descrizione

Perché gocce di armonia? Armonia significa sovrapposizione, incontro, combinazione di suoni diversi. Suonare insieme vuol dire anche ascoltare l'altro per potersi migliorare, per poter sentire la musica con l'altro, per poter costruire insieme. Questo è quello che cerco di fare con i miei studenti: creare armonia, insegnando quanto ascoltare e ascoltarsi sia importante per imparare e conoscere insieme, insegnante inclusa.
Speriamo di comporre, goccia dopo goccia, un mare di sinfonie …
Voglio ringraziare la mia amica Cristina per l'aiuto e l'incoraggiamento, senza di lei questo blog non avrebbe mai avuto inizio. Grazie Crì

Il materiale presente nel blog è stato pubblicato con il permesso dei genitori dei ragazzi.

10 novembre 2014

La poesia d'amore: ch'ogne lingua devèn, tremando, muta


"La cadenza,
quell’indecifrabile dettaglio
che fa sì che qualcuno cammini in un certo modo,
parli con un certo tono,
guardi con una certa calma,
accarezzi con una certa esattezza."

(A. Mastretta. “Donne dagli occhi grandi”)
 









Poesia d'amore del 1200
Nel nostro viaggio attraverso la lirica d'amore del Duecento andremo alle ricerca delle seguenti caratteristiche attraverso un continuo confronto della concezione di amore nel tempo:

- definizione di amore
- descrizione della donna amata

- innamoramento ed effetti sulla persona innamorata


Dante Alighieri, Tanto gentile e tanto onesta pare

Tanto gentile e tanto onesta pare
la donna mia, quand'ella altrui saluta,
ch'ogne lingua devèn, tremando, muta,
e li occhi no l'ardiscon di guardare.
Ella si va, sentendosi laudare,
benignamente d'umiltà vestuta,
e par che sia una cosa venuta
da cielo in terra a miracol mostrare.
Mostrasi sì piacente a chi la mira
che dà per li occhi una dolcezza al core,
che 'ntender no la può chi no la prova;

e par che de la sua labbia si mova
un spirito soave pien d'amore,
che va dicendo a l'anima: Sospira.




Sono rimasto a guardarla e mi sono innamorato di lei

Giunto al portone di Neruda, si appese alla funicella che azionava il campanello prescindendo da ogni discrezione. Tre minuti di quella dose non produssero la presenza del poeta. Appoggiò la bicicletta al lampione e con un residuo di forze corse verso le rocce della spiaggia, dove scoprì Neruda in ginocchio che scavava nella sabbia.
«Ho avuto fortuna», gridò mentre saltava sulle rocce avvicinandosi.
«Telegramma!».
«Hai dovuto alzarti presto, ragazzo».
Mario si spinse fino a lui, e dedicò al poeta dieci secondi di affanno prima di recuperare l'uso della parola.
«Non importa. Sono stato molto fortunato, perché ho bisogno di parlare con lei».
«Deve essere molto importante. Ansimi come un cavallo».
13Mario si asciugò il sudore della fronte con una manata, asciugò il telegramma sulle cosce e lo depose in mano al poeta.
«Don Pablo» dichiarò solenne. «Sono innamorato».
Il vate usò il telegramma a mo' di ventaglio, e prese a muoverlo davanti al mento.
«Bene», rispose, «non è tanto grave. C'è rimedio».
«Rimedio? Don Pablo, se c'è rimedio, io voglio solo rimanere ammalato. Sono innamorato, perdutamente innamorato».
La voce del poeta, tradizionalmente lenta, questa volta parve lasciar cadere due pietre, anziché parole.
«Contro chi?».
«Don Pablo?».
«Di chi, insomma?».
«Si chiama Beatriz».
«Dante, accidenti!».
«Don Pablo?».
«C'era una volta un poeta che si innamorò di tale Beatrice. Le Beatrici suscitano amori sconfinati».
Il postino sfoderò la sua Bic, e con essa si grattò il palmo dellasinistra.
«Che fai?».
«Mi scrivo il nome del poeta. Dante».
«Dante Alighieri».
«Con l'h».
«Ma no, con l'a».
«A come amaro?».
«Come amaro e come digestivo».
«Don Pablo?».
Il poeta estrasse la sua biro verde, appoggiò il palmo del ragazzo sulla roccia e scrisse con grafia pomposa. Mentre si disponeva ad aprire il telegramma, Mario si batté in fronte con l'illustre palmo e sospirò:
«Don Pablo, sono innamorato».
«Questo l'hai già detto. E io che posso farci?».
«Mi deve aiutare».
«Alla mia età!».
«Mi deve aiutare, perché non so cosa dirle. Me la vedo davanti ed è come se fossi muto. Non mi esce fuori neanche una parola».
«Come! Non le hai mai parlato?».
«Quasi niente. Ieri sono stato a passeggiare sulla spiaggia come mi aveva detto lei. Ho guardato il mare per un bel pezzo, e non mi è venuta nessuna metafora. Allora sono andato all'osteria e mi sono comprato una
bottiglia di vino. Be', è stata lei a vendermi la bottiglia».
«Beatriz...».
«Beatriz. Sono rimasto a guardarla, e mi sono innamorato di lei».

Il postino 

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