"Non smettete mai di
protestare; non smettete mai di dissentire, di porvi domande, di mettere in
discussione l'autorità, i luoghi comuni, i dogmi. Non esiste la verità
assoluta.
Non smettete di pensare.
Siate voci fuori dal coro.
Siate il peso che inclina il piano.
[…]
Siate sempre informati e non chiudetevi alla conoscenza
perché anche il sapere è un' arma. Forse non cambierete il mondo, ma avrete
contribuito a inclinare il piano nella vostra direzione e avrete reso la vostra
vita degna di essere raccontata.
Un uomo che non dissente è un seme che non crescerà
mai."
Bertrand Russell
Quanto è importante conoscere l'illegalità per combatterla? Nel corso delle nostre lezioni sulla legalità, spesso abbiamo fatto questa riflessione, parlando del fenomeno mafioso abbiamo incontrato giudici che andavano nelle scuole per far conoscere, per parlare, per diffondere. La conoscenza è l'unica arma contro l'illegalità. Ma la conoscenza, intesa come diffusione di informazioni e non solo di sapere, spesso trova degli ostacoli sul suo cammino.
Apriamo una breve pagina sulla libertà, l'ultima per quest'anno, ma che sicuramente ci accompagnerà anche l'anno prossimo. Mi riferisco alla libertà di stampa, alla libertà di informazione, di parole, di esprimere la propria opinione. Tratteremo il tema incontrando tre diversi personaggi, tre giornalisti, ancora una volta eroi loro malgrado, che hanno creduto fermamente nella passione per il loro lavoro e nel diritto e dovere all'informazione, tanto da morire per questo. Tre storie diverse eppure molto simili tra loro.
Libertà e diritto di informazione significa che ognuno può comunicare in forma pubblica il proprio pensiero, opinioni, diffondere informazioni e notizie. Significa anche libertà e diritto di essere informati, cioè tutti i cittadini devono sapere e devono poterlo fare da fonti diverse tra di loro, così da poter conoscere con consapevolezza come è la realtà in cui vivono.
Ma partiamo da alcuni spunti di riflessione.
- Ascoltiamo questa bellissima canzone di Daniele Silvestri A bocca chiusa
- Leggiamo insieme la nostra Costituzione
articolo 21
« Tutti hanno diritto di manifestare liberamente il proprio pensiero con la parola, lo scritto e ogni altro mezzo di diffusione.
La stampa non può essere soggetta ad autorizzazioni o censure.
Si può procedere a sequestro soltanto per atto motivato dell'autorità giudiziaria nel caso di delitti, per i quali la legge sulla stampa espressamente lo autorizzi, o nel caso di violazione delle norme che la legge stessa prescriva per l'indicazione dei responsabili.
In tali casi, quando vi sia assoluta urgenza e non sia possibile il tempestivo intervento dell'autorità giudiziaria, il sequestro della stampa periodica può essere eseguito da ufficiali di polizia giudiziaria, che devono immediatamente, e non mai oltre ventiquattro ore, fare denunzia all'autorità giudiziaria. Se questa non lo convalida nelle ventiquattro ore successive, il sequestro s'intende revocato e privo di ogni effetto.
La legge può stabilire, con norme di carattere generale, che siano resi noti i mezzi di finanziamento della stampa periodica.
Sono vietate le pubblicazioni a stampa, gli spettacoli e tutte le altre manifestazioni contrarie al buon costume. La legge stabilisce provvedimenti adeguati a prevenire e a reprimere le violazioni. »
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- Qualche riflessione su questo cartogramma
qui la classifica sulla libertà di stampa nel 2011-2012
qui i primi mesi del 2013
qui per altri approfondimenti
diamo uno sguardo al nostro paese, l'Italia
E' ora d'incontrare i nostri tre giornalisti.
In realtà già ne abbiamo parlato, ma cerchiamo di riordinare le idee insieme.
Anna Politkovskaja (New York, 30 agosto 1958 – Mosca, 7 ottobre 2006)
In un saggio che verrà pubblicato postumo nel 2007, la Politkovskaja scrive
« Sono una reietta. È questo il risultato principale del mio lavoro di giornalista in Cecenia e della pubblicazione all'estero dei miei libri sulla vita in Russia e sul conflitto ceceno. A Mosca non mi invitano alle conferenze stampa né alle iniziative in cui è prevista la partecipazione di funzionari del Cremlino: gli organizzatori non vogliono essere sospettati di avere delle simpatie per me. Eppure tutti i più alti funzionari accettano d'incontrarmi quando sto scrivendo un articolo o sto conducendo un'indagine. Ma lo fanno di nascosto, in posti dove non possono essere visti, all'aria aperta, in piazza o in luoghi segreti che raggiungiamo seguendo strade diverse, quasi fossimo delle spie. Sono felici di parlare con me. Mi danno informazioni, chiedono il mio parere e mi raccontano cosa succede ai vertici. Ma sempre in segreto. È una situazione a cui non ti abitui, ma impari a conviverci. » |
Ecco la sua storia
questo è il primo video tratto dal programma La Storia siamo Noi di Giovanni Minoli, che abbiamo visto in classe
questo è il primo video tratto dal programma La Storia siamo Noi di Giovanni Minoli, che abbiamo visto in classe
Abbiamo ricordato insieme la crisi del teatro Dubrovka e la strage di Beslan
Avevamo conosciuto Peppino durante le nostri lezioni sulla mafia, per approfondire abbiamo visto insieme il film I cento passi
(lo ripropongo completo)
« Nato nella terra dei vespri e degli aranci, tra Cinisi e Palermo parlava alla sua radio, negli occhi si leggeva la voglia di cambiare, la voglia di giustizia che lo portò a lottare, aveva un cognome ingombrante e rispettato, di certo in quell'ambiente da lui poco onorato, si sa dove si nasce ma non come si muore e non se un ideale ti porterà dolore. » |
(Dalla canzone I cento passi dei Modena City Ramblers) qui un momento importante del film, Peppino spiega l'importanza dell'informazione per il cambiamento, per la lotta alla criminalità |
dal film Il più crudele dei giorni
Questo è il primo lavoro dei ragazzi, una serie di interviste immaginarie ai nostri giornalisti
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Per la seconda parte del lavoro rimando al post in via di allestimento riguardante l'incontro con il giornalista inviato del Tg1 Pino Scaccia
Per la seconda parte del lavoro rimando al post in via di allestimento riguardante l'incontro con il giornalista inviato del Tg1 Pino Scaccia