IC
Istituto Comprensivo Cave
a. s. 2013/14
I diritti dell'infanzia e dell'adolescenza
Cos'è la Convenzione dei diritti dell'infanzia e dell'adolescenza?
Articolo 7
Hai il diritto di avere un nome e al momento della tua nascita il tuo nome il nome dei tuoi genitori e la data devono venire scritti.
Hai il diritto di avere una nazionalità e il diritto di conoscere i tuoi genitori e di venire accudito da loro.
Articolo 8
La tua identità deve essere difesa, compresa la nazionalità, il nome e le tue relazioni familiari.
La tua identità deve essere difesa, compresa la nazionalità, il nome e le tue relazioni familiari.
Il sogno
Una luce mi riempie gli occhi.
La mia anima vola
sopra il mio corpo superficiale.
Invecchio
sempre di più.
La mia anima è disperata
non può far nulla
contro la morte del suo guscio.
Il mio corpo ha compiuto
il suo cammino.
Ancor prima di poter pensare,
la luce.
Più di prima.
Ora tutto mi circonda,
mi avvolge
Il buio: non riesco a vedere.
Una luce attira tutta la mia mente.
Sto cadendo fuori.
Ora tutto è finito.
Freddo.
Piango, mi dimeno.
Sono nata.
sopra il mio corpo superficiale.
Invecchio
sempre di più.
La mia anima è disperata
non può far nulla
contro la morte del suo guscio.
Il mio corpo ha compiuto
il suo cammino.
Ancor prima di poter pensare,
la luce.
Più di prima.
Ora tutto mi circonda,
mi avvolge
Il buio: non riesco a vedere.
Una luce attira tutta la mia mente.
Sto cadendo fuori.
Ora tutto è finito.
Freddo.
Piango, mi dimeno.
Sono nata.
tratto dal web
Storia di lei
Comincia qui la storia di qualcuno che non aveva niente, neanche il nome: io l’ho sentita, e ora la racconto, prima dicendo un dove, poi un come. Il dove è sulle Ande, gran catena di monti dell’America Latina, grandissime vallate e altopiani: nacque lassù, ed era una bambina. Nacque da campesinos, contadini con poca terra e molta povertà: e certo, appena nata, ebbe un nome, Carmen, Eugenia, Ana, Luz, chissà. I suoi genitori, quando nacque, volevano che il suo nome restasse, ma per poterlo fare registrare dovevano pagare delle tasse. Soldi per quella spesa non ce n’era, così il suo nome non fu registrato; Ana, Eugenia, Carmen, quel che fosse, non fu mai scritto, solo pronunciato. Per cinque anni visse sulle Ande, e aiutò la madre e le sorelle a lavorare i campi: le sue mani, già a quell’età, non erano più belle. Portava l’acqua, zappava la terra, raccoglieva la legna e le patate, impastava focacce: a cinque anni aveva già le mani rovinate. Sua madre la chiamava con il nome che non sappiamo, e diceva così: -…vedrai, quando sarai più grande, tu vivrai bene, non sarai più qui. Non farai più lavori di fatica, e mangerai ogni volta che vorrai, con vestito
rosso andrai a ballare, e a casa, ogni tanto, tornerai. Perché la madre di quella bambina parlava in quel modo? Perché c’era, nel villaggio, giù in basso, nella valle, la signora Jacinto, un’infermiera. La signora Jacinto, che sapeva il numero di figli di Marita, questo era il nome della madre, un giorno le aveva detto: - Ahi, che brutta vita, fanno i tuoi figli, su per la montagna, e soprattutto quella piccolina, come si chiama?... Ma sicuro! È forte? È intelligente? È carina? Sai cosa penso? Se voi me la date, la porterà in città, da certa gente che la terrà, la farà andare a scuola: se invece cresce qui, non avrà niente. Ma tutto questo quanto costerà?-Aveva chiesto Marita, sperando. Rispose l’altra: - Farai a casa mia un po’ di pulizie, di quando in quando. Così, a cinque anni, con un nome che era una parola pronunciata, non scritta sulla carta, la bambina giù nella gran città fu trasportata. Ma cosa accade? Chi l’accompagnava da quella brava gente, si sbagliò? Oppure Jacinto era bugiarda? Che cosa accadde? Questo non lo so. Dopo un anno, lassù, quell’infermiera disse a Marita: - Si è persa in città: la polizia la sta cercando, e certo, un giorno o l’altro, la ritroverà. Ma se le cose stavano in quel modo chi cerca una bambina, chi la trova, se non ha un nome, se non ha una carta, se della sua esistenza non c’è prova? Ma non era così: quella bambina non si era persa, era stata venduta, per un po’ di denaro, a una famiglia, e stava lì, a servire, sconosciuta. Lei diceva: - il mio nome è… Ma, per paura che fosse trovata, quelli glielo cambiarono in Lucia, e con quel nome falso fu chiamata. E non andava a scuola, ma faceva, piccola serva, i molti lavori che occorrono: puliva, cucinava, e stava in casa, non andava fuori, perché dove può andare una bambina che non ha un nome, e nemmeno sa il nome del villaggio dov’è nata? Dove può andare, in una città? E lavorava lì, dove le davano almeno da mangiare e da dormire: era un fantasma che non ha nemmeno un nome proprio, che si possa dire. Dopo tre anni finì in una casa piena di gente, a lavare, ore e ore, i panni a tutti, nell’acqua bollente, e le sue mani erano un dolore. Un giorno che, dopo la gran fatica, qualcuno ancora la picchiò, fuggì. Per un giorno e una notte vagò sola, mangiò rifiuti, e per strada dormì. Si risvegliò in un letto. Aveva accanto una giovane donna, un’assistente, che chiese il suo nome sorridendo, ma la bambina non rispose niente: il nome antico l’aveva scordato, ma non disse “Lucia”, per paura di essere ritrovata dai padroni, così rimase zitta, ferma e dura. Poi in una grande casa fu portata, con molti altri bambini e bambine. C’era una scuola dove si studiava, e le maestre, delle signorine. Lei parlava pochissimo, ascoltava, e disegnava, scriveva, imparava. - Ricordi quando eri piccolina?- Chiedevano, ma lei non ricordava. Le diedero un nome, per chiamarla: il nome era Francisca. Dopo un po’ lei rispondeva a quel nuovo nome, e di Lucia si dimenticò. Quasi tutti i bambini, in quella casa, compivano gli anni a Natale, perché la loro età non si sapeva: era un compleanno generale. Lei, un Natale, compì undici anni, ed ebbe in regalo un libro grande, un po’ usato, ma le piacque molto, c’erano molte foto delle Ande. Un giorno, a marzo, a pagina novanta, vide una montagna con la cima che somigliava a un lama senza orecchie, e le sembrò di averla vista prima; lo disse, allora, alla sua maestra, e la maestra, molto emozionata, guardò una carta, poi lesse il nome di un villaggio: “San Tomè de Plata”. E la bambina cantò una canzone che diceva così: “Santo Tomé, proteggici fin quando siamo vivi, e poi, da morti, prendici con te!”. E Gracia, la maestra, disse: - Sai, Francisca, presto noi faremo un viaggio! Lei la guardava, zitta. Gracia aggiunse: -lassù c’è neve, adesso, andremo a maggio. E quando venne maggio, prima in treno, poi sopra una corriera gialla e blu, le due arrancarono su per le Ande: -Guarda, Francisca! San Tomé, lassù! Lei stava ad occhi aperti, un po’ stordita, e le sembrava un sogno, e sorrideva, guardava, e d’improvviso pianse forte, perché guardava e riconosceva. E poi rivide sua madre, Marita, e Marita rivide sua figlia, e tutti che piangevano ridendo, tutto il villaggio insieme alla famiglia. E dopo Gracia disse:- Noi, laggiù, la chiamiamo Francisca, ma qual è il suo nome vero? - E Marita disse:-È Consuelo- e la strinse a sé. Così ebbe il suo nome, dichiarato, scritto per sempre: fu lei che lo scrisse. Poi diventò maestra, e insegnò a scrivere ai bambini, finché visse.
"Storia di Lei" di Roberto Piumini, edito nella raccolta "Non calpestate i nostri diritti", Ed. Unicef/il battello a vapore.
Cosa significa avere un'identità?
IO ESISTO, IO SOGNO
AVRAI UNA SCUOLA DOVE POTER STUDIARE
AVRAI GIOCATTOLI PER POTER VIAGGIARE CON LA FANTASIA
AVRAI LA LIBERTA' DI SCEGLIERE
AVRAI UNA FAMIGLIA
AVRAI UN SOGNO CHE DIVENTERA' REALTA'
HO SOGNATO DI VOLARE
Dacia Maraini
Ho sognato di volare
tante volte in una
una volta in tante,
leggera sopra i tetti
con un sospiro di gioia nera
posandomi sui cornicioni
seduta in bilico su un comignolo
quanto quanto quanto
ho camminato sulle vie
ariose dell'orizzonte
fra nuvole salate e raggi di sole
un gabbiano dal becco aguzzo
un passero dalle piume amare
erano le sole compagnie
di una coscienza addormentata
vorrei saper volare
ancora in sogno ancora,
come una rondine,
da una tegola all'altra
e poi sputare sulle teste
dei passanti e ridere
della loro sorpresa, piove?
O sono lacrime di un Dio ammalato?
Volo ancora, ma nelle tregue del sonno
il piede non più leggero
scivola via, una mano si aggrappa
alla grondaia che scappa
vorrei volando volare
e riempire di allegrie
le spine del buio.
I sogni dei più piccoli, i nostri sogni
There's a place
In your heart And I know that it is love And this place could Be much Brighter than tomorrow And if you really try You'll find there's no need To cry In his Place you'll feel There's no hurt or sorrow There are ways To get there If you care enough For the living Make a little space Make a better place... Heal the world Make it a better place For you and for me And the entire human race There are people dying If you care enough For the living Make a better place For you and for me If you want to know why There's a love that Cannot lie Love is strong It only cares of Joyful giving If we try We shall see In the bliss We cannot feel Fear or dread We stop existing and Start living Then it feels that always Love's enough for us growing So make a better world Make a better world... Heal the world Make it a better place For you and for me And the entire human race There are people dying If you care enough For the living Make a better place For you and for me And the dream we were Conceived in Will reveal a joyful face And the world we Once believed in Will shine again in grace Then why do we keep Strangling life Wound this earth Crucify its soul Though it's plain to see This world is heavenly Be God's glow We could fly so high Let our spirits never die In my heart I feel you are all My brothers Create a world with No fear Together we cry Happy tears See the nations turn Their swords Into plowshares We could really get there If you cared enough For the living Make a little space To make a better place... Heal the world Make it a better place For you and for me And the entire human race There are people dying If you care enough For the living Make a better place For you and for me There are people dying If you care enough For the living Make a better place For you and for me You and for me You and for me |
C'è un posto
Nel tuo cuore E so che è l'amore E questo posto potrebbe essere molto più luminoso di domani E se tu davvero ci provi Scoprirai che non c'è alcun motivo Di piangere In questo posto sentirai Che non c'è dolore o dispiacere Ci sono vari modi Per arrivarci Se ci tieni abbastanza Alla vita Crea un piccolo spazio Crea un posto migliore... Cura il mondo Rendilo un posto migliore Per te e per me e L'intera razza umana Ci sono persone che muoiono Se ci tieni abbastanza Alla vita Crea un posto migliore Per te e per me Se vuoi sapere perché C'è un amore che Non può mentire L'amore è forte Necessita solo di donare gioia Se proviamo Noi vedremo Che in questa beatitudine Non possiamo provare Paura o terrore Finiamo di esistere e Iniziamo a vivere! Allora sentiremo che sempre L'amore è sufficiente Per farci crescere Dunque crea un mondo migliore Crea un mondo migliore... Cura il mondo Rendilo un posto migliore Per te e per me e L'intera razza umana Ci sono persone che muoiono Se ci tieni abbastanza Alla vita Crea un posto migliore Per te e per me E il sogno in cui stavamo credendo Rivelerà un volto migliore E il mondo in cui una volta credevamo Splenderà ancora nella grazia Allora perché continuiamo A reprimere la vita A ferire questa terra Crocifiggendo la sua anima Anche se è semplice da capire Che questo mondo è Luce di Dio? Noi potremmo volare così in alto Lasciamo che i nostri spiriti non muoiano mai Nel mio cuore Io sento che voi siete tutti Miei fratelli Create un mondo Senza paura Insieme noi piangeremo Lacrime di felicità Guardando le nazioni trasformare Le loro spade in vomeri Noi potremmo davvero arrivarci fino a questo Se ci tieni abbastanza Alla vita Crea un piccolo spazio Per creare un posto migliore... Cura il mondo Rendilo un posto migliore Per te e per me e L'intera razza umana Ci sono persone che muoiono Se ci tieni abbastanza Alla vita Crea un posto migliore Per te e per me Ci sono persone che muoiono Se ci tieni abbastanza Alla vita Crea un posto migliore Per te e per me Per te e per me. |
Attività: scrivere seguendo lo schema del mito un testo dal titolo
Come nasce un sogno
Ciao Simona, ho segnalato il tuo blog nella mia lista del Liebster Award. Tutte le informazoni su http://elisasantambrogio3.blogspot.it/2014/11/liebster-award-discover-new-blogs.html
RispondiEliminaA presto! Elisa
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