descrizione

Perché gocce di armonia? Armonia significa sovrapposizione, incontro, combinazione di suoni diversi. Suonare insieme vuol dire anche ascoltare l'altro per potersi migliorare, per poter sentire la musica con l'altro, per poter costruire insieme. Questo è quello che cerco di fare con i miei studenti: creare armonia, insegnando quanto ascoltare e ascoltarsi sia importante per imparare e conoscere insieme, insegnante inclusa.
Speriamo di comporre, goccia dopo goccia, un mare di sinfonie …
Voglio ringraziare la mia amica Cristina per l'aiuto e l'incoraggiamento, senza di lei questo blog non avrebbe mai avuto inizio. Grazie Crì

Il materiale presente nel blog è stato pubblicato con il permesso dei genitori dei ragazzi.

29 ottobre 2013

IIIA: Quale scuola? Quale lavoro?

Per essere domani
IIIA Arcinazzo



Cosa significa avere un lavoro? Come possiamo fare le scelte giuste? Come la scuola può aiutarci a scegliere un percorso adatto che poi ci servirà da preparazione per il nostro futuro lavoro?
Concentriamoci sulla parola lavoro, ma soprattutto mettiamo in evidenza cosa significhi oggi avere un lavoro o non averlo, cosa implichi nella vita di un adulto lavorare.

IL LAVORO

Partiamo dalla lettura di alcuni testi e iniziamo a fare le nostre prime riflessioni:
- Beppe Servegnini, Vi racconto la vita di precario cronico in Corriere della sera, 26 gennaio 2008
- F. Guène, Un nuovo lavoro da Kif Kif domani. Mondadori

Ascoltiamo questi due brani:
La Decadenza di  Ivano Fossati 
Articolo 1 - Il precario - legge Valerio Mastandrea











Cosa significa avere un lavoro?

IL DIRITTO AL LAVORO


Quale scuola?


Ho sentito che non volete imparare niente, Bertolt Brecht

Ho sentito che non volete imparare niente.
Deduco: siete milionari.
Il vostro futuro è assicurato - esso è
Davanti a voi in piena luce. I vostri genitori
Hanno fatto sì che i vostri piedi
Non urtino nessuna pietra. Allora non devi
Imparare niente. Così come sei
Puoi rimanere.

E se, nonostante ciò, ci sono delle difficoltà, dato che i tempi,
Come ho sentito, sono insicuri
Hai i tuoi capi che ti dicono esattamente
Ciò che devi fare affinché stiate bene.
Essi hanno letto i libri di quelli
Che sanno le verità
Che hanno validità in tutti i tempi
E le ricette che aiutano sempre.

Dato che ci sono così tanti che pensano per te
Non devi muovere un dito.
Però, se non fosse così
Allora dovresti studiar





23 ottobre 2013

Futuro: punti di vista

Per essere domani
IIIA a.s. 2013/14

IL FUTURO

Il futuro, credetemi,
è un gran simpaticone,
regala sogni facili
a tutte le persone.
...« Sarai certo promosso »
...giura allo scolaretto.
« Avrai voti lodevoli,
vedrai, te lo prometto ».
Che gli costa promettere?
« Oh, caro ragioniere,
di cuore mi congratulo;
lei sarà cavaliere!».
« Lei che viaggia in filobus,
e suda e si dispera:
guiderà un'automobile
entro domani sera».
«Lei sogna di ..far tredici? »
Ma lo farà sicuro!
Compili il suo pronostico
ci penserà il futuro!
Sogni, promesse volano...
Ma poi cosa accadrà?
Che ognuno avrà il futuro
che si conquisterà. 

Gianni Rodari



Il futuro cambia a seconda di chi lo immagina, ognuno pensa con la speranza nel cuore e i sogni in un cassetto. Ma quale valore ha l'oggi per i sogni di domani?

Abbiamo parlato dei nostri sogni, ognuno ha descritto come vorrebbe fosse il suo domani, è ora di guardare oltre, perché solo guardando oltre potremo scoprire la fortuna che alcuni ragazzi hanno di poter veramente avere un futuro, anche se, molto spesso, non ci credono, non lavorano per costruirselo, lo danno per scontato, non si accorgono della fortuna che hanno, e scioccamente rovinano il presente per annullarsi un futuro, cogliendo l'attimo del momento, bruciando tappe, lontani dal progetto che continuano a vivere come desiderio anche fuori dall'adolescenza.

Futuro, gli stessi sogni, da realtà diverse.

- la storia di Iqbal e testimonianze raccolte dall'Unicef 





- F. Rampini, Disumane condizioni di lavoro dietro le scarpe da ginnastica in La Repubblica, marzo 2005






- Video tratti dal film documentario: All the invisible Children

I ragazzi hanno realizzato due mappe: in una hanno illustrato come vedono il loro futuro e come vorrebbero che fosse, i loro sogni e le loro aspirazioni; nella seconda hanno tentato di immedesimarsi in ragazzi meno fortunati di loro e fatto le medesime riflessioni.
Al termine del lavoro, ho fatto loro due domande, alle quali hanno risposto in forma anonima su dei fogliettini che poi io ho letto ad alta voce e che ora vi proporrò. Queste le domande:Chi e cosa ostacola il mio futuro? Come io lo rovino o lo potrei rovinare?
Se siete pronti a leggere le loro risposte ... accomodatevi pure.

Questo il compito riassuntivo delle due lezioni, testo riflessivo:
Sono ancora un adolescente, sto per finire la terza media e presto sarà tempo di decisioni: dovrò scegliere un percorso che, forse, sarà la strada del mio futuro. Rifletto sui miei sogni, le speranze, quello che voglio e che ho, quello che posso avere. Ho compreso che è tempo di scelte responsabili? Sono consapevole che sono io l'artefice di una scelta così importante? Il mio futuro.



IL MIO FUTURO
IL LORO FUTURO
finire la scuola e avere un diploma
migliorare la conoscenza delle lingue per visitare il mondo
cominciare a pensare a un lavoro e a dove vivere
avere una casa, una famiglia, un lavoro
avere abbastanza soldi
prendere il primo aereo di sola andata
avere buona vita sociale
diventare presidente di una squadra di calcio europea
continuare l’attività di mio padre e studiare per il mio mestiere in un istituto agrario
sposarmi
avere due/tre figli
avere una macchina costosa
visitare una città europea e asiatica
fare l’abbonamento della Lazio
lavorare in qualche ristorante di qualità
avere bella famiglia
visitare Londra e il big bang
fare allenatore di squadre di calcio
giocare nella ss Lazio
andare con gli amici in discoteca
visitare tour Eiffel
visitare Ibiza
sventolare la bandiera Lazio in curva nord
far parte della squadra del mio paese
prendere la patente
avere un lavoro rispettabile che mi soddisfi
prendere la laurea
avere dei figli a cui dare educazione e istruzione
visitare Milano e a andare al concerto di J-ax
laurearmi in ingegneria genetica
ideare invenzioni per aiutare la gente
comprare una villa e una lamborghini
essere un buon padre
imparare tutte le lingue del mondo
visitare New York, il Brasile e la  Spagna
andare sulla luna
giocare con l’as Roma
continuare l’attività di famiglia
visitare città europee
giocare con una buona squadra di calcio
divertirmi con i miei amici e a 50 anni vedere ancora la partita con loro
avere un cane fedele
avere sempre una moglie a fianco nei momenti brutti e belli
studiare per diventare informatico
vivere altrove
allevare topi
avere amici
divertirsi
avere una famiglia e vivere in pace e serenità
viaggiare
diventare chef in un ristorante di Londra
fare il viaggio di nozze a Vienna
finire scuola con buoni risultati
studiare per diventare veterinaria
avere una vita tranquilla felice e serena
avere amici che mi aiutano
avere un progetto giusto
avere una famiglia che dà buoni consigli
avere buoni rapporti con tutti
avere un marito di cui fidarsi
avere amici con cui confidarsi
aprire una scuola di danza
divertirmi facendo cose buone
avere due figli che si vogliono bene e si difendono
poter vivere con mia sorella
avere un lavoro che mi piaccia
essere veramente felice
divertirmi con amici come quando eravamo piccoli
girare il mondo
fare molte foto e raccontare esperienze
fare sport
diventare saggio e dare buoni consigli

hanno sogni ma hanno la consapevolezza che non possono realizzarli
avere un’istruzione
andare a scuola
avere una casa e una famiglia
avere persone vicine
vivere in tranquillità
libertà, essere liberi
pace, vivere in pace
sposare una persona che amano e non che è stata scelta per loro
avere qualcuno che tenga veramente a loro
ritrovare la famiglia
trovare la forza di ribellarsi
giocare
avere amici
vivere la loro età
vivere

CHI E COSA OSTACOLA IL MIO FUTURO?
COME LO ROVINO O LO POTREI ROVINARE?
frequentare cattive compagnie, cosa racconterò ai miei figli?
le persone a cui non piaccio
ricattatori e spacciatori
la pigrizia
la voglia di non pensare al mio domani, al futuro
la stupidità
me stesso
lasciarmi influenzare dagli altri
l’arroganza
la droga
l’alcol
il fumo
una disgrazia improvvisa
la delinquenza
pochi soldi
mancanza di un lavoro
le persone disoneste
la mia disonestà
la solitudine
non studiare
non lavorare
la crisi economica
le bugie dette ai miei genitori
le stupidaggini che farò coi miei amici
l’ignoranza
la falsità e la gelosia delle persone
la mia fretta e il non fermarsi a ragionare
la paura di illudersi
la paura di essere giudicato
l’insicurezza
brutte esperienze
non essendo me stessa/o
sbagliando
la superficialità e l’egoismo
nessuno! Può ostacolare il mio futuro solo io
diventare ignorante
diventare un bullo, un prepotente
essere un vigliacco
essere un ladro o un assassino
non avrò mai il futuro che ho sempre sognato





20 ottobre 2013

Migrazioni: i lavori dei ragazzi

IIIA Arcinazzo Romano
a.s. 2013/14

Migrazioni: storie di uomini in fuga spinti dalla speranza di una vita migliore

riflessioni, diari, lettere






Speranza: attesa fiduciosa di un evento importante, fede, fiducia, sogno, aspirazione.

Perché speranza? Speranza perché questa parola è quella che mi ha colpito di più, è una di quelle parole che mi è entrata subito nel cuore e mi ha fatto capire un sacco di cose che prima non avevo mai capito. La speranza, è questa la cosa che porta quelle povere persone chiamate immigrati o profughi ad arrivare qui in Italia, è questa la sola ed unica cosa che spinge queste persone a lasciare il proprio Paese e la “vita” di prima. La parola vita l’ho messa tra virgolette perché io non la chiamerei proprio “vita” quella che vivono queste persone nel proprio Paese, più che vita io lo chiamerei incubo, incubo perché vivere in Paesi dove non devi far altro che sopravvivere alla guerra non è vita, è solamente un grandissimo incubo che fa arrivare questa gente a scappare e a cercare di trovare una vita libera e migliore.

Una vita libera dall’angoscia della guerra, una vita senza doversi nascondere per sopravvivere, ma soprattutto una vita con un lavoro.

Un lavoro capace di far vivere tutti in modo sereno e tranquillo, un lavoro, qualunque esso sia, un lavoro per cui vale la pena continuare a sperare.

Al solo pensiero che queste persone non hanno la libertà di vivere nel loro Paese senza preoccupazioni e senza guerra mi viene un enorme rabbia dentro, rabbia per tutte quelle persone che invece di far vivere serena la gente, non fa altro che ostacolare la vita di povera gente con tanti sogni e speranza nel cuore. Non posso credere che ci siano persone nel mondo che anche se uguali a me sono diverse solo per la cosa più importante per cui tutti dovremmo essere uguali: la libertà, la libertà di andare a scuola, di lavorare e di costruirsi un futuro. La libertà di parlare , di scrivere e di vivere le proprie emozioni e i propri sentimenti, la libertà di provare a realizzare i propri sogni, la libertà di dire ciò che si pensa ogni volta che si ha la voglia di farlo.

Questi immigrati queste forme di libertà non ce le hanno mai avute, e alcuni di loro forse non ce le avranno mai. Perché dico che alcuni di loro non ce le avranno mai? Perché purtroppo molti di loro ad arrivare in Italia non ce la fanno, alcuni muoiono prima di poter realizzare il proprio sogno.

Come è successo pochi giorni fa nel mare dove queste persone cercano quella maledetta speranza, il mare di Lampedusa, dove centinaia e centinaia di queste persone sono morte, hanno perso la vita in un posto dove ci dovrebbe essere per loro solo la salvezza da un incubo orribile.

Sul barcone dove sono stati messi è successo il dramma! Non si sa ancora come, ma si sa solo che il numero dei morti  è immenso come quel mare, come quel mare che loro avevano tanto desiderato di attraversare per arrivare in Italia, dove pensavano di cominciare quella vita che noi abbiamo sempre avuto: una vita normale, una vita piena di serenità e pace. Per un attimo ho cercato di mettermi nei panni di chi, come loro non ha mai ricevuto niente di buono, di chi, come loro si è dovuto sempre guadagnare, con il sudore della fronte tutto quello che desiderava. In quell’attimo mi è sembrato di vivere in un mondo in cui c’è solo quella parola, quella parola che odio pronunciare: guerra, forse sinceramente il senso di questa parola non lo so bene neanche io, ma l’unica cosa di cui sono certa è che questa parola è la cosa che impedisce a quelle povere persone  di vivere come noi. Di vivere, in tutti i sensi.

Appena ho visto quelle immagini del mare di Lampedusa mi è venuto un vuoto nel cuore, è stato come se lì, insieme a quei corpi che galleggiavano in acqua ci fossi anch’io; è stata una sensazione di angoscia che spero di non rivivere mai più, ma non solo per me, per tutti.

Spero, anzi voglio che questa cosa non succeda mai più e che un dramma come questo non si veda più nel mondo. Adesso spero che le persone che sono riuscite a sopravvivere a questo grave e indicibile incidente riescano a cominciare la loro vita, quella vera, la vita che hanno sempre sognato e lo devono fare anche in ricordo e in onore di chi è morto.

Spero veramente, con tutto il cuore che queste persone siano felici e riescano a vivere con tutto il bene di questo mondo.


La cosa che vorrei dire a queste persone è grazie, grazie perché sono loro che mi hanno fatto capire il senso della parola speranza, la speranza del domani, la speranza per ricominciare. E auguro a tutte queste persone di avere tutto ciò di cui hanno bisogno ora.

Camilla

Ora dopo ora, giorno dopo giorno si sente parlare di quanti uomini lasciano la loro patria per venire qui. Fino a poco tempo fa, quando sentivo queste notizie al telegiornale o da qualsiasi altra parte, pensavo tra me e me:”Ma perché vengono qui? Con questa crisi che ormai gira da tempo cosa vengono a fare in Italia? Io se fossi in loro andrei in un altro posto più bello o migliore sul campo economico”. Questi pensieri adesso non vagano più per la mia testa perché piano piano sto scoprendo la realtà, la causa per cui loro sono qui e la causa che li ha spinti a partire. Se dicessi di essere rimasta traumatizzata esagererei, ma sapere certe cose mi ha scioccato totalmente. La domanda che mi faccio ogni giorno è:”Perché? Perché tutto questo? Siamo nel 2013, ma sembra di stare ancora nel ‘900”.
Loro, uomini, donne e bambini, costretti a vivere una vita che mai e poi mai uno vorrebbe vivere. Schiavizzati, violentati, uccisi…questo è quello che gli succede lì, in quelle terre dove le parole pace e libertà ancora non esistono. È per questo che vengono qui, per rifarsi una vita con la loro famiglia, per trovare un lavoro per sfamarla.
A dire così sembra bello, ma non sanno che venendo qui non troveranno nulla, anzi forse troveranno cose peggiori che nella loro terra.
Beh, l’Italia, a dirla tutta, da come dice la Costituzione in teoria dovrebbe essere un Paese che ritiene tutti uguali, ma in pratica non lo è.
Questi uomini arrivano qui, su un barcone affollato che non si sa per certo se arriva. Arrivati qui, in condizioni del tutto disumane, dovrebbero ricevere aiuto invece no, lo ricevono per un tempo determinato. Ma come si fa? Come si fa a lasciare che questi bambini crescano così, in queste condizioni?
L’Italia ha bisogno d’aiuto, ma quest’aiuto sembra lontano anni luce. Le altre nazioni dovrebbero accoglierli e aiutarli invece di stare ferme a far le finta di essere dispiaciute.
Diamoci una mossa perché come noi siamo il futuro anche loro lo sono e hanno il diritto di viverlo come noi. Se invece di criticare ci mettessimo tutti insieme a dargli un aiuto, forse questo problema potrà essere superato.
Elisa


Stavo guardando la TV . Dopo il mio programma preferito ho deciso di mettere il tg per vedere che cosa era successo.Così ho visto un mare di persone che si stavano imbarcando per l'Italia per cercare lavoro. Dopo qualche minuto ho visto tutte quelle persone morire:donne e bambini. Perché? Perché tutto questo solo per arrivare in Italia? Come sono morti? Non riuscivo a pensare ad altro,vedere tutto quello per me è stato come vedere un film horror di sera al buio.Quella scena per me era un pensiero fisso incredibile,mi sono quasi pentito di aver cambiato canale,ma oltre a questo pensavo che dovevo scoprire come e perché erano morte tutte quelle persone. Innanzitutto ho iniziato a cercare su internet,ma non ricordavo il luogo dell'accaduto così dopo una mezz'oretta passata a sfogliare le pagine di internet sono riuscito a trovarlo.Dopo aver trovato le pagine,quando ero sul momento di aprirle il computer si è spento.Tra me e me mi sono detto “oggi non è giornata “così ho deciso di rimandare al giorno dopo.La sera verso le dieci sono andato a dormire e quella notte è stata terribile,la peggiore di sempre,mi sono svegliato ben tre volte e sempre con lo stesso incubo:vedevo tanta gente su una nave con più di cento persone,ma ad un tratto la nave si rovesciò e io vedevo tutta quella gente morire.Il giorno dopo pensavo a tutte quelle persone che devono lasciare il loro paese per lavoro e che neanche ci arrivano qui  e poi anche se arrivano a destinazione, sicuramente come spesso succede non vengono neanche accettati. A volte si pensa che sono diversi da noi soltanto per colore,lingua o religione e questo è intollerabile:in poche parole io non accetto che le persone di diversi stati,come per esempio noi italiani,non accettino persone straniere che arrivano disperati dai loro paesi.Anche noi potremmo trovarci un giorno a dover lasciare il nostro paese ed essere noi l'extracomunitario che dà fastidio.
Nicolò

Migrazione:spostarsi da una parte all’altra. Questa è una parola molto forte in tutti i sensi. Sia nel sentirla che nel viverla. Da molti anni migliaia e migliaia di clandestini sbarcano in Italia,a Lampedusa,per trovare un lavoro e farsi una nuova vita. Vengono in Italia per avere un po’ di pace,tranquillità,dormire in silenzio la notte,cose che nel loro paese non hanno. Ma anche durante il viaggio sono tutti stretti,con la paura nel loro cuore,con ansia ma anche con un pizzico di felicità,perché stanno per arrivare in Italia. Non solo in Italia, ci sono persone che usano l’Italia come un ponte per arrivare in Europa,che è stata a guardare senza far nulla decine di stragi nel mare. Come ho detto prima durante il viaggio sono tutti stretti perché il proprietario del barcone,per guadagnare soldi,fa entrare centinaia di migrati,e mi intristisce vedere uomini,donne anche incinte e bambini innocenti che si imbarcano sul barcone rischiando la vita per una persona.
Riccardo

Uomini e donne si imbarcarono con la speranza nel cuore, non nella convinzione di trovare un posto dove vivere meglio, pagando per un sogno che si trasformò in un incubo!

L’unico obiettivo di tutte quelle persone era partire per destinazioni sconosciute, per dimenticare, o meglio per migliorare la loro vita, ma non sapevano che stavano andando incontro a cose di cui probabilmente si sarebbero pentiti! Loro non sapevano a cosa stavano andando incontro! Loro no, ma io si! Io tutto questo l’ho già vissuto per una settimana. So come ci si sente! Non potete nemmeno immaginare cosa ho passato in quella settimana, e al solo pensiero che tutto quel caos si scatenerà di nuovo, mi sale una paura insuperabile, che non potrò mai sconfiggere! 

Ho paura, tanta! Forse anche troppa… mi sento persa, sono sola! 

Cosa devo fare? Ho una tale confusione nella mia testa! 

Non ce la faccio! Non riesco a vedere tutte queste persone illudersi. Non posso! Devo fare qualcosa, il più presto possibile! Ma cosa? Aiutateci, per favore. Stiamo vagando per ore verso una meta sconosciuta! 

Stiamo stretti, non riesco a muovermi! Sto scomoda, troppo! Voglio solo andare a casa! Sto forse chiedendo troppo?! 
Basta! Devo solo farmi forza e cercare i andare avanti in qualche modo! Anche se la vita di tutti noi non sarà mai più come era prima.

Lucia


Chi sono gli immigrati? Questa è una di quelle domande che non mi sono mai posta, ma che in questi giorni sto cominciando a farmi. Per molte persone gli immigrati sono persone diverse da noi solo perché vengono da altri paesi qui in Italia, per me invece sono persone uguali a noi che cercano una vita migliore, una vita come quella di tutti noi, una vita felice e serena lontano dal loro Paese, lontano dalla guerra, lontano da quella vita che lì, nel loro paese, è solo un inferno che loro non riescono più a sopportare.
Le loro storie mi hanno colpito molto e mi hanno fatto capire il significato della parola speranza, mi hanno insegnato che per avere una vita migliore e senza guerra bisogna alzarsi e avere una speranza per inseguire i propri sogni, proprio come hanno fatto loro.
Ma purtroppo non tutti ce la fanno, non tutti riescono ad arrivare in Italia, non tutti realizzano i loro sogni; ne è un esempio la tragedia avvenuta pochi giorni fa a Lampedusa. È stato un vero orrore vedere tutti quei corpi di migranti morti galleggiare in mezzo al mare. Quelle persone stavano venendo in Italia per trovare lavoro, per avere dei soldi ma anche per mangiare; ma non hanno trovato niente di niente solo la MORTE.
Hanno visto i loro sogni, le loro speranze, infrangersi in quel maledetto mare.
Non posso ancora credere che tutte quelle persone per venire qui e per avere un po’ di pace abbiamo lasciato tutto: la loro terra, famiglia e figli, tutto quello che avevano. Si sono imbarcati su quella barca con il cuore pieno di gioia e speranza e invece si sono ritrovati faccia a faccia con l’incubo che non avrebbero mai voluto vedere: LA MORTE.
Spero che le persone che sono sopravvissute possano essere felici di essere vivi e porterò sempre rispetto, ai sopravvissuti come a chi non ce l'ha fatta.

Elena

L’immigrazione è un tema quanto mai attuale. A riguardo c’è da dire che da anni in Italia se ne è parlato molto. Questi immigranti vengono da un passato per niente facile, soffrendo la fame, non sapendo se avranno un piatto per la cena, in un paese con la guerra dove non sai se arrivi al giorno dopo, dove vedi che in un contesto del genere i tuoi figli non potranno avere un futuro migliore e diverso dal tuo. Si tratta di uomini, donne e bambini che affrontano prove durissime pur di scappare dal loro paese. Usano i risparmi di una vita per potersi pagare il viaggio, un viaggio in pessime condizioni, viaggiando in 200 in un barcone che ne può trasportare massimo la metà, consapevole che nel tragitto possano perdere la vita. In questo periodo ci sono stati molti sbarchi che si sono trasformati in vere tragedie, bensì questi barconi si incendiano o succede qualcos'altro a bordo ed è tanta la gente che ne rimane vittima ingiustamente solo perché sperava in un futuro migliore. La maggior parte degli immigranti sono donne e bambini, tanti anche morti e dispersi. A riguardo sono state molte le riflessioni fatte, dai politici, dalle televisioni, e dalle famiglie italiane che si dividono in chi va contro agli immigranti e chi li sostiene. Io c’ho riflettuto molto, ho cercato di non sentire cosa pensasse la gente e di farmi una mia idea. La cosa che posso dire è che per me gli uomini sono tutti uguali a prescindere dal colore della pelle e dalla cultura, nessuno è da discriminare! E’ giusto perciò che tutti gli uomini vivono alla stessa maniera. Dovremmo pensare un po’ meno a noi stessi e ricordarci il concetto della solidarietà evitando disgrazie simili e aiutare uomini che vivono in una vita disumana, che non hanno un’altra scelta, se non salire a bordo con la speranza di una vita migliore cosa che in tanti farebbero al loro posto, cercare di scappare da un paese senza speranza che non mi garantisce nulla, neanche la vita. Inoltre c’è da ricordarsi che un tempo anche noi italiani siamo stati immigranti nella speranza di un futuro migliore. 
Caterina


Caro diario,
sono sempre io “Andrea” sono molto triste perché mi trovo in Italia, in Sicilia, immigrato, mi sento spaventato, angosciato e pieno di paura.
Appena sceso dalla nave, già avevo voglia di tornare indietro perché la mia terra mi mancava, mi sono fatto coraggio perché sono stato costretto dalla povertà,dalla guerra e dalla fame.
Ora insieme ai miei compagni di avventura farò del tutto per ambientarmi in questa nuova vita,che forse sarà migliore ed adattandomi alle abitudini e alle tradizioni che sono molto diverse da quelle del mio paese.
Insieme ad alcuni miei amici, che sono partiti con me, abbiamo trovato un posto dove dormire e riposare,poco accogliente,dove ci sono anche altri immigrati;dalla finestra si vede il mare,sembra bello e pulito,vorrei tanto andare lì e farmi un bel bagno,ma non ne ho la possibilità perché la gente di qui è diffidente con noi, di certo non me lo permetterebbe visto che sono un immigrato.
Ora mi sento davvero stanco e vorrei tanto riuscire a dormire; spero tanto che nei prossimi giorni troverò un lavoro e nuovi amici che mi aiuteranno ad abituarmi a questa nuova vita,che sia migliore di quella che ho lasciato.
Ti racconterò ogni giorno le mie nuove avventure, i miei problemi e i miei pensieri profondi.

Buona notte!!! 
Andrea

Una vita migliore: è questa la cosa che cercano gli immigrati quando partono dal loro paese per arrivare fino qui.
Nel loro paese giorno dopo giorno rischiano la morte, vengono torturati ed è per questo che loro sono costretti ad imbarcarsi sulle barche come animali e vendono tutto ciò che hanno pur di partire.
E’ brutto pensare che gli scafisti pur di guadagnare qualcosa imbarcano sui propri gommoni più persone del dovuto senza distinzioni tra grandi e piccoli.
Queste persone cercano solo un po’di pace, cercano di essere felici con la propria famiglia, cercano un lavoro che li faccia vivere con serenità, ma soprattutto cercano una vita diversa da quella che si vive nel loro paese, proprio così, perché nel loro paese è anche impossibile chiamarla vita quella non è vita è solo un grandissimo incubo dove sono solo costretti a restare per rimanere in vita a cercare di avere ancora qualche speranza per essere felici, ma non sempre riescono a trovare la pace e la serenità che cercano basta pensare a ciò che è successo il quattro Ottobre a Lampedusa. Qui quelle persone hanno trovato la morte, erano centinaia di persone morte per delle cause ancora sconosciute, al momento vengono fatte varie ipotesi tra cui: l’agitarsi nel vedere la terra, oppure di dar fuoco alle coperte per farsi distinguere ma resta il fatto che la colpa maggiore è dello scafista che pur sapendo di non poter trasportare troppe persone lo ha fatto lo stesso portandoli verso la morte e non verso la LIBERTA’ !!!
LAMPEDUSA UN’ISOLA BELLISSIMA DIVENUTA L’ISOLA DEI CADAVERI !!
Giulia 




7 ottobre 2013

IIIA: Migranti. Il testo riflessivo

IIIA Arcinazzo Romano
a-s-2013 - 2014





A partire dall'analisi e dal commento del sonetto A Zacinto e dal fatto avvenuto lo scorso venerdì a Lampedusa, abbiamo iniziato un lavoro di analisi e riflessione di alcuni testi riguardanti le migrazioni.

Di seguito inserirò i testi che abbiamo letto e ancora leggeremo e alcune lezioni di riferimento che potrebbero essere utili ai ragazzi o a chi passerà di qua.


come introduzione alla lezione leggeremo queste parole

Intervista a Gezim Hajdari

La maggior parte della critica ti definisce “poeta dell’esilio”. Ti senti ben interpretato, oppure la tua intenzione poetica si pone obiettivi diversi da quelli del mero canto dell’esilio?

“Ogni poeta è in esilio - diceva Eliot - da qualcosa è stato cacciato contro la sua volontà..”. L’esule è la figura centrale di questo secolo. Da quando il Tempio della Parola è stato distrutto dagli “scribacchini”, i veri poeti sono in esilio. Del resto è la nostra terra che è nata esule. Solo un esule potrebbe comprendere il mondo e cogliere il suo linguaggio, dando un senso nuovo alle cose. I santi, i mistici, Dio stesso sono stati esuli. E la storia dell’umanità è stata fatta sempre dagli esuli. Chi aspira oggi a diventare scrittore, deve migrare per confrontare la propria Parola con l’amore e le ferite del mondo. Solo la poesia di un esule potrebbe lasciare forti emozioni sulla memoria del Tempo. Ribadisco, la bellezza della vita non è viverla, ma attraversarla. “Il mio paese fa male”, scriveva Charle Breson. Il mio esilio ha mille occhi, mille bocche, mille fughe. Anzi, io sono sempre in fuga: anni fa sono fuggito dal mio paese, oggi in Italia fuggo ogni giorno dall’industria culturale, dalla letteratura castrata. E’ per questo che sono un poeta esiliato nell’esilio. L’esule è uno che è straniero dovunque; prima nel paese ospitante, poi nel proprio paese in cui non si ritrova più. L’unico rifugio in cui cerco di proteggere la mia anima tremante, e a cui affido la mia parola, è la scrittura.



2. Lontano dalla Patria: quando gli italiani erano gli immigrati

     lezioni utili per approfondire e scrivere il nostro testo

testi da scaricare e stampare, per una lezione di ascolto 


5. Brani tratti da: 
- Ieri ti ho sognato di Baha Taher 
- Chiamami Alì di Mohamed Bouchane
- Nel mare ci sono i coccodrilli di Fabio Geda 





1 ottobre 2013

IIIA: Il futuro, questo punto interrogativo

IIIA Arcinazzo Romano
Per essere domani


E' tempo di tornare alle nostre riflessioni, riprendiamo quindi il nostro schema sul testo riflessivo e facciamo un po' di pratica. 
Il nostro viaggio nel mondo dell'adolescenza inizia da un argomento che paradossalmente potrebbe sembrare la fine del percorso, ma scoprirete che non lo è.
Siamo pronti per riflettere? 
Le nostre prime lezioni saranno così suddivise:

- lettura ed analisi di alcuni testi; dato che dovremo rinfrescare il testo riflessivo si torna a riflettere, quindi, divisi in gruppi, vi verrà assegnato un testo per volta ed ogni gruppo dovrà formulare delle domande che poi metteremo insieme e alle quali risponderemo tutti (vedete di saper anche rispondere);

- lettura dei testi 
1. Chi sono? da Esco a fare due passi di Fabio Volo
2. Voglio studiare da Una barca nel bosco di Paola Mastrocola

- costruzione di una mappa concettuale dal titolo Il mio futuro

Ecco i testi

"Non nutro più alcuna speranza per il futuro del nostro popolo, se deve dipendere dalla gioventù superficiale di oggi, perché questa gioventù è senza dubbio insopportabile, irriguardosa e saputa. Quando ero ancora giovane mi sono state insegnate le buone maniere ed il rispetto per i genitori: la gioventù di oggi invece vuole sempre dire la sua ed è sfacciata.” Esiodo



"IL GIOVANE GAMBERO" favola di Gianni Rodari


Un giovane gambero pensò: - Perché nelle mia famiglia tutti camminano all’indietro? Voglio imparare a camminare in avanti, come le rane, e mi caschi la coda se non ci riesco. – Cominciò a esercitarsi di nascosto, tra i sassi del ruscello natio, e i primi giorni l’impresa gli costava moltissima fatica: Urtava dappertutto, si ammaccava la corazza e si schiacciava una zampa con l’altra. Ma un po’ alla volta le cose andarono meglio, perché tutto si può imparare, se si vuole. Quando fu ben sicuro di sé, si presentò alla sua famiglia e disse: - State a vedere.- E fece una magnifica corsetta in avanti. - Figlio mio,- scoppiò a piangere la madre, - ti ha dato di volta il cervello? Torna in te, cammina come i tuoi fratelli che ti vogliono tanto bene. - I suoi fratelli però non facevano che sghignazzare. Il padre lo stette a guardare severamente per un pezzo, poi disse : - Basta così. Se vuoi restare con noi, cammina come gli altri gamberi. Se vuoi fare di testa tua , il ruscello è grande : vattene e non tornare più indietro.- Il bravo gamberetto voleva bene ai suoi, ma era troppo sicuro di essere nel giusto per avere dei dubbi: abbracciò la madre, salutò il padre e i fratelli e si avviò per il mondo. Il suo passaggio destò subito la sorpresa di un crocchio di rane che da brave comari si erano radunate a far quattro chiacchiere intorno a una foglia di ninfea. - Il mondo va a rovescio, - disse una rana, - guardate quel gambero e datemi torto, se potete.- - Non c’è più rispetto, - disse un’altra rana. - Ohibò ohibò, -disse un terza. Ma il gamberetto proseguì diritto, è proprio il caso di dirlo, per la sua strada. A un certo punto si sentì chiamare da un vecchio gamberone dall’espressione malinconica che se ne stava tutto solo accanto ad un sasso. – Buon giorno, - disse il giovane gambero. Il vecchio lo osservò a lungo, poi disse: - Cosa credi di fare? Anch’io, quando ero giovane, pensavo di insegnare ai gamberi a camminare in avanti. Ed ecco cosa ci ho guadagnato: vivo tutto solo, e la gente si mozzerebbe la lingua, piuttosto che rivolgermi la parola: Fin che sei in tempo, da’ retta a me: rassegnati a fare come gli altri e un giorno mi ringrazierai del consiglio.- Il giovane gambero non sapeva cosa rispondere e stette zitto. Ma dentro di sé pensava: - Ho ragione io.- E salutato gentilmente il vecchio riprese fieramente il suo cammino. Andrà lontano? Farà fortuna? Raddrizzerà tutte le cose storte di questo mondo? Noi non lo sappiamo, perché egli sta ancora marciando con il coraggio e la decisione del primo giorno. Possiamo solo augurargli, di tutto cuore: - Buon viaggio! –






ITACA di Costantino Kavafis

Quando ti metterai in viaggio per Itaca
devi augurarti che la strada sia lunga,
fertile in avventure e in esperienze.
I Lestrigoni e i Ciclopi
o la furia di Nettuno non temere,
non sarà questo il genere di incontri
se il pensiero resta alto e un sentimento
fermo guida il tuo spirito e il tuo corpo.
In Ciclopi e Lestrigoni, no certo,
né nell’irato Nettuno incapperai
se non li porti dentro
se l’anima non te li mette contro.

Devi augurarti che la strada sia lunga.
Che i mattini d’estate siano tanti
quando nei porti - finalmente e con che gioia -
toccherai terra tu per la prima volta:
negli empori fenici indugia e acquista
madreperle coralli ebano e ambre
tutta merce fina, anche profumi
penetranti d’ogni sorta; più profumi inebrianti che puoi,
va in molte città egizie
impara una quantità di cose dai dotti.

Sempre devi avere in mente Itaca -
raggiungerla sia il pensiero costante.
Soprattutto, non affrettare il viaggio;
fa che duri a lungo, per anni, e che da vecchio
metta piede sull’isola, tu, ricco
dei tesori accumulati per strada
senza aspettarti ricchezze da Itaca.
Itaca ti ha dato il bel viaggio,
senza di lei mai ti saresti messo
sulla strada: che cos’altro ti aspetti?

E se la trovi povera, non per questo Itaca ti avrà deluso.
Fatto ormai savio, con tutta la tua esperienza addosso
già tu avrai capito ciò che Itaca vuole significare.




Ragazza del ’95 Francesco De Gregori

Oggi è un giorno perfetto
per volare
per staccare l'ombra nel cortile
la signora dei passaporti
ha messo un timbro speciale
oggi è un giorno perfetto per volare
oggi è un giorno perfetto per non morire
perchè una rosa è una rosa è una rosa
anche se c'è da camminare
e la strada non è in discesa
una rosa è una rosa è una rosa
diversamente non si può chiamare
una ragazza del '95 che si sta per imbarcare
una ragazza del '95 che si sta per imbarcare
una rosa è una rosa è una rosa
anche nel sole di Gibilterra
il tempo scivola sull'orizzonte
comincia il mare
comincia la terra
comincia il mare
comincia la terra
comincia il mare
ricomincia la terra
oggi è un giorno perfetto per volare
oggi penso che il futuro sia un dovere
il ministero della speranza
ha detto che si può sperare
oggi è un giorno perfetto per volare
oggi è un giorno che c'è tutto da capire

perchè una rosa è una rosa è una rosa
anche nel fuoco di ferragosto
una ragazza del '95
in questo volo a basso costo
rimette a posto il cellulare
intanto scivola su Gibilterra
comincia la terra e ricomincia il mare.