogli un’ira scandalosa.
Anche se il padre lo obbligava ad andarci, più volte era scappato da scuola per sfuggire ai dispetti di questo ragazzo senza pietà e molto maleducato.
Per questo il papà pensò di allontanarlo da scuola per un po’ di tempo e portarlo a lavorare con lui.
Una notte sognò una fatina che gli diceva di ritornare a scuola perché con il suo coraggio avrebbe sicuramente sconfitto il malvagio. Infatti, la mattina successiva tornò a scuola, e come sempre, alla stessa ora si presentò il ragazzo con la sua banda dentro la sua classe quando non c’erano i professori. Steve aveva molta paura e stringeva forte forte il ciondolo che portava al collo che era della sua mamma mentre recitava sotto voce questa filastrocca:
mamma mammina
il cattivo si avvicina,
mamma mammina aiutami tu
perché non ne posso proprio più.
Mamma mammina dammi coraggio
Per affrontare questo malvagio!
Mamma mammina so che ci sei
Anche se adesso qui ti vorrei!”
Si fece coraggio affrontò il malvagio e tutti i ragazzi che avevano assistito alla scena si unirono a Steve lasciando il cattivo da solo costretto a scappare. Arrivò il preside che seppe tutto e per punizione cacciò via il malvagio mandandolo dalle suore, al contrario di Steve che da quel giorno fece amicizia con tutta la scuola!!
                                                                  
                                                                                                       Elisa

ENRICO IL BAMBINO SCIAGURATO

C’era una volta,in un paesino di montagna,un ragazzo di nome Enrico.Aveva 12 anni ma di statura era piccolino ed aveva un viso talmente delicato che sembrava ancora un bambino. Frequentava la scuola media del paese, ma usciva poco perché nessuno voleva passeggiare o giocare con  lui. Tutti lo cercavano solo per chiedergli favori per la scuola e lui, talmente generoso, glieli faceva. I suoi compagni si vedevano ogni pomeriggio o per giocare a calcio o per andare in piscina o per festeggiare e lui rimaneva sempre da solo. Passava tanto tempo in casa e suonava spesso la chitarra. Ripetendo sempre questa canzone:
“Ero piccolo e tu non mi cullavi
ero medio e tu non mi guardavi
ero grande e tu mi evitavi
avevi troppo da fare
ed io dovevo pur mangiare
non ti accorgevi di me
ma io avevo bisogno di te
ora sono un ragazzetto
e non posso andare neanche al campetto
tutti mi prendono in giro
cosicché io sono sempre sottotiro.”
Un giorno Enrico cercò di entrare nel gruppo di compagni,questi dapprima lo cacciarono ma lui escogitò
un piano:  andò da un suo zio parrucchiere e si fece tagliare i capelli, si fece un po’ truccare e cambiò
atteggiamento. Si fece prestare anche un amuleto che, secondo lo zio, aveva un potere magico.
Con tutto il coraggio che aveva si presentò alla festa, proprio del boss del gruppo: Edoardo.
All’ inizio nessuno lo riconobbe, ma poi quando iniziò a parlare tutti scoppiarono a ridere e lo misero dentro
una camera per fargli degli scherzi terribili e fargli superare delle prove assurde.
Quello che più era cattivo nei suoi confronti era proprio Edoardo, lo insultava e strattonava talmente tanto che alla fine il povero Enrico cadde e si ruppe un braccio.
Tutti  rimasero a bocca aperta. Passò del tempo in ospedale senza frequentare la scuola, ma nel frattempo i compagni si resero conto di quello che avevano fatto e della cattiveria di Edoardo. Allora andarono tutti a casa di Enrico portandogli una gran sorpresa …. Una chitarra nuova    ….. e volete sapere il finale…………
Edoardo per punizione dovette cantargli questa canzone:
“ Eravamo piccoli e io ti picchiavo
Eravamo grandi e io ti insultavo
Ti ho trattato sempre come un nemico
Ma ora se tu vuoi sarò tuo amico
Ti faccio le mie scuse con debolezza
Spero che tu le accetti con dolcezza
Il comportamento l’ho cambiato
Adesso con te mi sono alleato
I ricordi brutti io cancello
E li porto via col carrello
Io ti canto questa canzone
Perché io so che tu hai ragione.”

Riccardo


STORIA DI UN RAGAZZO DIFFICILE
C'era una volta un bambino di nome Luca che frequentava il primo superiore. Luca era un ragazzo buono,altruista con un animo gentile che era riuscito a conquistare subito l'amicizia di tantissimi ragazzi. Nella loro classe ci fu un episodio nel quale Luca capì subito che c'era un ragazzo molto prepotente che si approfittava della bontà degli altri alunni.Questo ragazzo si chiamava Gabriele ed era la seconda volta che ripeteva quella classe.Lui si sentiva molto superiore e si approfittava degli altri.Un giorno in palestra, mentre si svolgeva la lezione di educazione fisica,Gabriele iniziò a prendere in giro Luca.I giorni passarono e Gabriele pretendeva da Luca di tutto: la merenda, ricopiare i suoi compiti,insomma tutto quello che poteva essergli utile.Luca non poteva parlare con nessuno perchè Gabriele gli aveva promesso che avrebbe passato dei guai.Luca tornava a casa e piangeva,non voleva più tornare a scuola...ERA TERRORIZZATO!Luca si allontanò per un po'di giorni dalla scuola;ma i suoi genitori non gli permettevano tante assenze e lo forzarono a tornare a scuola,  quando vide Gabriele rimase sconvolto.Gabriele gli domandava perchè avesse fatto tutte quelle assenze e questa volta se l'avesse rifatte avrebbe passato dei guai e gli disse:
LUCA LUCHETTO
DEVI FARE QUELLO CHE TI HO DETTO
COMPITI MERENDE E RUBARE SOLDINI AI TUOI VICINI.
CON CHIUNQUE PARLERAI
TANTE BOTTE PRENDERAI
E PER QUESTO ZITTO RESTERAI.
CARO AMICO LUCHETTO SPERO CHE HAI COMPRESO QUELLO CHE T'HO DETTO!!!:)
Luca era molto impaurito dalle parole dette che continuò a fare tutto quello che Gabriele gli suggeriva. Un giorno però Luca disobbedì a Gabriele il quale gli diede molte botte che Luca capì che era arrivato il momento di parlare con i suoi genitori.Tornò a casa si armò di coraggio e raccontò tutto ai suoi genitori i quali presero dei provvedimenti e Gabriele fu sospeso dalla scuola e da quel giorno Luca capì che bisogna sempre trovare il coraggio per affrontare qualsiasi difficoltà e non avere mai paura degli altri.

GIULIA  


 La coraggiosa Genevieve

C’era una volta un re ed una regina che avevano una bambina di nome Samira. Lei era cattiva,malvagia,prepotente,sola,senza cuore,burbera,spaventava e si divertiva a far del male.
La regina era molto preoccupata per Samira perché a scuola lei menava sempre a Genevieve una bambina dolce e molto sensibile.
Passarono molti anni e ormai Samira era diventata grande,ma senza qualcuno con chi stare.
Un giorno, allora, andò a fare una passeggiata per il villaggio e mentre camminava udì una voce bellissima provenire da una casetta, rimase lì e l’ascoltò:

“La mia vita ho dovuto cambiare,
quella vita ho dovuto abbandonare.
La mia vita era triste e perseguitata
La mia vita ora è ben rinata.
La mia vita adesso deve stare nello splendore
La mia vita adesso non deve stare più nel terrore,
la mia vita deve essere armoniosa
la mia vita adesso profuma di rosa.”

Samira sentì le belle parole e andò a bussare alla porta, aprì la porta una giovane e Samira riconobbe Genevieve,la prese per il collo e la portò con sé nel castello rinchiudendola nella cella sotterranea dove c’erano anche il re e la regina.
La regina raccontò a Genevieve che Samira aveva nella sua stanza una rosa senza petali e le disse che se non si fosse preso cura di quella rosa Samira sarebbe stata punita.
Ma per curare la rosa si doveva servire di un seme dorato che si trovava sott’acqua.
Genevieve accettò di prendere il seme dorato e la regina si raccomandò con lei che non si doveva far trascinare dalle tartarughe marine parlantine.
Il re chiamò una guardia per farsi aprire, la guardia obbedì e fece uscire solo Genevieve, perché se fossero usciti anche il re e la regina Samira avrebbe sospettato qualcosa.
Genevieve durante la notte scappò e nella strada vide un cavallo e insieme galopparono fino ad arrivare ai mari del Sud.
La ragazza incontrò una vedova che gli donò la tuta da sub e lei s’immerse nelle gelide acque per trovare il seme dorato.
Ella vide le tartarughe marine parlantine,le seguì e andò a giocare con loro.
Verso il pomeriggio andò in una palude e tra le alghe trovò il seme dorato lo prese e risalì in superficie.
Intanto nel castello Samira aveva scoperto la fuga di Genevieve e tornò al villaggio per cercarla.
Genevieve invece era nel castello e mise il seme dorato nella rosa e la pianta rimise tutti i suoi petali.
Samira quando tornò morì appena toccò la rosa.
Genevieve appena buttato il corpo di Samira in un pozzo liberò il re e la regina e loro le dissero che doveva restare al castello perché lei era la loro prima figlia che avevano mandato all’orfanotrofio e che poi una donna aveva adottato.
Così Genevieve cambiò la sua vita come aveva desiderato fin da piccola.
Il re la regina e Genevieve vissero per sempre felici e contenti!!!!!!
Elena 

     Il sogno di Bernie
C'era una volta in una cittadina molto lontana e molto particolare un ragazzino di nome Bernie.Era molto carino,aveva tanti capelli ricci e sognava di essere un astronauta.Frequentava la terza elementare in una scuola molto grande dove la preside era molto esigente e pretendeva il massimo della disciplina.Un giorno le varie maestre diedero un compito a tutti i ragazzi cioè si dovevano fare delle prove di abilità sui lavori manuali ossia creare uno strumento che potesse avere la funzione di diventare magico appunto un mezzo magico.Il premio andava a chi riusciva a costruire questo strumento;si potevano utilizzare solo materiali elencati dalle maestre ed era divieto assoluto utilizzare altre cose,chiunque tentasse di fare queste infrazioni sarebbe stato allontanato dalla scuola per almeno 5 giorni.Subito Bernie si mise all'opera e vista la sua passione per gli astronauti crea un bellissima astronave,mentre stava lavorando gli si avvicinò Filip un bambino di quarta elementare con aria da bullo dicendogli che avrebbe dovuto creare un altro strumento per lui e se Bernie non l'avesse fatto gli avrebbe distruttola sua astronave allora Bernie pensò;
"devo per forza creare qualcosa
altrimenti Filip distruggerà ogni cosa!
Preparo la pasta e sono pensieroso
pasticcio un pupazzo parecchio peloso.
Ero timido e tu bulletto
ero solo un bambino e tu un furbetto!"
Così dopo due giorni ci fu la gara ma vinse Bernie e da quel giorno Filip capì che con le cattive maniere non si risolve niente così Bernie e Filip diventarono grandissimi amici...




Il tesoro perduto
C’era un volta in mezzo al bosco un povero contadino. Viveva da solo in una vecchia casa. Trascorreva le giornate,coltivando il suo piccolo orto che gli dava la possibilità di sopravvivere. Lui era sempre stato povero, non aveva  mai conosciuto nessun tipo di ricchezza. Intanto, nella cittadina vicino il bosco, viveva nelle sue ricchezze il malvagio ed egoista signor Robinson aveva ereditato tutto il suo lusso che lo aveva portato a essere egoista e cattivo, non avevo mai aiutato nessuno e tutti lo odiavano e avevano paura di lui. Il signor Robinson era a conoscenza di un vecchio tesoro custodito in una grotta di un' isola in Sicilia ma sapeva che nella grotta del tesoro poteva entrare solo persone che erano buone,gentili e generose quindi doveva trovare qualcuno che non conosceva la sua malvagità e il suo egoismo doveva trovare qualcuno che non vivesse nella cittadina, dove tutti lo odiavano ma qualcuno che non lo avesse mai visto e che l’avesse aiutato sinceramente. Un giorno mentre faceva una passeggiata nel bosco disabitato, incontrò il povero contadino e gli disse:”Salve buon uomo! Dove andate?” e il contadino:”Salve! Sto andando nella mia povera casa… avete bisogno di qualcosa?” e il signor Robinson rispose: "Tu hai mai visto un grande tesoro? Io posso farti diventare ricco a patto che tu mi aiuti……” il signor Robinson raccontò tutto al buon contadino che accettò senza pensarci. Il giorno dopo partirono per la Sicilia e trovarono la grotta. Nella grotta poteva prendere tutti gli oggetti preziosi tranne uno: una spada decorata con diamanti. Per entrare nella grotta doveva recitare una filastrocca :
Son buono e son gentile,
coltivo le calle nel mio cortile
son generoso ed onesto
e la sera vado a dormire presto.
Se mi fai entrare
Il tesoro voglio trovare
Il grande masso che chiudeva la grotta rotolò via ed il buon contadino entrò pieno di paura. Si trovò davanti pietre preziose,monete, collane e corone, bicchieri d’oro e altri oggetti preziosi. Infine vide la famosa spada che era bellissima. Mentre camminava nella grotta, inciampò in un bastone che si illuminò,allora capì che era magico e lo prese.
Dopo aver riempito un sacco con tutto ciò che era di più prezioso, la tentazione di prendere la spada fu troppa così la prese e la grotta si chiuse. Provò ad uscire con il bastone magico e ci riuscì portando con sé il tesoro,e la spada. Appena uscito, incontrò il signor Robinson che gli disse: "Dammi il tesoro! Tu mi sei servito solo per prendere il tesoro, adesso ti uccido così il segreto sarà solo mio e sarò ricchissimo!. A queste parole, il contadino tirò fuori la spada e uccise il signor Robinson.
Tornò nella vecchia casa ricco come non era mai stato prima, e visse felice e contento.

        Saveria

Il grandissimo leone
In un regno lontano viveva un re molto buono, si chiamava Leone. Aveva un fratello di nome August che lo odiava perchè avrebbe voluto per sé il regno. Apparentemente davanti al popolo sembrava che i due fratelli andassero d'accordo ma in realtà August tramava qualcosa per poter  prendere il posto di Leone. Il compito di August nel regno era quello di comandare l'esercito e le guardie del palazzo. Durante il giorno gli uomini nel combattimento e dettava ordini alle guardie reali. Fortunatamente in questo regno non avveniva una guerra da moltissimi anni perchè re leone aveva buonissimi rapporti con regni confinanti;regnava la pace.August mandò i suoi "fedeli"soldati del re Filip con un messaggio,il messaggio diceva:"E' ora che il tuo regno diventi mio e combatterò per predermelo!"firmato ReLeone.Tutto questo non era vero ed era pura invenzione di August che voleva una guerra per poi diventare lui re organizzando l'uccisione del fratello.A questa lettera re Filip rispose:"combatteremo e chi vincerà prendrà tutti i regni!"RE Leone a questa lettera rimase senza parole e non capiva come fosse potuto accadere.Era preoccupato per il suo popoloe voleva che tutto questo non succedesse.Il giorno successivo a questa lettera alpalazzo venne una vecchia signora,e davanti alle guardie e disseche doveva parlare a tutti i costi al re,fortunatamente erano le guardie fedeli al re così la fecero passare e la condussero davanti a lui .La donna gli disse che il suo regno era ma non per causa di re Filip che vuole fargli guerra , ma per una persona vicino a lui che vuole addirittura ucciderlo,il re non capiva,poi la donna gli pose davanti una rosa bianca, bellissima sotto una campana di vetro era profumatissima e gli disse che quella rosa lo avrebbe aiutato a superare ogni difficoltà e soprattutto nonci sarebbe stata nessuna guerra affinchè questa rosa veniva custodita o amata.Il re in un momento non sapeva cosa dire e fare,poi immaginò che c'era lo zampino del fratello e capì!Re Leone scrisse una bella lettera a Filip e gliela feca recapitare dai suoi fedeli soldati:
"Caro Filip cosa dire
davanti a tutto questo ardire
vorrei tanto rimmediare
a tutto questo odiare
rispettiamoci come è giusto che sia
vivendo con onore e vincendo l'ipocrisia
ognuno di noi a una debolezza
vinciamola tutti e due con fermezza!
facciamo la pace e non la guerra
e ci sia rispetto e onore in tutta la guerra!!!
firmato RE Leone...
Davanti a questa bellissima lettera re Filip rimase sensa parole e sapendo dell'astio tra August e Leone capì che forze c'era lo zampino del fratello cattivo a questo punto anche ReFilip mondò un messaggero di pace e così fu.Nel frattempo nel regno di ReLeone la rosa emanava una brezza fresca,pulita,una sensazione di pace!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!


Nico



Vanessa ha i capelli castani,gli occhi azzurri e un naso alla francese,una piccola bocca a cuore,di corporatura snella. Lei da un po'di giorni che non si recava a scuola perché ha moltissima paura di essere di nuovo picchiata dal bullo Benedetto; allora i genitori decisero di portarla dallo psicologo perché lei non esprimeva i suoi sentimenti e non sapeva difendersi. Un brutto giorno però la mamma si accorse che Vanessa era sempre più depressa e allora furono costretti a cambiare quartiere ma di andare alla stessa scuola. Purtroppo si rincontrò con Benedetto e poiché non reagiva fu picchiata e le rubarono la merenda. I professori accorgendosi dell'accaduto sospesero Benedetto e chiamorono direttamente i genitori di Vanessa che la portarono all'ospedale e si scoprì che lei aveva una costola fratturata e allora i dottori gli dissero che Vanessa doveva rimanere a riposo per ben sei mesi e così lei fu molto felice di non andare a scuola.Però questi mesi passarono in un baleno e Vanessa fu costretta a tornare a scuola dove rivide Benedetto e si accorse che era molto cambiato:NON ERA PIU'UN BULLO e Vanessa era molto felice per questa cosa e così non litigarono mai più anzi diventarono BUONI AMICI!!!!!!!!!!!!!!!!
Ecco qui la storia di Vanessa una vittima di bullismo!!!!!!!
Giulia