Gocce di Armonia
blog didattico della prof.ssa Simona Martini - questo spazio conterrà solo le lezioni, per una fruizione più semplice del materiale rimando al sito http://goccediarmonia.altervista.org/
Grammatica
descrizione
18 settembre 2024
23 gennaio 2024
Parole: libertà, informazione, conoscenza
Iniziamo questo nostro nuovo percorso da due citazioni. Cosa dovrete fare?
- leggerle con attenzione
- confrontarvi all'interno del gruppo sul loro significato
- sottolineare parole/frasi potenti dando una spiegazione
Al termine il capogruppo di oggi riferirà in modo sintetico, ordinato ed esaustivo.
Tutti gli usi della parola a tutti: mi sembra un buon motto, dal buon senso democratico.
Non perché tutti siano artisti, ma perché nessuno sia schiavo.
Gianni Rodari
Non smettete mai di protestare; non smettete mai di dissentire, di porvi domande, di mettere in discussione l’autorità, i luoghi comuni, i dogmi. Non esiste la verità assoluta. Non smettete di pensare.
Siate voci fuori dal coro. Siate il peso che inclina il piano. Siate sempre in disaccordo perché il dissenso è un’arma. Siate sempre informati e non chiudetevi alla conoscenza perché anche il sapere è un’arma. Forse non cambierete il mondo, ma avrete contribuito a inclinare il piano nella vostra direzione e avrete reso la vostra vita degna di essere raccontata.
Un uomo che non dissente è un seme che non crescerà mai.
Bertrand Russell
15 gennaio 2024
Verso la Grande Guerra
Per introdurre lo studio della Grande Guerra ho pensato di vedere insieme alla classe un docufilm molto ben fatto dalla Rai e dedicato alla storia del Milite Ignoto, LA SCELTA DI MARIA
Il docufilm si può vedere su raiplay gratuitamente.
Il passo successivo è stato rispondere a una serie di domande di diverso tipo.
Leggile qui: → domande
10 dicembre 2023
La Vita Nova
"Satie fu un autentico, grandissimo originale in campo musicale (si vedano il primo giugno, il primo luglio e il 3 settembre) e visse un’esistenza di apparenti paradossi e contraddizioni. Istrionico e virtuoso in scena, nel privato era timido e introverso. Elegantissimo in pubblico, vestito di sete e velluti, a casa viveva nel disordine più totale. Deriso dai suoi professori come «lo studente più pigro del Conservatorio», scrisse alcuni dei brani di musica più belli, creativi e memorabili del XX secolo. Alcuni anni dopo la morte di Satie nel 1925 un gruppo di suoi amici riuscì infine a entrare nel suo piccolo appartamento al 22 di rue Cauchy ad Arcueil, alle porte di Parigi, dove lui non aveva lasciato entrare nessuno per ventisette anni. In mezzo alla confusione trovarono, in ordine sparso: due pianoforti a coda uno sopra l’altro, sette completi di velluto, molti ombrelli, una sedia, un tavolo e mucchi di lettere d’amore alla sua musa, amante e vicina Suzanne Valadon, che non le aveva mai spedito. Ispirata da queste lettere, Elena Kats-Chernin ha scritto una suite di ventisei deliziose miniature per pianoforte, ciascuna delle quali riflette un elemento dell’arte, dell’amore e della vita, così unici, di Satie. Meglio ancora se avete la possibilità di ascoltarla sorseggiando un classico cocktail francese."
Burton-Hill, Clemency. Un anno con Mozart (Italian Edition) (p.42). Neri Pozza. Edizione del Kindle.
Tutto incominciò ad una festa
Il primo giorno di Maggio a Firenze era tradizione festeggiare la giovinezza eterna della vita. Il ritorno di questo mese coincideva con il trionfo della stagione più amata: la primavera. La primavera rivestiva il mondo con il suo nuovo, eterno mantello, e risvegliava in tutti gli esseri la consapevolezza del dono misterioso di vivere, di compiere – senza volerlo – un affascinante viaggio sperimentale. In quel giorno dedicato alla gratitudine per la bellezza del mondo, alla riconsacrazione dei doni più dolci e più fugaci, fiorivano gli innamoramenti estemporanei. Era un tripudio di sguardi innamorati e schivi reciprocamente scambiati. Nella festa della giovinezza, luogo dell’anima prima ancora che stagione della vita, nell’immemore abbandono alla spensierata spontaneità, la morte doveva apparire come una irrealtà insensata, dopo una lunga, misteriosa giornata. In quel giorno non c’era fiorentino che non fosse contagiato da un desiderio di festa.
Ecco la testimonianza di Boccaccio:
« Nel tempo nel quale la dolcezza del cielo riveste de’ suoi ornamenti la terra, e tutta per la varietà de’ fiori mescolati fra le verdi frondi la fa ridente, era usanza della nostra città, e degli uomini e delle donne, nelle loro contrade ciascuno in distinte compagnie festeggiare ».
Folco Portinari è il papà di una fanciulla di nove anni, Beatrice. Questo signor Portinari decide di organizzare un party a casa sua, dove – tra gli altri – invita un suo amico e vicino di casa, Alighiero Alighieri. Anche questo signor Alighieri è un papà, e il suo figliuolo è coetaneo della piccola Beatrice. Se questo ( Beatrice ) è un nome ancora abbastanza diffuso, il figliuolo del signor Alighieri ha un nome un po’ insolito: Durante, che – abbreviato – fa Dante. Questi scopre che il papà è stato invitato a una festa. Vuole andarci pure lui. Il babbo lo accontenta e la festa incomincia.
Dante, giunto a casa Portinari, trova degli amichetti, dei bambini della sua età, con i quali incomincia a giocare ( scrive Boccaccio: « a trastullarsi puerilmente »). Viene intanto servito da mangiare e tra cibi, canti e giochi il tempo spensierato e lieto scorre….
A un certo punto, tra «la turba dei giovinetti», gli occhi del piccolo Dante incrociarono quelli della figliuola del padrone di casa ( il signor Folco ).
Per la prima volta dunque, Beatrice appare a Dante.
Boccaccio ci informa che Beatrice era una bimbetta « la cui età era forse di otto anni, leggiadretta assai secondo la sua fanciullezza, e nei suoi atti gentilesca e piacevole molto, con costumi e con parole assai più gravi e modeste che il suo picciolo tempo non richiedea; e, oltre a questo, aveva le fattezze del viso dilicate molto e ottimamente disposte e piene, oltre alla bellezza, di tanta onesta vaghezza, che quasi un’angioletta era reputata da molti. Costei adunque, tale quale io la disegno, o forse assai più bella, apparve in questa festa. Dante, ancora che fanciul fosse, con tanta affezione la bella immagine di lei ricevette nel cuore, che da quel giorno innanzi mai, mentre visse, non se ne dipartì».
È dunque un amore a prima vista in tenera età. Non è mai troppo presto ( come non è mai troppo tardi ) per innamorarsi.
da https://libreriamo.it/libri/dante-e-beatrice-un-amore-a-prima-vista-in-tenera-eta/ articolo di Dario Pisano
La difficoltà di scegliere
Cosa significa decidere? Scegliere?
Il verbo decidere deriva dal latino e significa tagliare. Quindi ogni volta che prendi una decisione tagli via delle possibilità scegliendo una strada piuttosto che un'altra.
Ne abbiamo parlato tanto da inizio anno, riassumiamo ciò che finora è venuto fuori dalle nostre discussioni.
Scegliere è una decisione importante che ci obbliga a riflettere su di noi; prima di decidere ci soffermiamo su cosa o chi ci ostacola, su chi ci consiglia ma anche su ciò che di importante abbiamo noi, risorse e competenze.
Scegliere ci costringe anche a riflettere sulle conseguenze delle nostre scelte, a breve o a lungo termine. Scegliere è prendersi delle responsabilità.
Scegliere, come abbiamo detto, è anche credere in qualcosa, avere dei valori, delle idee che ci spingono verso una direzione.
Ragioniamo insieme su una serie di domande e da qui, ogni tanto, senza impegno ma con attenzione, rifletteremo su quanto emerso dalla discussione.
7 settembre 2023
Lezione di accoglienza classe 3C: conosciamoci e costruiamo insieme un ambiente accogliente
Accoglienza 3C
Benvenuti a tutti i lettori,
torno finalmente a scrivere in questo spazio al quale tengo molto, che mi ha accompagnato per molti anni e che ultimamente ho un pochino trascurato.
Torno a scrivere e a dialogare con voi per un motivo preciso: accogliere una classe che non conosco, ragazzi e ragazze nuovi con i quali dovrò trascorrere solo un anno, un percorso breve ma molto intenso, fino agli esami di terza media.
Mi sono chiesta cosa fosse necessario per creare un clima sereno e una situazione che ci permettesse di lavorare insieme e conoscerci, sicuramente lo faccio sempre ma sapete che un gruppo non è solo mettere insieme alcune persone, ci sono meccanismi, comportamenti che devono consolidarsi e per farlo hanno bisogno di tempo, quello che noi non abbiamo.
Una classe è fatta di tante persone, ognuna con i suoi bisogni, io sarei la persona che dovrebbe far emergere o vedere questi bisogni e cercare di soddisfarli. Sembra facile detto così, vero?
In primo luogo la persona che viene aiutata deve sentirsi valorizzata per quello che è.
Se vogliamo aiutare qualcuno sentirsi apprezzato e rispettato la prima cosa che dovremmo fare è ascoltarlo con attenzione, ma anche i ragazzi devono ascoltarsi con attenzione perché ogni volta che ascoltiamo, se lo facciamo in modo autentico, trasmettiamo dei messaggi. Ascoltare significa anche far parlare e lasciare il tempo che serve.
Tutto questo non si ottiene in modo semplice, occorre aver fiducia e dare fiducia, i più pensano che insegnare a scrivere un testo sia semplice, ma la scrittura scava dentro, la scrittura ti espone e solo se ti fidi di chi ti ascolta e ti legge la scrittura è autentica e ti mette in grado di misurarti con le tue capacità, senza paura.
Per creare sintonia, per convincere gli alunni a sentirsi capiti ma anche felici nel loro gruppo occorre che si conoscano e che ci conosciamo, diciamo che non guasterà una buona dose di empatia.
Per questo corso intensivo dello stare insieme avrei pensato di svolgere una serie di lezioni su: 1. come si sentono e si vedono i miei nuovi alunni (ovviamente l'attività sarà rivolta anche a me);
2. l'importanza della condivisione in classe, con fiducia e sospensione del giudizio reciproci;
3. il senso del dialogo autentico;
4. creare sintonia e sentirsi "sentiti" con un pizzico di empatia.