descrizione

Perché gocce di armonia? Armonia significa sovrapposizione, incontro, combinazione di suoni diversi. Suonare insieme vuol dire anche ascoltare l'altro per potersi migliorare, per poter sentire la musica con l'altro, per poter costruire insieme. Questo è quello che cerco di fare con i miei studenti: creare armonia, insegnando quanto ascoltare e ascoltarsi sia importante per imparare e conoscere insieme, insegnante inclusa.
Speriamo di comporre, goccia dopo goccia, un mare di sinfonie …
Voglio ringraziare la mia amica Cristina per l'aiuto e l'incoraggiamento, senza di lei questo blog non avrebbe mai avuto inizio. Grazie Crì

Il materiale presente nel blog è stato pubblicato con il permesso dei genitori dei ragazzi.
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3 maggio 2014

Incontro con la COMUNITA' IN DIALOGO: "Impariamo ad essere persone che stanno bene

Per Essere Domani
IIIA Arcinazzo Romano
a.s.2013 - 2014

Un lungo e interessante viaggio quello intrapreso quest'anno con i ragazzi della IIIA nel mondo dell'adolescenza, il loro mondo; dalla scoperta di se stessi, al proiettarsi nel futuro, dalla riflessione sui loro problemi al rapporto con le altre generazioni, le generazioni dei più grandi o quella di adolescenti del passato, alle prese con problemi diversi in un mondo diverso ma pur sempre adolescenti con gli stessi interrogativi di una difficile età.

Martedì 29 aprile abbiamo chiuso questo viaggio con un incontro, e non esagero nel dire che non avrei saputo pensare ad una conclusione migliore.

La classe ha ospitato padre Riccardo e due suoi amici (P. e G. li chiamiamo così ma vedremo che i nomi non avranno importanza) appartenenti alla Comunità In Dialogo fondata nel 1991 a Trivigliano (Fr) da padre Matteo Tagliaferri. La comunità si occupa della riabilitazione, prevenzione e reinserimento nella società di persone tossicodipendenti ma non solo.




Affrontare questi argomenti con ragazzi di tredici - quattordici anni non è complicato come si potrebbe pensare, i ragazzi sono sempre molto curiosi e ricettivi quando si parla loro di argomenti legati alla loro età, problematiche di cui sentono molto parlare fuori dalla scuola, fuori dalle loro case, tra gli amici anche di età diversa . Penso che il nostro compito di docenti sia dare loro delle risposte, ascoltarli e impegnarci a soddisfare le diverse loro richieste, ma soprattutto saper scegliere un approccio giusto.

Ho voluto intitolare questo mio racconto: impariamo ad essere delle persone che stanno bene e c'è un motivo preciso, queste sono state le parole con le quali padre Riccardo ha iniziato il suo confidenziale raccontarci un angolo di realtà, scopriremo perché.

Questo è quello che chiamo un giusto approccio, non stiamo lì ad usare termini difficili o spiegazioni scientifiche ma partiamo dai perché: perché la droga? perché no alla droga?






Padre Riccardo ha sottolineato all'inizio del nostro incontro che la società è molto cambiata e fino a poco tempo fa, per esempio, gli incontri come il nostro si facevano solo alle scuole superiori, il suo appunto ha richiamato alla mia memoria la mia infanzia e adolescenza, quando la droga faceva paura, era il mostro dal quale stare lontani, tante le raccomandazioni dei genitori, poche le parole di spiegazione, tante notizie ai telegiornali. Oggi invece c'è tanta superficialità, il mondo degli adulti non è come quello del passato, e se parlare di droga è all'ordine del giorno il problema è quasi diventato di minore importanza. 
Farsi una canna non è essere drogati! Questo quello che si pensa ... 


Prima di andare avanti vorrei precisare che ho scattato solo questa foto di padre Riccardo, mentre nel post lascerò spazio ai manufatti realizzati dai ragazzi della comunità le cui foto ho preso dal sito prima segnalato.


Stare bene, imparare a stare bene, essere persone che stanno bene.

L'età dell'adolescenza è un'età di cambiamenti, un'età nella quale ci incontriamo veramente con noi stessi, vi accorgete di essere diversi dagli altri, siete consapevoli della vostra personalità, di essere in grado di scegliere, ma potreste non stare bene, oggi e poi, forse, in futuro. Quando non si sta bene si cerca chi ci ascolti, non si vuole essere giudicati, si cerca rifugio negli amici ... c'è chi cerca rifugio nella droga.

Allora stare bene significa incontrare qualcuno che si prenda cura di te. Nel mondo non ci sono tante comunità di recupero, soprattutto in quei paesi dove più servono, in molti luoghi del mondo si pensa che chi si droga sia ormai irrecuperabile, ci sono ragazzi che vengono chiusi in manicomio per questo, ragazzi che vengono picchiati per essere riabilitati, "aiutati".















Padre Riccardo ci ha presentato i suoi due amici, dai quali abbiamo ascoltato le loro storie. Dai loro racconti voglio trarre i passi più significativi e le risposte alle domande dei ragazzi, trascriverò le loro parole sulle quali i ragazzi potranno riflettere.



pensavo: è inutile che faccio qualcosa per me, per stare meglio

ti senti solo, non capito

pensi: cosa vogliono da me? io non sto facendo niente di male

non parlare dei propri problemi non significa averli risolti, devi parlare

oggi mi fa stare meglio il modo diverso di rapportarmi con gli altri

abbiamo molte responsabilità nella comunità, da queste impariamo a stare con gli altri, la responsabilità è un impegno per me e nei confronti degli altri

ora accetto le regole, le regole mi aiutano a comprendere ciò che mi fa stare meglio, ciò che è veramente importante e non abbiamo niente: trucchi, bei vestiti, tv, dolci, cellulari ... tutto questo diventa insignificante, si scopre che non se ne ha bisogno

lasciare i miei amici è stato difficile, ma poi ho capito cosa significa vera amicizia

chiedo: in questo percorso, cos'hai scoperto di prezioso dentro di te, ti sei "specchiata" e hai visto cosa?

ho scoperto che sono capace di aiutare gli altri, ho molte qualità, ma posso aiutare gli altri e non ho paura del mondo fuori

Padre Riccardo: parlare è la parola d'ordine, a turno ogni sera una persona fa il diario della giornata e ogni volta ci si pongono nuovi obiettivi, il dialogo, il confronto è importante, tutti devono aiutare e aiutarsi attraverso il dialogo; non è semplice parlare, come non è semplice ascoltare ed essere criticati, ma in comunità si condivide



Ascoltare, parlare ... sembrano le azioni più semplici e scontate da fare in una società, con gli amici, con i genitori, con degli sconosciuti, ma quanto si è disposti ad ascoltare? ascoltare una critica come ascoltare un amico che racconta, che chiede aiuto, che vuole un consiglio, quanto? un ascolto che sia autentico!
quanto invece si è pronti e disposti a parlare? 
no, non è facile e questo è uno dei valori che dobbiamo recuperare per stare bene







Padre Riccardo ha qui aperto una lunga parentesi sugli effetti delle droghe, no, non pensate a chissà cosa, noi stiamo sempre parlando di stare bene, quindi, attraverso un semplice esempio ci ha mostrato la differenza tra lo stare bene artificiale e lo stare bene normale. Abbiamo parlato di endorfine ... di cervello, di stress o malattie, ma vorrei focalizzare l'attenzione sull'obiettivo ultimo: il senso dei valori.



Stiamo bene quando ci accade qualcosa di bello: segniamo un goal, ci fanno un regalo, siamo corrisposti in amore, prendiamo un bel voto; quando questo accade il nostro cervello lo sente ed è lui che ci fa sentire bene, contenti

drogarsi significa sentirsi bene, contenti all'ennesima potenza, ma senza goal, senza regalo, senza bacio, senza bel voto, solo con la droga, e siamo lì tutti soli e ne vogliamo sempre di più, perché di quel bel regalo non ci importa più niente e neanche ci importa di chi ce lo fa, la vita diventa solitudine e lotta

ma cosa devo fare per stare bene? stare bene normalmente, non artificialmente?

devo continuare a dare valore al goal, al regalo, al bacio, al voto perché tutto questo mi fa stare bene ma soprattutto implica che io viva in mezzo agli altri rispettando dei valori, quali?
RISPETTO, ONESTA', FIDUCIA



Gli esempi fatti sono stati molti e il discorso molto coinvolgente, i ragazzi erano molto attenti (ricordo che molti di loro hanno visitato la comunità), mi scuso con padre Riccardo se non sono stata così precisa ma il senso profondo del suo discorso è arrivato.




Abbiamo quindi ascoltato un altro racconto, ne riporto alcune frasi.


mi piaceva stare al centro dell'attenzione e non avevo problemi

godetevi i valori: fare del bene è quello che mi riempie di più ora

non è stato facile entrare in comunità: ero abituato a difendermi

dovete imparare a saper scegliere, avete una lunga strada da fare e molta "ricchezza" in mano

imparate a parlare, lasciate il cellulare e parlate tra di voi

molti cercano di aiutarti ma non li vuoi ascoltare, resti solo




Ancora il valore nell'altro: uno dei principi della comunità è proprio questo DAVVERO CRESCI E MATURI QUANDO DIVENTI PIU' CONTENTO DI DARE CHE DI RICEVERE, DI CAPIRE PRIMA DI ESSERE CAPITO

Padre Riccardo: cominci a vedere i tuoi cambiamenti e quindi cominci ad avere fiducia in te stesso, comprendi che da te escono cose belle, e aumenta la tua autostima


I nostri ospiti ci hanno lasciato con due propositi:
- vedersi, in classe, come una comunità di persone
- andare a casa e vedere mamma e papà come persone, al di fuori della loro genitorialità







Vorrei ringraziare padre Riccardo e gli altri amici per aver trascorso con noi due piacevoli ore, spero, con le mie parole, di aver almeno sfiorato il senso e la profondità dei suoi discorsi; ringrazio la mia dirigente e la mia mia vicepreside per avermi permesso di svolgere quest'incontro e ringrazio Simonetta, Antonella e Morena, mamme dei ragazzi, che mi hanno aiutato in questo percorso dall'inizio dell'anno, ma soprattutto per questo momento. Grazie a tutti di cuore, spero che questi momenti abbiano seminato qualcosa che poi nascerà e crescerà ... 



Vorrei lasciarvi con alcune parole di padre Matteo (da una sua intervista)

[...] Penso che esse (le sostanze n.d.a.) siano una risposta sbagliata ad una vita che cerca senso, che cerca umanità.Invece la società si interroga sui danni che esse provocano e come poterle togliere, ma non si accorge che “insieme” bisogna trovare risposte a quegli interrogativi, che migliorerebbero la cultura sociale. Allora le menti e i cuori di tutti sarebbero più soddisfatti e troverebbero espressioni più adeguate attraverso comportamenti più maturi, più umani, più civili.È un’opportunità grandissima quella che in questi ultimi decenni l’umanità si trova a vivere proprio sotto la spinta delle tristi situazioni di tanti giovani che a livello mondiale abusano di sostanze; è un’opportunità che è anche una necessità di fare scelte radicali, che possono riportare l’umanità a imboccare quella strada che l’aiuterebbe ad affrontare i problemi, a migliorarsi in direzione di autentica spiritualità e nel fondamentale recupero dell’etica. [...]

Simona

6 aprile 2014

Quando le generazioni s'incontrano

Per Essere Domani
classe IIIA
Arcinazzo Romano
a.s.2013/14

Essere domani significa anche guardare indietro o guardare e ascoltare chi è più grande ed esperto di noi. L'adolescente, per sua natura, è un ribelle, ma non perché voglia proprio esserlo, diciamo soprattutto che sente i cambiamenti che vive come incomprensibili e spesso non sa da che parte guardare o andare. L'unica cosa sicura è la sua ribellione, la sua ansia di crescere e di "fare da solo", il suo necessario rapporto conflittuale con le generazioni che lo precedono, cioè i genitori, che tutto d'un tratto si trasformano in orrendi carcerieri, in muri invalicabili, in insensibili oppressori che non capiscono, che pretendono, che vogliono ... insomma, abbiamo capito.



Per prepararci ad affrontare questo argomento abbiamo letto molti brani di vita vissuta e discusso molto, diciamo che i ragazzi si sentono sì "oppressi" ma se da un lato sentono questa catena dall'altro desiderano dialogare con i loro genitori, parlare più che avere regole e imposizioni; condivisione è stata la parola che più spesso è emersa dalle nostre discussioni.

A questo punto vorrei riallacciarmi ad una precedente lezione, di circa due anni fa, nella quale provetti futuristi che guardano al futuro cancellando le generazioni precedenti, scrissero testi insoliti in altrettante forme insolite: tutte di rottura col passato.

Qui la lezione precedente dal titolo Generazioni a confronto 

Primo step: scrivere un testo narrativo dal titolo
RACCONTA UNA SITUAZIONE NELLA QUALE HAI AVUTO UN CONTRASTO CON I TUOI GENITORI. DEVE EMERGERE LA VOGLIA DI LIBERTA', LA RABBIA E LA TUA DETERMINAZIONE AD AVERE RAGIONE

Secondo step: trasformare il testo in una poesia futurista; per questo useremo diversi materiali


le caratteristiche della poesia:

Parole in libertà DEL NOSTRO TEMPO: 
Niente grammatica e sintassi
Niente punteggiatura
Niente o pochi aggettivi
Uso dell’analogia
Uso dell’onomatopea
Uso di segni grafici (+ per la congiunzione e) come nostri sms e email
Verbo all’infinito
Rabbia, anticonformismo, forza, libertà,
Disposizione grafiche con funzione espressiva
Font diversi

5. elenco di termini gergali/dialettali o altro elaborato dai ragazzi nel wiki di classe (inserirò il doc così come è stato realizzato dai ragazzi)

Buon lavoro a tutti e speriamo bene ;-)



ANDREA

CAMILLA

CATERINA

CHIARA

ELENA

ELISA

EMANUELE

GABRIELE

GIACOMO

GIORGIO

GIULIA

LUCA

LUCIA

NICO

NICOLO'

RICCARDO

SAVERIA



24 marzo 2014

Chiamarlo amore (non) si può - Educare al rispetto del genere

Per Essere Domani
IIIA Arcinazzo Romano
a.s.2013 - 14



Lezioni precedenti:




Continua la nostra lezione con gli stereotipi di genere.








Cos'è uno stereotipo? 

Guardiamo attentamente quest'immagine




Dopo aver letto questa mappa ci sembra apparentemente di conoscere meglio i nostri connazionali, classificare in questo modo la realtà ci rende più semplice il compito, ma quanto di tutto questo corrisponde ad informazioni reali e quanto invece a schemi mentali semplificati?


Stereotipo:  stereos e typos, due parole greche che significano duro, solido e immagine, quindi "immagine rigida"; modello che semplifica la realtà. Fornisce schemi generali che servono a ridurre la complessità dell'ambiente, ma annullano, nello stesso tempo, la differenza (la ricchezza) dei singoli individui che formano diversi gruppi. 
da Nadia Muscialini, Di pari passo. Percorso educativo contro la violenza di genere, indifes settenove, p. 75 
Quando lo stereotipo assume una connotazione negativa diventa pregiudizio. Facciamo qualche esempio? ... diciamo che la nostra carta ne è piena e spesso i pregiudizi sono duri a morire e influenzano la nostra mente e la nostra capacità di giudizio.

Passiamo ora agli stereotipi di genere e lo facciamo attraverso diverse attività.


Stereotipo di genere: costruzione culturale che attribuisce a maschi o femmine caratteristiche, modelli di relazione, ruoli, aspettative, vincoli, opportunità e capacità diverse.
Siamo noi influenzati dagli stereotipi di genere?

vediamo

Differenze di genere - attività (cliccare sul link)

Nel corso delle attività obiettivo importante sarà il confronto tra le due generazioni attraverso
- le attività stesse
- domande formulate dai ragazzi alla "generazione precedente" me inclusa










22 marzo 2014

Chiamarlo amore (non) si può - dall'incontro con Rosa Tiziana Bruno alla classe

Per Essere Domani

IIIA Arcinazzo Romano
a.s. 2013 -14



“Una compagnia di porcospini, in una fredda giornata d’inverno, si strinse vicina, per proteggersi, col calore reciproco, dal rimanere assiderati. Ben presto, però, sentirono le spine reciproche; il dolore li costrinse ad allontanarsi di nuovo l’uno dall’altro.
Quando poi il bisogno di scaldarsi li portò di nuovo a stare insieme, si ripeté quell’altro malessere; di modo che venivano sballottati avanti e indietro tra due mali, finché non ebbero trovato una moderata distanza reciproca, che rappresentava per loro la migliore posizione.”
ARTHUR SCHOPENHAUER, Parerga e Paralipomena



PAN di Napoli, 7 marzo 2014.

(qui una presentazione dell'evento Mostra - progetto Chiamarlo amore non si può)

Le terze medie dell'Istituto Comprensivo di Affile incontrano Rosa Tiziana Bruno, coautrice del libro per ragazzi e ragazze Chiamarlo amore non si può


Seguo da tempo la scrittrice e a Novembre, quando ho sentito parlare per la prima di questo libro ho pensato che poteva essere un'ottima lettura per i ragazzi della mia classe che si accingevano ad iniziare un progetto sui temi dell'adolescenza. 





Parlare di violenza sulle donne significa educare ai sentimenti, all'affettività, riconoscere gli stereotipi di genere, e non a caso il mio progetto si intitola Per Essere Domani, educare oggi per essere un uomo e una donna di domani.

Abbiamo riflettuto con Tiziana sui testi e la loro pertinenza con l'età, potevano ragazzi di tredici/quattordici anni leggere questi racconti, frutto di fantasia, è vero, ma ispirati ad una cruda e dolorosa realtà? 
La risposta è stata sì, e devo dire che molti di loro mi hanno ringraziato per questa lettura. I ragazzi devono imparare a conoscere il mondo che li circonda e in cui vivono, la scuola deve aprire le sue porte e insegnare a conoscere e comprendere, anche se a volte la realtà è molto dura, questo significa crescere e diventare responsabili.


Insieme alla scrittrice Bruno i ragazzi hanno brevemente ripercorso la storia dei diritti delle donne, ma soprattutto Rosa Tiziana ha introdotto due degli aspetti che poi avremmo approfondito in classe: la gestione delle emozioni e gli stereotipi di genere.

Sanno i ragazzi riconoscere le loro emozioni? I sentimenti? Quanto un adolescente sa esprimere i suoi sentimenti? In che modo l'educazione all'affettività può aiutare a comprendere e sconfiggere la tanta violenza che c'è tra i giovani? In quale misura il bullismo può essere contenuto e/o evitato con attraverso una sana educazione alle emozioni? 
Di questo ci occuperemo in seguito, spero con l'aiuto di un'amica ;-)






Ripercorrendo qualche passo del libro, aiutandoci anche con le opere artistiche create per l'occasione da illustratori e fotografi d'eccezione, siamo arrivati ai diversi aspetti della violenza di genere, il femminicidio. Insieme abbiamo visto come bisogna imparare a riconoscere i sentimenti e saperli gestire, come bisogna superare quegli stereotipi che la cultura ci ha consegnato e che ci fanno classificare ciò che è adatto ad uomo e ciò che è adatto ad una donna fino alla discriminazione e alle prevaricazione, al non rispetto.

Ringrazio Rosa Tiziana che ci ha accolto nella sua città e ci ha aiutato a riflettere su un tema così difficile. 

 ..... alla classe

I ragazzi hanno letto tutti il testo e ora è il momento delle riflessioni dopo un lungo percorso, e devo dire, non proprio semplice dal punto di vista emotivo.
Ricordo la lezione precedente sul tema, contenente anche alcune poesie scritte dai ragazzi.

La lettura del testo aveva una "piccola" clausola: leggere i 23 racconti insieme ad un adulto, preferibilmente un genitore; è arrivato il momento del confronto e delle riflessioni e i genitori saranno in classe con noi (per questo ringrazio la mia Dirigente e la mia vicepreside sempre molto disponibili, ovviamente ringrazio i genitori che interverranno ai quali ho promesso di non interrogarli ...).




Cosa faremo?
- in primo luogo metteremo insieme le nostre riflessioni riguardo al testo, concentrandoci però su determinati aspetti
- poi passeremo agli stereotipi di genere, sarà interessante confrontare due generazioni, ma soprattutto sarà fondamentale far dialogare i miei alunni, figli, con i loro genitori (abbiamo svolto alcune lezioni a riguardo che poi vi racconterò e l'esigenza di dialogo è venuta spesso fuori)






La scelta dell'immagine non è casuale, infatti la foto è tratta dal film Genitori&figli, film che abbiamo visto con i ragazzi, molto bello ed interessante, ma soprattutto realistico.

Nella presentazione seguente ho raccolto alcune citazione dal libro (con il permesso dell'autrice).
Leggiamole insieme.


Chiamarlo amore non si può

More PowerPoint presentations from Simona Martini



Scheda di analisi





Nello specifico poi vi racconterò la discussione e le altre domande che ho in mente di fare alla classe allargata.

La lettura del libro anche a mensa ... 



































COME L’UOMO VEDE SE STESSO
COME L’UOMO VEDE LA DONNA
GRUPPO DEI RAGAZZI
Forte, coraggioso, superiore, potente, grande, capo, onnipotente, come il padrone della donna, più forte della donna
Inferiore, oggetto da usare a suo piacimento, cane, marionetta, suo possesso, prostituta, inutile, provocazione, sfogo, attraente,  
GRUPPO DELLE RAGAZZE
Potente, invincibile, quello che ha il coltello dalla parte del manico, forte, superiore, crede di  essere il possessore di tutto quello che lo circonda
Nullità, inferiore, schiava, un peso, suo possesso/proprietà, suo oggetto di  divertimento/gioco,
impotente, sfacciata, alle sue dipendenze, da usare a suo piacimento
LE MAMME
Si sente forte, il padrone, dalla parte della ragione, non si mette in discussione
Come un oggetto, come uno scultore che plasma la sua materia

“Un cocktail, ecco che cos’era per lui. In cui, come un barman esperto, sapeva mescolare le giuste dosi di ingredienti e aggiungere alla fine la ciliegina.” (tratto dal racconto di Fulvia Degl’Innocenti, A piedi nudi)



























COME LA DONNA VEDE SE STESSA
COME LA DONNA VEDE L’UOMO
GRUPPO DEI RAGAZZI
Schiava, debole, inferiore, mai perfetta, sognatrice, affettuosa, chiusa, sola, oggetto dell’uomo, debole, impotente, amata
Violento, manesco, egoista, egocentrico, padrone, vitale, importante, indispensabile, burattinaio, superiore, protettivo, persona della quale fidarsi e amare, dittatore, inarrestabile
GRUPPO DELLE RAGAZZE
Nullità, impotente, debole, omertosa, coraggiosa, finta, ribelle, illusa, si sente amata, impaurita, schiava del male, forte e debole insieme, indifesa, usata, non amata per quello che è ma costretta ad essere come il suo uomo la desidera, prigioniera, disprezzata, umiliata
Superiore, invincibile, uomo=male, uomo=amore, un’illusione, violento, ossessivo, menefreghista, egoista, falso, principe azzurro, manipolatore, cattivo, possessivo, un incubo dal quale non sa come uscire, come un animale feroce
LE MAMME
Insicura,pronta a colpevolizzarsi, sottomessa, senza autostima, illusa
Dipendente, principe azzurro, come un bambino da giustificare









SCELTE
(cosa scelgono di fare le protagoniste delle storie?)
STATI D’ANIMO DURANTE LA LETTURA
IL CONFRONTO TRA GENERAZIONI (frasi, parole…riflessioni durante la lettura insieme)
GRUPPO DEI RAGAZZI
Ricorrere alla violenza, non ribellarsi, subire, sopportare, essere sfruttata
Negative: suicidio, omertà, subire per salvare o proteggere altri
Positive: fuga dall’uomo, ribellione, confidarsi, perdonare
Angoscia, dolore, tristezza, stupore, sofferenza, paura, sconcerto, vergogna per tutti gli uomini che fanno quelle cose, comprensione verso le donne, dispiacere, preoccupazione
Serve come lezione, racconti molto belli ma molto forti, la violenza non serve, nessuno è inferiore o superiore a qualcun altro, disperazione, l’uomo è più importante della donna? No
GRUPPO DELLE RAGAZZE
Fuga, suicidio, dialogo, silenzio, ribellione, arrendersi, chiedere aiuto, far capire che sono forti
Ansia, paura, ho pensato al futuro, stupore, angoscia, brividi, rabbia, dolore, abbiamo compreso quanto può essere terribile la violenza sia fisica che psicologica
Stai attenta
Non fidarti neanche della tua camicia
Non essere impulsiva
Devi avere il coraggio di parlare
Ai primi segni scappa da lui, parlane, denuncialo
Fatti aiutare, perché questioni del genere non si affrontano da soli
La solidarietà della donne è importante, tra uomo e donna ci deve essere rispetto e vero amore reciproco
LE MAMME
Tornare ad essere libere, rimanere succubi, morire per ciò che non si può chiamare amore, arrivare ad uccidere
Tristezza, dolore come donna che comprende i dolori delle altre donne di qualsiasi età
C’è più confronto e dialogo con i nostri figli rispetto alla generazione dei nostri genitori




qui il file se volete scaricarlo per la prossima attività





                         




 Sono state due ore e mezza veramente interessanti, è stato bellissimo ascoltare voci diverse, da generazioni "distanti", il confronto era ciò che ci eravamo prefissati e le mamme, nonostante il timore di essere interrogate, hanno partecipato molto attivamente alla lezione con le loro riflessioni. Soddisfatta la prof, ma anche mamme e ragazzi che vorrebbero ripetere l'esperienza. Dopo le attività abbiamo continuato la nostra discussione, ho portato l'attenzione su due punti che mi sembravano più importanti per chiudere: 
- quali sono le scelte giuste da fare per una donna ma anche per un uomo nelle condizioni così difficili di cui avevamo letto
- se, durante la lettura, le mamme avessero avuto qualche problema di comunicazione, di imbarazzo, un momento nel quale non sapevano cosa dire e ... hanno preferito magari girare pagina.





Una risposta mi ha colpito: Penso che se avessi letto il libro insieme a mia figlia e non a mio figlio, in alcuni momenti mi sarei sentita più a mio agio.

Una mamma mi ha fatto notare due passi molto significativi nelle storie, le ho chiesto di leggerli per poter chiudere la lezione, mamma Lucia li ha letti e spiegati e io ve li ripropongo.

Ringrazio tutte le mamme per il bel pomeriggio trascorso insieme, spero che dai nostri semini spunteranno belle e sagge piante.









Amo tutto di te. La tua forza, l'irruenza, la passione che metti in ogni cosa. Anche in questa sciocca discussione, alla quale non vuoi che le bimbe assistano. Invece lo faranno. E vedranno due genitori che non si impongono l'un l'altro, ma si ascoltano, si confrontano, o almeno ci provano. Che forse non saranno scelti per una pubblicità di famiglie a colazione, ma sono persone vere che affrontano la vita vera, senza musichette di sottofondo.
Annamaria Piccione, La porta chiusa

Chi ama desidera la tua felicità. Chi ama vuole che tu sia pienamente te stessa. Chi ama ti lascia libera. Chi ama non dà con lo scopo di ricevere, ma per la gioia di dare.
 Laura Novello, C'è sempre una scelta

Grazie a Rosa Tiziana Bruno