Da dove sono venuto? Dove mi hai trovato?
Domandò il bambino a sua madre.
Ed ella pianse e rise allo stesso tempo e stringendolo al petto gli rispose:
tu eri nascosto nel mio cuore bambino mio,
tu eri il Suo desiderio. [...]
RABINDRANATH TAGORE, The Crescent Moon
“Una compagnia di porcospini, in una fredda giornata d’inverno, si strinse vicina, per proteggersi, col calore reciproco, dal rimanere assiderati. Ben presto, però, sentirono le spine reciproche; il dolore li costrinse ad allontanarsi di nuovo l’uno dall’altro.
Quando poi il bisogno di scaldarsi li portò di nuovo a stare insieme, si ripeté quell’altro malessere; di modo che venivano sballottati avanti e indietro tra due mali, finché non ebbero trovato una moderata distanza reciproca, che rappresentava per loro la migliore posizione.”
ARTHUR SCHOPENHAUER, Parerga e Paralipomena
Le regole della vita ci insegnano che per crescere ogni generazione deve costruire un rapporto conflittuale con la generazione precedente, deve essere segnato un limite per far sì che venga superato e si vada oltre.
Questo atteggiamento si rende necessario, ma a volte ci troviamo di fronte a casi estremi di ribellione, di incomprensione, di incomunicabilità tra "persone" che stanno cercando un loro modo di essere e persone che già hanno vissuto la loro ribellione e che ora si trovano dalla parte opposta, quella delle regole e delle imposizioni.
Cerchiamo di capire cosa ne pensano i ragazzi, ma soprattutto troveremo un modo per far venir fuori in modo nuovo la loro volontà di ribellione e di libertà ... sempre a modo nostro.
Il fatto che mi ha stupito è stato che,introdotto l'argomento ai ragazzi, il loro primo passo è stato quello di volersi definire, voler definire la loro generazione e Lorenzo ha proposto questi video, non certo con soddisfazione o entusiasmo, aggiungendo parole di speranza dall' "alto" dei suoi tredici anni ... "noi purtroppo siamo così"
questo è stato proposto da Iris
e questo da Michela che dice: "Questa canzone racconta adeguatamente della nostra generazione: Giovani, Selvaggi e Liberi"
Rifletteremo insieme in classe, anche sul significato dei testi che ho voluto mettere come introduzione del post, ma una domanda mi sorge spontanea:
i giovani si sentono ribelli e selvaggi (!), ma se avessero la libertà che tanto desiderano, la saprebbero usare bene?
Iris e Claudia propongono la visione di questo film, magari lo vediamo...e ne discutiamo insieme
Iris e Claudia propongono la visione di questo film, magari lo vediamo...e ne discutiamo insieme
Allora: oggi in classe è scoppiata la bomba, alla domanda
"Cosa vi dà più fastidio delle cose che dicono e fanno i vostri genitori?"
ho avuto una sesta ora di fuoco, e meno male che li ho presi stanchi in una sesta ora di venerdì...sentite quello che hanno detto in un momento di smoderata sincerità, assoluta libertà, scoordinata ribellione ;-)
parlano troppo
si lamentano
non sono giusti
esagerano sempre
sono: no tecno (avversi a qualsiasi tipo di strumento tecnologico)
sono ansiosi
parlano troppo del loro passato
vietano
fanno raccomandazioni
sono maniaci del pulito e dell'ordine
autoritari
danno ordini
giudicano
non ascoltano
sono tirchi
ti rinfacciano tutto
fanno paragoni
domandano
predicano
rimandano con scuse
rimproverano
non rispettano la privacy
limitano la libertà
pretendono troppo
ci fanno vergognare davanti agli amici
chiedono agli amici cose su di noi
diciamo che si sono sfogati per benino ... è anche vero che avevamo appena letto due poesie di Marinetti ... ma penso non abbia inciso più di tanto
Riccardo ha trovato un video nel quale tutto questo "sfogo" è molto più esplicito
ragazzi sentite questo psicologo che dice sull'argomento, a me sembra che in parte dia ragione a voi, che ve ne pare?
interessante video scovato da Myriam
Myriam ci riassume le regole contenute nel video:
1. con le esperienze e le decisioni riusciamo a maturare, inoltre dobbiamo avere un'indipendenza e delle indicazioni sicure da parte dei nostri genitori
2. abbiamo anche bisogno di input emotivi e intellettuali che ci facciano crescere
3. siamo tutti diversi e abbiamo diverse necessità rispetto ad altri, i nostri genitori ci devono trattare come individui
4. bisogna avere un buon dialogo con i nostri genitori, per poi affrontare meglio l'adolescenza e imparare a comunicare
5. i nostri genitori ci devono far capire che prima del divertimento c'e la responsabilità
6. discutere e applicare delle regole con i figli nella quotidianità
7. genitori sempre disponibili per i propri figli. Ma disposti a “lasciarli andare”
8.il genitore deve sempre riconoscere le capacità dei figli, aiutarlo a realizzare i propri obiettivi
9. i figli aiutati dai genitori devono saper distinguere il bene e il male quando sono fuori casa e devono saper scegliere le compagnie giuste
10. i figli devono sentirsi capiti
Lorenzo ci fa notare che c'è anche altro, non sono ribellione ma anche dialogo e amore, ecco le sue parole:
"Video veramente bello e toccante, mi ha fatto capire molti aspetti della vita di una persona che ancora non conoscevo. il padre scrive una lettera al figlio ormai grande, dicendogli che quando sarà vecchio di non trattarlo come un peso ma di avere tutta la sua pazienza. non c'entra molto con l'adolescenza però spero che vi piaccia."
In classe è venuto fuori questo bell'argomento:
ma quanto c'è ancora di adolescente nei nostri genitori?
In realtà oggi non c'è proprio una linea di demarcazione tra le diverse età, siamo bombardati ogni giorno da notizie senza età, tutto è a disposizione di tutti e non esiste nessuno segreto per i ragazzi, addirittura loro stessi si sono trovati bambini molto diversi dagli stessi bambini di oggi (molti gli aneddoti in classe ... non pensavo notassero e riflettessero su queste cose).
La conclusione è stata che c'è confusione totale: ragazzi che troppo presto diventano grandi, adulti che tardano a crescere, rimanendo piccoli e rivedendosi poi nei loro figli adolescenti.
dopo la lettura di diversi testi in classe
è stata la volta delle frasi dei genitori, ho chiesto ai ragazzi di trascrivere le frasi che i loro genitori ripetono più spesso, ovviamente si è trattato di frasi tutt'altro che gentili (a detta loro) ma credetemi in classe si moriva dal ridere
è stata la volta delle frasi dei genitori, ho chiesto ai ragazzi di trascrivere le frasi che i loro genitori ripetono più spesso, ovviamente si è trattato di frasi tutt'altro che gentili (a detta loro) ma credetemi in classe si moriva dal ridere
eccovele ... solo se siete veramente pronti, sicuri?
prossima tappa, siamo andati sul concreto, questa volta c'è stato un testo da svolgere, il cui senso sarà chiaro con l'ultima fase del percorso
il titolo del testo è questo:
RACCONTA UNA SITUAZIONE NELLA QUALE HAI AVUTO UN CONTRASTO CON I TUOI GENITORI. dEVE EMERGERE LA VOGLIA DI LIBERTA', LA RABBIA E LA TUA DETERMINAZIONE AD AVERE RAGIONE
sapranno argomentare i nostri eroi le loro ragioni?
(molto gettonata l'uscita di sera con aggiunta di ora e litigio finale ...
non si parla di Cenerentola e principi ...
scusate qualche libertà linguistica)
Un giorno sono uscita con i miei amici, per passare una serata di quelle indimenticabili, senza pensieri, ero molto contenta, troppo contenta, ma il problema era quello di convincere i miei genitori a farmi tornare tardi.
Con coraggio andai e dissi:" Mamma esco, posso tornare a mezzanotte?".
Non le avessi mai dette quelle parole, subito mia madre si alzò tutta infuriata, alzò quel maledetto dito puntandomelo contro dicendo: "Ma dove vai? Il mondo è cambiato, diglielo Gia' ".
Subito mio padre si alzò e anche lui cominciò a urlarmi contro:" Tu esci sempre, io sono stanco, vado a lavorare, mica sono come te che stai sempre davanti al computer, al cellulare. Tu non esci".
Poi però riandai da mamma e con i miei occhietti e complimenti dolci la convinsi a farmi uscire, però ad un patto: dovevo tornare alle undici precise.
Ero un po' amareggiata, ma questo non mi impedì di uscire.
Quella sera mi ero divertita molto, purtroppo erano le 10 e 57, la mia faccia diventò immediatamente bianca, ero troppo nervosa e invece di partire per arrivare in tempo mi ero fermata a pensare a come trovare un modo per arrivare in tempo a bussare a quella maledetta porta! Tornata alla realtà cominciai a correre, guardai l'orologio, erano precisamente le 11!
Per arrivare a casa mancavano 5 minuti contati, dentro di me pensavo "Ecco la morte è giunta!". Finalmente arrivai davanti alla porta, suonai ..................
Mia madre aprì, si impostò davanti alla porta e pronunciò queste parole:" Ma come ti sei permessa? Domani non esci! Tu ti approfitti troppo, adesso va in camera, metti in ordine e non accendere internet! Va subito a dormire!".
Subito pensai:" Che la sfida abbia inizio".
Mariangela
Quella sera uscii con degli amici per passare un po' di tempo fuori da quelle quattro mura odiose. Dovetti faticare molto per ottenere quello stupido permesso, che alla fine si è rivelato solo fatica sprecata. Prima di uscire dovetti subire le raccomandazioni di mia madre: Stai attenta per strada che di notte non si sa chi passi, copriti che fa freddo e soprattutto, sottolineo soprattutto, devi tornare all'ora prevista, cioè alle 12 in punto ... con il solito "Ci siamo intesi?".
Quando chiusi la porta ringraziai Dio con una preghiera per avermi fatto uscire da quel tribunale.
Fu una serata stupenda, nel vero senso della parola, c'era solo un problema: l'orario.
Erano le 23 e 55, quando mi accorsi dell'ora, come un fulmine cercai di arrivare a casa entro la mezzanotte, ma era praticamente impossibile. Quando varcai la soglia di casa era tutto buio, cercai di non svegliare mia madre. Tentativo inutile! Una luce si accese e due occhi minacciosi mi fulminarono. "Come ti sei permessa di tornare a quest'ora?! Da ora fino a quando non te lo dirò io non uscirai più!". Il mio sguardo si fece nero, come un tizzone, e parole e insulti volarono. Me ne andai in camera, nera di rabbia. Non era giusto. Lei non mi poteva proibire di uscire. E poi ero tornata alle 12 e 01, per un minuto! Visto che lei mi avrebbe impedito di uscire, io le avrei impedito di parlarmi. Quel che è fatto è rifatto. Poi vediamo chi ha ragione.
Francesca
Mi ricordo di una volta quando sono tornato più tardi dell'orario previsto e mamma mi ha cominciato a dire che il giorno dopo non sarei proprio uscito. Mi sono arrabbiato e cercavo di convincerla a lasciarmi uscire. Niente da fare, non volevano cedere, lei e mio padre. Mamma che urlava da una parte, papà da un'altra e le parole erano sempre quelle. Il giorno dopo sono andato dai miei genitori e gli ho chiesto scusa, mamma le ha accettate ma non mi ha fatto uscire, tutto era vano. Però papà lo avevo convinto, quindi cominciarono a litigare loro due e io me ne andai piano piano con il broncio.
Matteo
L'anno scorso in una giornata d'inverno appena tornato dalla scuola, esaurito e stressato dalle lezioni, ho fatto una brutta litigata con la mia mamma (papà era al lavoro). Non potete immaginare, ma ci rendiamo conto: noi che facciamo sei ore scolastiche, che ci alziamo la mattina alle sette dopo essere andati al letto alle undici per finire di studiare oo altre cose, ci dobbiamo sopportare anche quei rompiscatole dei nostri genitori! Ora vi racconto.
Tornato a casa alle 2 e 10 mi sono messo a giocare con la playstation fino alle 3 e 30 e mia madre che ogni tanto mi diceva:"Lore', fai i compiti" e ripeteva e ripeteva.
A un certo punto le ho detto:"Ma me lo si itto venti vòte, per favore statte un po' zitta, lo so che devo fa' i compiti, non me sta sempre a scoccia' che so' sei ore che sto a scola,, un po' di relax!". Lei si infuriò e STACCO' L'ELETTRICITA', poi la riaccese e mi tolse la play.
Mi misi così su facebook dicendogli che stavo facendo una ricerca per la scuola e mi lasciò in pace. Però mi dovevo vendicare. Allora la invitai a fare un Salame del re (un dolce) e dopo circa dieci minuti che lo aveva infornato, mentre era a stendere i panni, io staccai la corrente ehehehehehhe. Mia madre se ne accorse e mi vietò di uscire.
Mi misi a fare i compiti sul serio e quando finii dissi a mia madre, come se niente fosse:"Io esco". Lei mi fulminò con lo sguardo:" NO, tu non ti muovi di pezza!".
Iniziò il finimondo, una litigata inimmaginabile.
Mi fanno veramente arrabbiare le persone che dicono che i genitori hanno sempre ragione; in questo caso avevo ragione io perché mi dite noi ragazzi che cavolo di vita facciamo? Se dopo sei ore di scuola non possiamo neanche giocare o rilassarci o comunque non pensare ai compiti, perché i genitori sono lì, col fiato sul tuo collo, a romperti le scatole ogni volta, quando fa così mia madre mi fa proprio rodere e non la sopporto proprio.
E il bello è che quando torna papà a casa dà sempre ragione a lei!!!
Lorenzo
fai i compiti
spegni la playstation
mettiti più distante dallo schermo
che hai fatto oggi a scuola?
portati le chiavi
non ritornare tardi
voglia de lavora' saltame addosso e tu pigrizia non me abbandonà
sta attento a dove vai
non te fa' l'orecchino che sennò te caccio de casa
non fuma', non beve ...
ma sempre davanti al computer stai?
se io all'età tua avessi potuto studiare, già lo stavo facendo
impegnati a scuola, non ti distrarre
attenta quando esci
dove sei stata? con chi sei stata? cos'hai fatto?
metti a posto la camera, sennò non ti faccio uscire
apparecchia!
non mi importa degli altri, pensa a te!
io all'età tua già lavoravo!
invece di stare davanti al computer rifatti il letto
ti viene il tumore sempre con il cellulare in mano
studia invece di alzarti e mangiare!
Metti in ordine
Studia, studia, studia
Stai attenta quando esci
Te devi impegna’!
Finisci di leggere il libro
È più bravo di te
Non te mangia’ le schifezze
Finisci quello che hai nel piatto
Non te lo compro
Comportate bene
|
Non risponde, non urla’
Lava i piatti
Vai a dormire
Torna in orario
Compra questo … compra quello
Famme vede’ il diario
Ripeti ad alta voce
Non te basta na volta a te!
Non esagerare
Sei irresponsabile
Non capisci
Non truccarti
Non rispondermi male
Non fare la cafona
Falla finita
Abbassa il volume
Spegni la TV
Io all’ età tua già me rifacevo il letto e pulivo tutta la casa. Io quando ero piccola stavo sempre in giro invece de sta buttata sul divano Prima mica esistevano i computer, i cellulari… io già lavoravo Dove vai? (poi quando torno a casa) Dove sei stata? Aiutami a lavare i piatti non far fare tutto a tua sorella che sta tutto il giorno a studiare!!!! Sempre col cellulare in tasca stai, guarda che te viene il tumore! |
prossima tappa, siamo andati sul concreto, questa volta c'è stato un testo da svolgere, il cui senso sarà chiaro con l'ultima fase del percorso
il titolo del testo è questo:
RACCONTA UNA SITUAZIONE NELLA QUALE HAI AVUTO UN CONTRASTO CON I TUOI GENITORI. dEVE EMERGERE LA VOGLIA DI LIBERTA', LA RABBIA E LA TUA DETERMINAZIONE AD AVERE RAGIONE
sapranno argomentare i nostri eroi le loro ragioni?
(molto gettonata l'uscita di sera con aggiunta di ora e litigio finale ...
non si parla di Cenerentola e principi ...
scusate qualche libertà linguistica)
Un giorno come tutti gli altri stavo tranquillamente seduta sulla mia comoda poltrona posizionata tra il termosifone, la TV, il tavolo e il computer portatile. Stavo facendo la mia tranquilla sessione pomeridiana di non fare niente, quando "MICHELA! Viene a rifatte il letto!" e nella mia testa penso "Che palle!" e sbuffo, non è possibile che mi debba sempre rompere!
Vado a rifare il letto e lei mi dice anche: "Lo stai facendo male, il cuscino non va così". E sbuffo di nuovo, tra i denti dico
- E che ti frega! Mica ci devi dormi' tu!
- Modera i toni, signorina! Io all'età tua facevo le faccende senza fare un fiato e senza che me lo dicessero!
- Questo è un paese libero! All'età mia erano quarant'anni fa!
- Non rispondere!
Me ne vado arrabbiata nera con in testa il grido BIIIIIIIIIIIIIIIIP! Riprendo la sessione pomeridiana di non fare nulla, e quella mi richiama "MICHELA! Vieni a mettere a posto i panni!" ... Oddio questa non la finisce più di rompere!
Vado a rimettere a posto e mi guarda con aria di sfida, sfidandomi a sbagliare. Dopo aver messo a posto torno in sala e corro ai ripari: prendo i compiti. Come avrei scommesso QUELLA mi richiama "MICHELA! Qui c'è da pulire!"
- So - no o -ccu - pa -ta - sibilo tra i denti
- E che cosa staresti facendo? - dice con la solita aria di sfida
- I COMPITI - sibilo enfatizzando ogni sillaba.
Adesso si attacca, non può impedirmi di fare i compiti. Ora LEI sta sbuffando e penso ancora BIIIIIIIIP
Quella donna è davvero irritante, quasi insopportabile!
Ma ce la farò a sopportarla fino ai venti anni!?
Michela
Io e i miei genitori non litighiamo quasi mai, ma mi ricordo che un giorno abbiamo avuto una terribile discussione, perché a mio padre e a mia madre non piacevano alcuni ragazzi del mio gruppo e quindi volevano che uscissi con altre persone. Io non volevo e così cominciò una terribile lite che finì dopo un'ora con queste parole di mio padre: "Se ti vedrò con quei ragazzi starai una settimana a casa". A me non interessava nulla di cosa mi poteva accadere perché alla fine era diventata anche una questione di principio e molte volte lo facevo anche apposta a farmi vedere con loro dai miei genitori. La storia si è conclusa qualche mese dopo perché i miei genitori capirono che i miei amici erano quelli, anche se per farglielo capire sono stato in punizione per quasi un mese.
Federico
Un pomeriggio rientrando da una passeggiata con i miei amici, chiesi a mia madre il permesso di uscire la sera e tornare a mezzanotte. Da lì cominciò la mia discussione con mia madre. Lei a tutti costi mi proibì di uscire, le chiesi il perché e allora mi spiegò. Mi disse che era pericoloso, che ero troppo piccola, se mi fosse successo qualcosa sarebbero stati guai seri.................
Mi arrabbiai sul serio, spiegai che volevo stare con i miei amici, scherzare, giocare (di notte è più divertente), ma niente, non funzionava. Le dissi che ero grande e che sapevo cavarmela da sola. In quel momento stavo solo sperando. Inoltre ero responsabile, non avevo niente da nascondere a mia madre, non fumo, non bevo ...............A un certo punto vidi mia madre o meglio la faccia di mia madre che stava cambiando espressione da una arrabbiata a una un po' più tranquilla, allora mi venne un'idea: continuai ad insistere, a dirle di essere responsabile, di stare con il mio gruppo abbastanza tranquillo, soprattutto di avere un fratello più grande di me fuori per tutta la sera e che mi avrebbe potuto controllare.
Ad un certo punto mia madre disse di sì e così l'abbracciai anche se ancora non ci credevo. Chiamai subito i miei amici per dargli la bella notizia. Prima di uscire ringraziai ancora mia madre, andai in piazza con i miei amici fino a sera tardi e quella fu la sera più bella di tutte.
Myriam
Sono tante le litigate che ho fatto con i miei genitori, soprattutto con mia madre,e sempre a causa della scuola.
Vi racconto un episodio, dove mi sentivo talmente arrabbiata con mia madre che...: la fatidica pagella! Non avessi mai pronunciato questa parola!
Era un lunedì pomeriggio quando mia madre, all'uscita dalla scuola, era già pronta per entrare a ritirare questo "maledetto foglio", e da lì il mio sistema nervoso è andato in tilt. Io, già molto preoccupata, tornai a casa in preda al panico.
Qualche ora dopo, arriva una telefonata, quasi avevo paura di rispondere, ma alla fine alzai la cornetta, era mia madre che minacciosa mi faceva domande a raffica senza darmi il tempo di rispondere. Tornata a casa, l'espressione del mio viso, la mia rabbia resero l'atmosfera irrespirabile, poi cominciò a proibirmi ogni sfogo: computer, uscire con gli amici, televisione ...aumentando di più la mia voglia di ribellione e poi continuava a dire ripetutamente questa frase che a me dava un enorme fastidio: "Sono tutti cinque ... e poi vorresti prendere un liceo con questa pagella!!!". Queste parole mi ferirono letteralmente l'anima. Per la voglia di non ascoltarla mi chiusi in camera e lì cominciai a riflettere sulle conseguenze di quei voti.
Da una parte mia madre non aveva tutti i torti, ma dall'altra sentivo il desiderio di ribellarmi a queste proibizioni. Giurai a me stessa di impegnarmi, soprattutto per realizzare i miei sogni e per dare un sorriso di soddisfazione a mia madre.
Iris
Con coraggio andai e dissi:" Mamma esco, posso tornare a mezzanotte?".
Non le avessi mai dette quelle parole, subito mia madre si alzò tutta infuriata, alzò quel maledetto dito puntandomelo contro dicendo: "Ma dove vai? Il mondo è cambiato, diglielo Gia' ".
Subito mio padre si alzò e anche lui cominciò a urlarmi contro:" Tu esci sempre, io sono stanco, vado a lavorare, mica sono come te che stai sempre davanti al computer, al cellulare. Tu non esci".
Poi però riandai da mamma e con i miei occhietti e complimenti dolci la convinsi a farmi uscire, però ad un patto: dovevo tornare alle undici precise.
Ero un po' amareggiata, ma questo non mi impedì di uscire.
Quella sera mi ero divertita molto, purtroppo erano le 10 e 57, la mia faccia diventò immediatamente bianca, ero troppo nervosa e invece di partire per arrivare in tempo mi ero fermata a pensare a come trovare un modo per arrivare in tempo a bussare a quella maledetta porta! Tornata alla realtà cominciai a correre, guardai l'orologio, erano precisamente le 11!
Per arrivare a casa mancavano 5 minuti contati, dentro di me pensavo "Ecco la morte è giunta!". Finalmente arrivai davanti alla porta, suonai ..................
Mia madre aprì, si impostò davanti alla porta e pronunciò queste parole:" Ma come ti sei permessa? Domani non esci! Tu ti approfitti troppo, adesso va in camera, metti in ordine e non accendere internet! Va subito a dormire!".
Subito pensai:" Che la sfida abbia inizio".
Mariangela
Quella sera uscii con degli amici per passare un po' di tempo fuori da quelle quattro mura odiose. Dovetti faticare molto per ottenere quello stupido permesso, che alla fine si è rivelato solo fatica sprecata. Prima di uscire dovetti subire le raccomandazioni di mia madre: Stai attenta per strada che di notte non si sa chi passi, copriti che fa freddo e soprattutto, sottolineo soprattutto, devi tornare all'ora prevista, cioè alle 12 in punto ... con il solito "Ci siamo intesi?".
Quando chiusi la porta ringraziai Dio con una preghiera per avermi fatto uscire da quel tribunale.
Fu una serata stupenda, nel vero senso della parola, c'era solo un problema: l'orario.
Erano le 23 e 55, quando mi accorsi dell'ora, come un fulmine cercai di arrivare a casa entro la mezzanotte, ma era praticamente impossibile. Quando varcai la soglia di casa era tutto buio, cercai di non svegliare mia madre. Tentativo inutile! Una luce si accese e due occhi minacciosi mi fulminarono. "Come ti sei permessa di tornare a quest'ora?! Da ora fino a quando non te lo dirò io non uscirai più!". Il mio sguardo si fece nero, come un tizzone, e parole e insulti volarono. Me ne andai in camera, nera di rabbia. Non era giusto. Lei non mi poteva proibire di uscire. E poi ero tornata alle 12 e 01, per un minuto! Visto che lei mi avrebbe impedito di uscire, io le avrei impedito di parlarmi. Quel che è fatto è rifatto. Poi vediamo chi ha ragione.
Francesca
Mi ricordo di una volta quando sono tornato più tardi dell'orario previsto e mamma mi ha cominciato a dire che il giorno dopo non sarei proprio uscito. Mi sono arrabbiato e cercavo di convincerla a lasciarmi uscire. Niente da fare, non volevano cedere, lei e mio padre. Mamma che urlava da una parte, papà da un'altra e le parole erano sempre quelle. Il giorno dopo sono andato dai miei genitori e gli ho chiesto scusa, mamma le ha accettate ma non mi ha fatto uscire, tutto era vano. Però papà lo avevo convinto, quindi cominciarono a litigare loro due e io me ne andai piano piano con il broncio.
Matteo
L'anno scorso in una giornata d'inverno appena tornato dalla scuola, esaurito e stressato dalle lezioni, ho fatto una brutta litigata con la mia mamma (papà era al lavoro). Non potete immaginare, ma ci rendiamo conto: noi che facciamo sei ore scolastiche, che ci alziamo la mattina alle sette dopo essere andati al letto alle undici per finire di studiare oo altre cose, ci dobbiamo sopportare anche quei rompiscatole dei nostri genitori! Ora vi racconto.
Tornato a casa alle 2 e 10 mi sono messo a giocare con la playstation fino alle 3 e 30 e mia madre che ogni tanto mi diceva:"Lore', fai i compiti" e ripeteva e ripeteva.
A un certo punto le ho detto:"Ma me lo si itto venti vòte, per favore statte un po' zitta, lo so che devo fa' i compiti, non me sta sempre a scoccia' che so' sei ore che sto a scola,, un po' di relax!". Lei si infuriò e STACCO' L'ELETTRICITA', poi la riaccese e mi tolse la play.
Mi misi così su facebook dicendogli che stavo facendo una ricerca per la scuola e mi lasciò in pace. Però mi dovevo vendicare. Allora la invitai a fare un Salame del re (un dolce) e dopo circa dieci minuti che lo aveva infornato, mentre era a stendere i panni, io staccai la corrente ehehehehehhe. Mia madre se ne accorse e mi vietò di uscire.
Mi misi a fare i compiti sul serio e quando finii dissi a mia madre, come se niente fosse:"Io esco". Lei mi fulminò con lo sguardo:" NO, tu non ti muovi di pezza!".
Iniziò il finimondo, una litigata inimmaginabile.
Mi fanno veramente arrabbiare le persone che dicono che i genitori hanno sempre ragione; in questo caso avevo ragione io perché mi dite noi ragazzi che cavolo di vita facciamo? Se dopo sei ore di scuola non possiamo neanche giocare o rilassarci o comunque non pensare ai compiti, perché i genitori sono lì, col fiato sul tuo collo, a romperti le scatole ogni volta, quando fa così mia madre mi fa proprio rodere e non la sopporto proprio.
E il bello è che quando torna papà a casa dà sempre ragione a lei!!!
Lorenzo
Ora vi svelo un segreto: qualche giorno fa una mia collega, la professoressa Alessia Olivieri, mi ha fatto leggere una poesia di un suo alunno, la poesia aveva come argomento la consegna delle pagelle ed era scritta in stile futurista, con schiaffi di madre annessi. Leggetela un po'
PAGELLA
BENG, PANG, SBAM, BOM!
Pensavo quando mamma sarebbe tornata.
Ero molto in pensiero
e pensavo alle mani di mamma.
BENG, PANG, SBAM, BOM!
PAGELLA
BENG, PANG, SBAM, BOM!
Pensavo quando mamma sarebbe tornata.
Ero molto in pensiero
e pensavo alle mani di mamma.
BENG, PANG, SBAM, BOM!
Gianmarco T.
Interessante vero?
Interessante anche il modo in cui ti vengono le idee...
infatti...
Allora mi sono detta:
perché non studiare il futurismo e scrivere poi delle "parole in libertà"?
quale argomento poteva essere più appropriato che il conflitto tra generazioni?
In fondo Marinetti uccise il "chiaro di luna" dichiarando guerra alla generazione di poeti che lo aveva preceduto, ma soprattutto lo fece scegliendo forme fuori dagli schemi, anzi abolendo forme, esaltando la forza, la ribellione, la determinazione
In fondo Marinetti uccise il "chiaro di luna" dichiarando guerra alla generazione di poeti che lo aveva preceduto, ma soprattutto lo fece scegliendo forme fuori dagli schemi, anzi abolendo forme, esaltando la forza, la ribellione, la determinazione
quindi ho dato ai ragazzi delle indicazioni per poter trasformare il loro testo narrativo (l'idea del testo è venuta dopo quella della poesia)
in un testo futurista
in un testo futurista
PER SCRIVERE UNA POESIA FUTURISTA
1. Parole in libertà: niente grammatica e sintassi
2. Niente punteggiatura
3. Niente aggettivi
4. Uso dell’analogia
5. Uso dell’onomatopea
6. Uso di segni grafici (+ per la congiunzione e) come nostri sms e email
7. Verbo all’infinito
8. Rabbia, anticonformismo, forza, libertà,
9. Disposizione grafica con funzione espressiva
ovvio che siamo partiti dai testi (che avete letto prima) estrapolandone le parole chiave, ma quelle che leggerete saranno poesie visive, sì perché con l'aiuto della professoressa Alessia Zolfo siamo entrati proprio nel vivo del futurismo
Forse la storia che ci riprende meglio è quella dei porcospini. Simboleggia il distacco tra le generazioni, che devono avere una differenza abissale l'una dall'altra per essere normali. Se le generazioni avessero gli stessi gusti, usanze e linguaggi, dove sarebbero i "conflitti"?
RispondiEliminaMichela, gradire che ci spiegassi meglio, soprattutto la metafora dei porcospini alla luce delle osservazioni fatte oggi in classe.
RispondiEliminabravi ragazzi
RispondiEliminaIo condivido il commento di Michela ;che paragona la compagnia dei porcospini con le generazioni , perché i porcospini , avendo le spine , quando cercano di unirsi per riscaldarsi soffrono . Così anche per le generazioni , che se fossero tutte uguali nel linguaggio e nella cultura , non ci sarebbe una convivenza tranquilla . Infatti : Il mondo è bello perché è vario .
RispondiEliminaGIOIA
ciao Simona, lo segnalo sul mio blog!
RispondiEliminaBuona Estate. Elisa
Grazie Elisa! Queste lezioni sono state molto divertenti!
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