IIIA Arcinazzo Romano
a.s. 2013/14
Questa volta abbiamo lasciato parlare il testo.
Non tirava un alito di vento; il lago giaceva liscio e piano, e sarebbe parso immobile, se non fosse stato il tremolare e l'ondeggiar leggiero della luna, che vi si specchiava da mezzo il cielo. S'udiva soltanto il fiotto morto e lento frangersi sulle ghiaie del lido, il gorgoglìo più lontano dell'acqua rotta tra le pile del ponte, e il tonfo misurato di que' due remi, che tagliavano la superficie azzurra del lago, uscivano a un colpo grondanti, e si rituffavano...
Addio, monti sorgenti dall'acque, ed elevati al cielo; cime inuguali, note a chi è cresciuto tra voi, e impresse nella sua mente, non meno che lo sia l'aspetto de' suoi più familiari; torrenti, de' quali distingue lo scroscio, come il suono delle voci domestiche; ville sparse e biancheggianti sul pendìo, come branchi di pecore pascenti; addio!
Quanto è tristo il passo di chi, cresciuto tra voi, se ne allontana! Alla fantasia di quello stesso che se ne parte volontariamente, tratto dalla speranza di fare altrove fortuna, si disabbelliscono, in quel momento, i sogni della ricchezza; egli si maraviglia d'essersi potuto risolvere, e tornerebbe allora indietro, se non pensasse che, un giorno, tornerà dovizioso. Quanto più si avanza nel piano, il suo occhio si ritira, disgustato e stanco, da quell'ampiezza uniforme; l'aria gli par gravosa e morta; s'inoltra mesto e disattento nelle città tumultuose; le case aggiunte a case, le strade che sboccano nelle strade, pare che gli levino il respiro; e davanti agli edifizi ammirati dallo straniero, pensa, con desiderio inquieto, al campicello del suo paese, alla casuccia a cui ha già messo gli occhi addosso, da gran tempo, e che comprerà, tornando ricco a' suoi monti.
Ma chi non aveva mai spinto al di là di quelli neppure un desiderio fuggitivo, chi aveva composti in essi tutti i disegni dell'avvenire, e n'è sbalzato lontano, da una forza perversa! Chi, staccato a un tempo dalle più care abitudini, e disturbato nelle più care speranze, lascia que' monti, per avviarsi in traccia di sconosciuti che non ha mai desiderato di conoscere, e non può con l'immaginazione arrivare a un momento stabilito per il ritorno!
Addio, casa natìa, dove, sedendo, con un pensiero occulto, s'imparò a distinguere dal rumore de' passi comuni il rumore d'un passo aspettato con un misterioso timore. Addio, casa ancora straniera, casa sogguardata tante volte alla sfuggita, passando, e non senza rossore; nella quale la mente si figurava un soggiorno tranquillo e perpetuo di sposa. Addio, chiesa, dove l'animo tornò tante volte sereno, cantando le lodi del Signore; dov'era promesso, preparato un rito; dove il sospiro segreto del cuore doveva essere solennemente benedetto, e l'amore venir comandato, e chiamarsi santo; addio! Chi dava a voi tanta giocondità è per tutto; e non turba mai la gioia de' suoi figli, se non per prepararne loro una più certa e più grande. Di tal genere, se non tali appunto, erano i pensieri di Lucia, e poco diversi i pensieri degli altri due pellegrini, mentre la barca gli andava avvicinando alla riva destra dell'Adda.
Dopo una molteplice lettura e spiegazione del testo abbiamo svolto le seguenti attività:
1. riscrittura del monologo interiore di Lucia
2. testo:
Sei costretto ad abbandonare il tuo paese, sei un emigrato. Scrivi un addio simile a quello scritto da Manzoni; nel testo dovrà emergere il tuo stato d'animo, i motivi che ti costringono a partire e ovviamente a chi e cosa dici addio.
Il testo dovrà essere poetico e commovente "come" quello di Manzoni. Puoi scegliere di essere un emigrante italiano o no, puoi scegliere qualunque periodo storico avvalendoti quindi degli argomenti di attualità affrontati a lezione o del libro di storia (mi raccomando notizie e riferimenti precisi).
Il testo dovrà essere almeno di 60 righe.
Addio
stanza mia, che sei cresciuta con me, hai sopportato le mie lacrime ed i miei
sorrisi; addio uccellini, che mi svegliavate ogni mattina con il vostro
cinguettio; addio, mia adorata chiesa, che mi hai sempre aiutata nei miei
momenti più duri; addio anche a te, venticello, che con la tua freschezza mi
abbracciavi ogni giorno; addio voglio dirlo anche a te, frate, che non hai
svolto il tuo compito: io ti capisco. Addio cielo azzurro, che mi hai sempre
protetta e tenuta al sicuro. Grazie.
Vi saluto tutti svogliatamente, ma devo farlo; forse lì, chissà, troverò la mia
vera felicità, troverò un posto che mi terrà al sicuro da tutto questo male che ci sovrasta, che sovrasta il mondo.
Io
ve lo prometto, un giorno tornerò a trovarvi prima della mia morte. Chissà se
verrò sola o con la mia famiglia. Anche il mio cuore non vuole andare via,
batte talmente tanto forte come se volesse dirmi “Fermati, restiamo qui”. Lo
stesso fanno i miei occhi, vogliono vedervi ancora.
La
vita è questa, l’accetto. Ma per concludere voglio dire addio a te, uomo, che
hai rovinato la mia umile esistenza, hai mandato all’aria tutti i miei
progetti. No, io non ti odio, ma qualcuno prima o poi te la farà pagare!
Elisa
Mentre la
barca si avvicina alla riva destra dell’Adda, penso tra me e me quanto mi
mancherà il mio adorato paese, la mia casa…
Mi mancherete monti illuminati di mattina dal bagliore del sole; mi mancherete
torrenti rumorosi ed anche voi mi mancherete ville sparse qua e là.
Quanto sono triste.. Bè, penso sia normale, perché io sono cresciuta qui in
mezzo a tutta quest’emozione, a questo stupore ed è una cosa inconcepibile
andare lontano per via del solito mascalzone di Don Rodrigo, però non posso
farci nulla. Devo solo andare via e accettare la realtà.
Mi mancherai casa natia, in cui avrei voluto proseguire la mia vita, seguendo
il mio futuro e i miei sogni che ho desiderato e immaginato sin da bambina; mi
mancherai casa ancora sconosciuta, nella quale la mente immaginava un soggiorno
tranquillo e amoroso; mi mancherai Chiesa, dove l’animo tornò tante volte
sereno e tranquillo nonostante tutte le disgrazie, perché Dio c’è sempre stato
per me, mi ha sempre protetta anche se a volte ne dubitavo.
Dico addio a tutto ciò per cui ho sempre combattuto fino ad oggi. Dico addio
all’unica mia ragione di vita: il mio adorato paese che ahimè devo lasciare con
molta angoscia e con poca speranza di una vita migliore.
Addio paese tanto amato. Mi mancherai tantissimo! Ti porterò per sempre nel
cuore, giuro.
Ti prometto che ritornerò. Sì, proprio così. Ti assicuro che in qualche modo
ritornerò, troverò una soluzione. Ma per ora questa è l’unica cosa che devo
fare. Addio.
Lucia
Addio miei cari monti, per me
lasciarvi è un dolore al cuore, ma ne sono costretta, come farò?Non conosco
nessuno che mi aiuti in questo cammino, io sono nata tra le vostre braccia e
invece ora vi devo lasciare. Non pensavo di lasciarvi così, anzi non ci avevo
mai pensato, credevo che sarei rimasta al sicuro sulle vostre grosse spalle, invece adesso ... mi sento sola, isolata e molto triste, come vivrò senza la vostra bellezza che vedevo ogni giorno? Sono molto affezionata a voi ma ora che vi
lascio, sembrate ancora più belle e più speciali, capisci le cose migliori e indispensabili nella tua vita quando le perdi. Ancora non vi lascio e già
vorrei sbarcare sui vostri piedi freddi, gelati dal refrigerio dell'acqua. Lascio voi, il mio unico rifugio e voi l'unico luogo sicuro dove mi sono sempre trovata bene e al sicuro, invece ora mi imbarco verso luoghi sconosciuti dove sarò in continuo
pericolo. Saluto la mia futura casa dove sarei vissuta con il mio amato per
l'eternità e la mia amata chiesa dove si sarebbe dovuto celebrare il mio
matrimonio, addio!
Nicolò
Perché, perché che
cosa ho fatto per meritarmi questo? Ero solo una ragazza innamorata che voleva
unirsi in matrimonio con il suo amato. Si merita questo se si crede nell'amore
di Dio Padre Onnipotente?... Ed ecco che mi ritrovo ad abbandonare il mio paese
natale, dove son cresciuta, dove ho amici, parenti, persone che mi vogliono
bene, che mi conoscono e ad abbandonare soprattutto la mia casa.
Beh, se veramente
esiste Dio io non sono qui, è solo un brutto sogno o forse è realtà perché come
sempre dietro a tutto c'è un uomo che mi corteggia, ma io non accetterò mai il
destino del nostro matrimonio, Renzo mio, nessuno potrà impedirci di stare
insieme eternamente.
E ancora ripenso a
quel che ho passato in quel bel paese di montagna. Mi ricordo la prima volta
che ti vidi: mio Renzo sei tutto per me;non puoi scomparire così dalla mia
vita! E io non posso scomparire da lui e dal mio e suo bel paese:con quelle
montagne, con delle belle pianure, con quei ragazzini che giocano in quel bel
prato ogni ora.
Perché questo
succede sempre ai buoni e i cattivi giocano nella loro tana senza alcun
disturbo? Non sarà l'ultima volta che lo vedrò questo paese. Lotterò per
tornarci.
Addio!!!
Giorgio
Addio ai monti Questa sera la
luna illumina il lago che è cosi tranquillo , l'aria è calma e c'è un’
atmosfera dolce. Tutto questo è così diverso da come mi sento. Sono sconvolta. Nessuno
di noi parla , ognuno è assorto nei propri pensieri. Ecco i monti, i villaggi,
le case!Il palazzotto di Don Rodrigo si vede benissimo, sembra un mostro in
mezzo a una compagnia silenziosa. Ho i brividi solo a guardarlo! Riesco a
vedere il mio caro paesello, qui ho vissuto tutta la mia vita, gioie e dolori.
Oh! La mia casetta, si riesce a intravedere la finestra della mia camera, sto
fuggendo da tutto questo ,non posso credere che lo sto facendo. Forse la mia
vita poteva andare diversamente chissà! Piango perché lascio una parte di me, la
mia gioventù vissuta qui e tutto quello che ho passato. Ora cosa mi aspetta non
so ,come sarà la mia vita d'ora in poi!? Avrò un po’ di pace, riuscirò a
godermi la vita con la persona che amo!?...spero di si!!
Nico
Io dico addio a
tutti quanti voi, amici miei, perché mi siete sempre stati vicino nel momento
del bisogno. E a voi monti, fiumi, case, alberi e non di tutti quanti i luoghi
della mia città.
Certo è veramente cattiva questa cosa che ha fatto Don
Rodrigo nei miei confronti e in quelli di Renzo. Mi ha praticamente
perseguitata per tutto il paese senza mai capire che io non lo accettavo;
eppure, testa dura com'è non lo ha voluto capire!
Perfino
quando mi sono innamorata di Renzo lui non ha mai smesso un solo attimo.
Facendo
così in modo da non lasciarmi vivere la mia vita.
Neanche
un futuro matrimonio lo ha fermato, anzi, quella serpe è riuscita addirittura a
fare in modo di annullarlo corrompendo quel prete fifone di Don Abbondio.
Io e
Renzo le abbiamo provate tutte; ma niente da fare... Don Rodrigo è troppo
testardo, se lui si mette in testa di fare una cosa, quella cosa si deve fare
sempre e comunque.
Alla
fine quindi io e Renzo eravamo talmente stanchi di quell' uomo che siamo stati costretti
a scappare dalla nostra città, che non rivedremo mai più e tutto per colpa sua.
Emanuele
Eccomi
qui, vado via lasciando il mio bel paese, come farò? Chi mi aiuterà?
-Sarò
sola in quella città,ma porterò sempre con me il vostro ricordo, miei cari
monti.
-Ma
dai Lucia, non sarai sola, troverai conforto in tua madre e nelle suore!
-Ma
no, no non voglio lasciare la mia amata terra, le mie montagne, voglio rimanere
a casa.
-Fatti
forza Lucia, vedrai che tornerai più forte e gioiosa di prima, prendi esempio
da chi parte per trovare un futuro migliore.
-No,
no rimango perché voglio comprare quella casa tanto desiderata per viverci con
Renzo!
-Ma
dai Lucia vedrai che il signore ti sarà vicino nel cammino, Lui non tradisce
mai i suoi figli.
Forza
… coraggio … addio monti cari.
Giulia
Non ci posso credere! Ormai sono una donna senza speranze, la
mia vita è completamente buia, priva di luci. Credevo di poter vivere in piena
felicità con il mio amato Renzo, ma questo non è possibile, per ora o forse
anche per sempre non potrò crearmi una mia famiglia. Lasciare il mio amato
paese, tutti i miei conoscenti le mie abitudini … beh sarà una schifezza! Con
questo carattere freddo, timido non ho il coraggio di fare un bel niente. Non
so nemmeno difendermi. Mi faccio del male da sola, se non avessi questo
caratteraccio di sicuro oggi starei nella mia casa, con la mia famiglia e con
il mio amato. Quanta malinconia che c’era su quella maledetta barca, sono
riuscita a vedere il palazzotto di Don Rodrigo, la mia piccola casuccia, c’era un
silenzio davvero triste! Si capiva che dentro di me c’era solo il vuoto …
Caterina
Che tristezza, mi vien da piangere ma non posso
farlo, cosa penserebbe Renzo? Cosa penserebbe la mia cara madre? Di sicuro si
preoccuperebbero ed io non voglio farli stare male come sto io, loro già hanno
sofferto abbastanza!
Non posso credere che me ne sto andando, non posso
credere che c’è il rischio che non rivedrò più questo splendido paese, non
posso credere a tutte le cose che mi stanno succedendo in questi ultimi giorni.
Sono sempre più confusa e la mia vita da quando mi sono fidanzata con Renzo sta
cambiando. Io sono sicura di amarlo? Oddio, ma che dico? Sto delirando, non
posso sentirmi, come faccio a farmi venire dei dubbi su questo? È ovvio che io amo Renzo, lui è la persona
più buona e dolce che abbia mai incontrato e insieme possiamo superare qualsiasi
difficoltà, perché non c’è niente di
più forte del nostro amore!
Gabriele
E
chi l’avrebbe mai detto che mi sarei ritrovato così? Ed io che speravo in
quest’epoca bella. La fame, il lavoro che non c’è più. Ed io i miei figli come
li cresco? Non li ho messi al mondo per farli morire di fame, devono crescere
sani come me, devo dare loro quello che i miei genitori hanno dato a me. Ma
questo non posso farlo qui, qui non posso fare niente o meglio, non c’è
possibilità di far nulla. Partirò, scalerò le montagne, attraverserò fiumi,
mari in tempesta, ma devo farli mangiare.
Quando
sarò lì e troverò lavoro in quella terra lontana, gli invierò dei soldi
affinché possano vivere dignitosamente. Ormai questo Paese è diventato un cane
randagio, solo, abbandonato, dove è difficile arrivare a domani, trovare un
pezzo di pane.
E
così, con questo cuore che urla e piange dico addio a voi figli miei, che non
state crescendo come invece dovreste: io no, non vi sto abbandonando, sto
andando in un posto migliore di questo per voi e papà vi promette che un giorno
tornerà qui, in questo atomo opaco del Male e vi porterà con lui.
Addio
moglie mia. Scusa se ti sto lasciando sola con nostri figli, ma cosa devo fare?
Devo restare qui ed aspettare ancora con la speranza che, un giorno, la
situazione migliori? No, io non ce la faccio più, non possiamo restare fermi
come mummie mentre sotto i nostri occhi i nostri figli si disintegrano. Scusami
ancora, ma posso e devo fare solo così. Fuggire è l’unica speranza che mi
rimane.
Addio
campi miei, anche voi state morendo pian piano: sto andando via anche per voi,
per farvi rinascere.
Addio
casa natia, che mi hai ospitato fino ad ora: lascio a te il compito di
proteggere da tutti questi problemi la mia famiglia, affinché non soffra la
fame.
A
voi, vertici di questa piramide maledetta che non siete riusciti a farci uscire
da questa situazione, che ve ne state fregando e per voi, per voi, noi uomini
dobbiamo lasciare le nostre famiglie sole, addio!
Ed
infine voglio salutare te, mia Patria che abbiamo sempre difeso, anche se non
sei stata in grado di darci quello che a noi serviva: ma non è colpa tua, è
colpa di chi ti ha tra le mani. Ti difenderò anche da laggiù perché tu fai
parte di me.
È
arrivata l’ora di partire, anche il cielo piange, ma dobbiamo andare, devo
andare. Un giorno ci ritroveremo perché come Dio ci ha messo qui, un giorno ci
farà ritrovare.
Elisa
Ponza, 1898
E’ scoppiata
una rivolta a causa dell’aumento del pane e della farina che si terrà a Milano,
solo perché il governo di oggi non è in grado, è incapace di rimediare alla
crisi economica. Fra qualche ora, io ed il mio esercito, guidato dal nostro
generale agli ordini del governo, prenderemo a cannonate la folla. La questione
però non mi garba: sicuramente provocheremo una strage, uccideremo molti uomini
e di conseguenza distruggeremo il maggior numero di famiglie innocenti ed
infine noi cosa ci ricaviamo? Quale sarà la nostra soddisfazione? Nessuna. Si,
proprio così. Nessuna soddisfazione. Come al solito d'altronde…
Il fatto che mi fa veramente rabbia, la cosa che mi brucia tanto è dover
lasciare la mia dimora, la mia amata casa in cui sono cresciuto ed il motivo
per cui ho sempre combattuto fin ad ora.
Addio nido famigliare, che mi hai sempre accolto con le braccia spalancate, che
mi hai sempre difeso e sostenuto nonostante la mia posizione; addio nido in cui
sono cresciuto in tutto questo tempo, in tutti questi anni; addio montagne
luminose grazie al bagliore del sole, che le accoglieva come una madre accoglie
il proprio figlio nelle sue calorose braccia; addio scuole in cui ho trascorso
i migliori anni della mia vita, in cui ho trascorso la mia difficoltosa
infanzia nel miglior modo, per un minimo d’istruzione e di educazione; addio luoghi
solo miei, accoglienti e amici. È incredibile. Ancora non realizzo che sto per
lasciare il mio paese, la mia Ponza, la mia unica ragione di vita, la mia
storia, l’unica cosa che mi appartiene e so che sarà per sempre mia anche se
sarò molto lontano.
Sono troppo nervoso e a dir la verità è la prima volta in tutta la mia vita.
Non voglio farlo però purtroppo devo farlo. Mi mancherai nido mio… Mi
mancherai! Spero che ti rivedrò presto, ma ne dubito.
Lucia
Addio mio bel paese, che mi
hai visto crescere giorno per giorno e hai ascoltato le mie gioie e le mie
sofferenze. Addio mia cara madre,che mi hai sostenuto per tutto questo tempo e
mi hai curato soprattutto quando stavo male. Addio mia cara sorellina, per me è
un dolore lasciarti, prenditi cura di nostra madre come abbiamo fatto fino ad ora, un giorno
tornerò e anche se ogni giorno litigavamo, spero che ti ricorderai di me. Addio
miei cari amici ,con cui ho giocato per più di quattordici anni, mi avete
sostenuto nella cattiva e nella buona sorte. Addio alla mia giovinezza, che io
lascio tra le tue braccia, perché so che dopo essere arrivato, diventerò
grande. Lascio qui la mia felicità ,che ho provato quando giocavo insieme ai
miei amici e il dolore che provavo quando sbattevo la testa e quando mi facevo male. Non vorrei
partire, ma purtroppo sono costretto ,il lavoro qui manca e me ne devo andare in
un posto lontano per cercare nuove opportunità e una nuova speranza per il mio
futuro. Anche se me ne vado, qui lascio il mio cuore, ma non nell'aria, dove dopo
qualche minuto se ne andrà, ma nei cuori di tutti coloro che mi hanno voluto bene e
mi hanno rispettato per quello che sono e non per quello che loro vorrebbero
che io fossi. Grazie!
Nicolò
Addio mia
Bosnia! Mia casa! Mio rifugio! Sono in una barca con altre persone con la mia
stessa storia, storia crudele e ingiusta che se la prende con i più deboli.
Lascio la Bosnia per motivi crudeli e indescrivibili: per paura, paura di
chiudere gli occhi per sempre a causa di un soldato senza cuore o sentimenti.
Per me la
Bosnia era tutto, tutta la mia vita; mi sento impotente così tanto perché non
sono riuscito a rimanere lì né io, né la mia famiglia, forse ci chiamerete
codardi ma non siamo riusciti a rimanere. Come vivresti tu se ti venisse tolta
la tua casa e la tua vita, in un Paese che fa di tutto pur di offenderti o
cacciarti? Non ho bisogno di una risposta perché questa è la mia vita!
Spero di
trovare lavoro, casa; e di vivere con tranquillità con la mia e cara, unica
cosa che mi è rimasta della Bosnia: la mia famiglia.
Chissà come
verremo accolti in Italia …
Quando ero
in Bosnia ero sempre sorridente e felice anche se non sapevo se il giorno dopo
avrei riaperto gli occhi. Adesso che sono in viaggio per questo futuro ignoto
che mi libera dalla guerra, invece di essere felice sono triste, malinconico e addolorato
perché ho lasciato lì la mia vita senza averne preso qualcosa.
Mi ricordo
le estati a cantare con i miei amici, i nostri cantanti preferiti in Piazza e a
giocare ad acchiappa fulmine; ricordo che facevo sempre arrabbiare mamma perché
ogni volta che giocavo a calcio mi strappavo i pantaloni che erano già stati
ricuciti… ricordo il mio quartiere in cui mi conoscevano tutti e la mia bella e
solitaria casa arroccata sulla montagna, il mio gatto che appena riconosceva il
mio fischio veniva a mangiare, a giocare e a rincorrermi sul verde del mio
cortile davanti casa, ricordo il campetto in cui ho segnato il più bel gol
della mia vita, almeno fino ad ora.
Ricordo il
mio libro sognato, le sue prime pagine sulla scrivania della mia camera ormai
piena solo di ricordi, intoccabili e troppo vecchi per tornare indietro con la
mente.
Ricordo il
poster del giovane Pjanic con le orecchie agli angoli, appiccicato al muro
mentre tira un rigore, e ricordo quando per imitarlo prendevo la sua stessa
posizione e lo imitavo.
Ricordo i
due miei palloni nel garage, bucati da due colpi di mitragliatrice, la stessa
che uccise mio padre.
Più ci
allontaniamo dalla Bosnia più i ricordi si fanno sempre più vaghi e più ci
avviciniamo all’ Italia più sento la speranza di un futuro migliore.
Giorgio
E mi ritrovo qui … seduta ai bordi di questa piccola barca sporca e
rovinata dal mare in tempesta che, con
angoscia e dolore, penso a tutto quello di più bello che mi sto lasciando alle
spalle. Mi lascio alle spalle il mio
piccolo paese dove sono nata, dove ho passato tutta la mia infanzia e dove ho
passato dei momenti stupendi, anche se delle volte anche dei momenti
bruttissimi che però vale la pena ricordare. Perché in fondo i ricordi sono
questo: i ricordi sono tutta una vita, sono l’unica cosa che rimane per sempre e non se ne va mai, sono nell’anima e penso
che sia proprio per questo che bisogna lasciarli vivi nella mente, ma
soprattutto nel cuore. Mi lascio alle spalle la mia casa, la mia bella casa
dove sono cresciuta e sono diventata questa
grande donna senza neanche accorgermene. Lascio una grandissima parte del mio
cuore che non se ne vorrebbe andare, vorrebbe restare qui, restare nel suo
piccolo paese che per lei è già qualcosa di grande, vorrebbe restare qui e
sentirsi libera ugualmente … Ma
purtroppo questa enorme parte del mio cuore è costretta ad andare via insieme
all’altra e lasciare tutto quello che aveva di più bello. È costretta a farlo
perché purtroppo la sua Patria non può offrirgli il futuro che lei vuole e
desidera. “Costretta” è questa la parola giusta, costretta, costretta, non
faccio altro che sentire questa orribile parola rimbombarmi nella testa. Ancora
non riesco a credere che sto lasciando tutto quanto solo per colpa della
società ingiusta che regna nel mio Paese. Ma forse d’altronde è giusto così, mi
convinco che è giusto così, ma forse lo
dico solo per me stessa e per cercare di evitare il dolore che mi sta
sovrastando. La società non è in grado di andare avanti ed è soprattutto per questo che me ne vado.. me
ne vado perché nel mio paese purtroppo sono sicura che non potrò avere un buon
futuro soprattutto perché non c’è lavoro e si sa che senza lavoro non ci può
essere futuro. Mi fa male anche solo pronunciarle queste parole … Ma purtroppo
so che questa è la realtà e devo accettarla cosi com’è. Lascio tutto e tutti:
la mia camera, dove ho incontrato la mia anima e ho parlato con il mio amato
specchio che ha saputo darmi consigli e allo stesso tempo grandi frustrazioni,
lascio la piazza più bella del mio paese dove ho giocato, scherzato e condiviso
le più belle emozioni della mia adolescenza, lascio gli alberi, i fiori e tutte
le bellissime piante che erano come dei compagni di viaggio nelle mie lunghe
passeggiate nei pomeriggi di primavera, lascio il sole caldo della mia terra
che mi illuminava nelle giornate d’estate e lascio anche la luna che mi faceva
compagnia nelle notti buie. E infine lascio tutti i miei amici e compagni del
paese che mi hanno saputo conoscere, comprendere e aiutare nei momenti più difficili
e tristi … E li ringrazio per tutto quello che hanno fatto per me, li porterò
per sempre nel mio cuore, anzi no nella mia anima, perché un giorno il cuore
non batterà più, ma l’anima resterà in eterno, nel grande spazio infinito e
loro mi accompagneranno in questo nuovo viaggio. Concludo con la grande e forte
speranza che vada tutto per il meglio e che un giorno finalmente possa tornare
ad essere felice e libera nel posto in cui ho sempre sognato di stare, di
rimanere: casa mia!
Camilla
Credo che sia giunta l’ora, si sta
facendo giorno e devo proprio andare; mi sono svegliata un’ora prima, proprio
per passare più tempo nella mia casuccia, ma sembra che quest’ora sia proprio
volata via come farò io tra non molto.
Eh, sì stavolta mio padre ha deciso
e non cambierà di certo la sua decisione, non è come le altre volte che diceva
di andare via, invece non ce ne andavamo mai, questa volta è quella e basta!
Abito in un piccolo paese della Cina
e questa è proprio la mia disgrazia, perché in Cina ci sono dure tradizioni e
mentalità: le bambine femmine non sono ben accolte e quindi devono essere uccise
o nascoste; e mia madre due giorni fa ha partorito proprio una femminuccia e
mio padre non vuole perdere anche questa figlia visto che ne ha perse già tre.
Quindi vuole partire e andare in Italia.
Ma io NON VOGLIO! No, non voglio!
Solo a pensarci mi vien da piangere,da urlare e da gridare a tutto il mondo che
questo è il mio Paese. Il Paese che mi ha visto nascere,crescere e voglio che
sia il mio Paese che mi deve vedere
morire; morire felice,contenta e magari fiera di essere vissuta qui, in un
posto che per me è come un castello, che mi far star bene e in cui mi sento
protetta.
Però NON POSSO restare! E per la
prima volta, anche se non voglio dirlo,devo salutare il mio Paese, ma non
voglio farlo con un addio, lo faccio con un semplice Ciao, perché il mio cuore
mi dice che un giorno quando sarò più grande tornerò. Te lo prometto dolce
Paese,anzi te lo giuro!
Non sono mai stata così triste in
vita mia,desidererei morire proprio ora,così realizzo il mio sogno quello di
morire nella mia amata Terra.
Prima di partire però vorrei
salutare ciò che per me è caro.
Ciao fiume,che ogni mattina alle
cinque con il tuo lieto rumore mi svegliavi,mi facevi alzare dal letto e mi portavi
alla finestra, dove che mi bastava affacciarmi per vederti ti vedevo e mi sentivo una sirenetta solo a
guardarti.
Ciao montagne,alte,belle e verdi che
circondate il mio Paese e che per me eravate come la fortezza di un
castello,anzi del mio castello.
Un grandissimo ciao ai miei
amici,che vedevo ogni giorno,ogni ora,ogni minuto e che adesso non vedrò più;voi
che rendevate la mia vita una piccola e infinita favola,voi che anche nei miei
momenti più brutti eravate sempre vicino a me;voi che mi facevate andare il
cuore a diecimila battiti al secondo. Noi,sette amici per la pelle,sette come i
colori dell’arcobaleno,ognuno di noi un colore.
Ah,mi stavo dimenticando,ciao
arcobaleno che dopo dieci minuti di pioggia uscivi,sorridevi a me e ai miei
amici e poi scomparivi anche se non ti andava,perché volevi rimanere a giocare
con noi.
Ciao anche a te mio amato,mio
principe bello,dove io mi specchiavo e dove cercavo il riflesso di noi due mano
per la mano.
Tu ed io che eravamo il lieto fine
della mia favola.
Tanti i nostri sorrisi,troppe le
nostre risate e pochi i nostri silenzi lunghi dove sentivamo solo i rumori dei
nostri cuori.
Ed infine ciao uomini che avete
imposto quella strana tradizione,voi che siete solo gli antagonisti della mia
favola, l’avete solo rovinata,era perfetta.
Compassione non mi fate,proprio per
niente,anzi vi odio,vi odio con tutto il mio cuore che adesso per colpa vostra
è distrutto.
Penso di aver salutato tutti ,adesso
credo che è ora di partire e di cominciare una nuova favola in un altro
paese,anche se non sarà mai bella come questa.
Elena
Addio ai monti … del mio pese..
Ricorderò le sere d’estate,quando l’aria era ventilata e dava quel leggero
benessere,l’autunno poi ti rivestiva di mille colori ,e il bosco era incantato
da tante castagne . La neve d’inverno ci rendeva felici a giocare con gli amici.
A primavera poi con l’arrivo degli uccelli vedevamo dei disegni in aria come se
fossero fatti coi pastelli. Ricorderò gli amici di sempre, le grandi avventure
vissute insieme e le discussioni animate .Porterò con me i consigli dei grandi
e li metterò dentro la valigia dei ricordi .Mi mancherà il profumo della mia
casa ,il camino acceso e quando mamma ci chiamava per il pranzo. Questa sera
l’aria è calma come se lo sapesse, mi sta aiutando a creare l’atmosfera giusta
per un saluto. Vedo il campanile, dietro di me le case mi salutano e io loro. Percorro
la strada per l’ultima volta, i ricordi mi affiorano alla mente, passano in
fretta. I monti che mi salutano dal mattino dalla finestra non li rivedrò e ora
sono lì bellissimi armoniosi e potenti. La valle è illuminata dalla luna piena,
e le stelle più luminose che mai mi guardano nella mia nuova vita. Quest’
albero davanti a me sembra che voglia abbracciarmi ,ho l’impressione che stia
con le braccia aperte e che mi voglia salutare. Il mio paese si sta nascondendo
dietro al monte, vedo sempre meno le luci che lo illuminano, molte case sono
scomparse dalla mia vista e … veramente sto andando via! non ti rivedrò ….
Addio paese mio amato ti ho vissuto intensamente e intensamente ti ricorderò …
ADDIO!
Nico
Addio casa sopra la roccia; dove
ho passato l’infanzia,con la mia famiglia al calduccio; addio piazza, nel quale
giocavo da bambino con i miei amici a pallone; addio vicolo, che mi hai
protetto sempre , tra le tue mura, i miei vicini, tanti ricordi, felici e
tristi. Addio edicola, che ogni volta che venivo da te tu non avevi mai niente,
ma poi me lo riuscivi a procurare, e ci facevamo due belle risate insieme.
Addio arco, che mi hai sempre protetto dalla pioggia quando non avevo un ombrello,
e dal sole quando faceva troppo caldo. Addio mio caro bar con te abbiamo
passato i pomeriggi tristi con la pioggia, divertendoci a giocare a carte
mentre mangiavamo un bel pezzo di pizza con gli amici e che ci hai fatto sempre
vedere le partite. Addio discesa che sei stata testimone di tutte le volte che
ci incontravamo per andare a scuola. Addio scuola, che ci hai sempre accolto,
per studiare e qualche volta per divertirci insieme alle vecchie professoresse,
che ci hanno istruito al sapere, per essere pronti al mondo del lavoro. Con il
bidello che ci sgridava quando facevamo confusione nei corridoio, che ci
lasciava giocare a palletta nel salone, e poi venivano le maestre a sgridarci
perché facevamo troppo rumore.. e ritornavamo in classe per continuare a
studiare. E quando scendevamo giù alla mensa per mangiare, il cibo era ottimo,
da leccarsi i baffi. Addio giardini, che ci avete visto crescere che ci avete
fatto giocare, litigare e poi fare pace.. addio amici miei, con voi ho passato
moltissime momenti belli, momenti tristi e felici. Vi dico grazie di tutto. È
arrivata la mia ora, devo partire, per un nuovo viaggio, per una nuova vita. So
che vi dispiace ma anche a me dispiace lasciare voi ed il mio paese natio, ma
un giorno tornerò. I motivi che mi costringono a partire sono molti. Spero un
giorno di rincontrarvi, in un futuro
migliore dove non ci sono difficoltà, e farci due risate insieme come da
bambini. Vi auguro una buona vita. Addio.
Riccardo
Sono stanco, ho fame, ho sonno, voglio rivedere la mia
famiglia. Non posso saziare niente di tutto questo. Tutto solo per la follia di
molti uomini che vogliono avere l' Afghanistan tutto per loro. Loro non
capiscono che in una nazione si può vivere in pace anche in tanti.
Non
si rendono conto di questo. Iniziano a saccheggiare i nostri villaggi ed
uccidere tutti i nostri figli.
Ad
un certo punto io e la mia famiglia non ce la facevamo più, quindi siamo partiti;
ma appena superato il confine dell' Afghanistan un soldato ci vide e ci
inseguì.
Sopravvissi
solo io.
Ed
ora mi trovo qui, su una nave diretta in Spagna che in questo momento sta
attraversando il Mediterraneo.
Mi
manca tutta la mia famiglia, nessuno escluso.
A
volte penso a come sarebbe stato il nostro paese in pace e mi immagino insieme
alla mia famiglia mentre giochiamo e intorno a noi tutto è stupendo.
Tutto
questo però non è ormai più possibile e solo per degli uomini che desiderano
troppo .
Addio
amici miei, addio casa profumata, addio famiglia.
Emanuele
Eccomi qui, mi trovo a dover lasciare il mio
paese contro la mia volontà, per quanto io mi opponga sono costretta a seguire
i miei genitori essendo piccola.
Purtroppo mio padre dopo tanti anni di
sacrifici è stato licenziato e adesso grazie ad un’agenzia è riuscito a trovare
un nuovo lavoro a Madrid, per questo dobbiamo trasferirci in Spagna; non so
cosa troverò lì ma sono consapevole di ciò che lascio: lascio i miei bellissimi
quattordici anni di vita in cui ho conosciuto gente meravigliosa.
Mi viene da piangere al solo pensiero di
lasciare soli i miei nonnini che mi hanno sempre coccolata e accudita, vedere i
loro occhi pieni di lacrime mi rattrista ancora di più; pensare di uscire da
scuola e non trovare più mia nonna che mi ha
preparato il pranzo, e mi ripete se ho ancora fame dopo che mi ha
preparato un pranzo megagalattico e non sentire più mio nonno che mi rimprovera
per avere in continuazione il cellulare in mano mi fa salire più ansia.
Io amo i miei nonni e non li lascerei per
nulla al mondo, ma purtroppo devo farlo.
Se poi mi soffermo a pensare che lascio anche
la mia seconda madre ovvero zia Luciana l’angoscia sale ancora di più; lei mi
ha vista crescere nel vero senso della parola in quanto vive nella nostra casa,
abbiamo condiviso tutto, è mia complice, infatti quando combino qualche guaio è
sempre pronta a coprirmi, riesce ad essere mia amica e amica dei miei amici
infatti quando mi vengono a trovare lei scherza, ride e gioca insieme a noi,
speravo tanto che venisse insieme a me ma questo non è possibile.
E mi ripeto: “Giulia non pensarci!”
Oltre alla mia famiglia amo questo posto, le
mie montagne che ogni mattina mi danno il buongiorno in modo diverso: una
mattina le ritrovo coperte di neve bianca, un’altra mattina sono completamente
splendenti perché rischiarate dal sole, alcune mattine invece sono un po’tristi
perché ricoperte dalla nebbia e di conseguenza il mio umore si rattrista.
Pensare di svegliarmi in una grande città con
il rumore di clacson al posto del cinguettio degli uccelli non fa altro che
aumentare la mia voglia di rimanere.
Il mio pensiero adesso si concentra tutto sui
miei amici, beh, che dire di loro, sono delle persone fantastiche di cui non
potrò mai scordarmi, con loro ho condiviso ogni momento della mia infanzia e
adolescenza, in questi anni mi hanno rubato il cuore uno in particolare voglio
ringraziare che con i suoi modi, i suoi gesti e le sue parole mi ha fatto
capire il senso della vera amicizia.
In un momento per me difficilissimo mi è
stato sempre vicino.
Non posso di certo scordarmi delle mie grandi
amiche, con loro ho vissuto i momenti più belli della mia vita, anche se spesso
litighiamo, per me sono un punto di riferimento e nessuno mai prenderà il loro
posto nel mio cuore, anche se mi aspetta un mondo nuovo.
Manca una settimana e ad ognuno di loro
vorrei dire tante di quelle cose, ma non so da dove iniziare.
Mi auguro che anche loro di me abbiano un
buon ricordo e che non mi dimentichino!
Arrivederci cari nonnini, a presto cara zia
vi voglio bene e vi porterò sempre nel mio cuore!
Ciao amici miei, vi dico ciao perché sono
sicura che un giorno tornerò!
Arrivederci cara Ponza … A presto!
Giulia
Addio mio amato paese, grazie a te ho passato i momenti più
belli della mia vita. Addio dolce paese dove sono cresciuta e dove ho capito
che nella vita ci possono essere anche cose orribili, come questa terribile
cosa che sta accadendo a me e alla mia famiglia. Purtroppo devo partire, ti
devo lasciare con l’amaro in bocca! Addio miei cari amici, con voi ho passato i
momenti più belli della mia vita, sono cresciuta assieme a voi. Mi mancheranno
le nostre chiacchiere e anche le nostre inutili discussioni, ma purtroppo devo
farlo. Prima o poi ci rivedremo, ve lo giuro. Addio mio caro paesello, non
finirò mai di ringraziarti … qui sono cresciuta! Addio alberi, ricorderò sempre
quella finestra che aprivo sempre al mattino per sentire l’odore dell’aria che
tirava. Ricorderò anche il sapore della pioggia che ogni volta mi costringeva a
rimanere davanti al camino quando faceva freddo. Adoro stare li davanti, con la
mia famiglia a chiacchierare e a discutere. Ricorderò sempre la mia casa
profumata dove ogni sera veniva il mio caro amico a consolarmi quando stavo di
cattivo umore e a cercare di farmi sorridere.
Addio, ve lo giuro presto ritornerò!
Caterina
Non posso crederci, me ne vado, me ne vado per
sempre dalla mia cara Africa, non riesco a credere che la mattina mi sveglierò
senza sentire il rumore che fanno le scimmie mentre saltano da un albero all’altro,
non riesco a credere che non farò più quelle lunghe passeggiate in mezzo alla
giungla, non riesco a credere che non vedrò mai più i leoni e gli altri
animali.
Ma perché la mia vita deve essere cosi triste?
Perché? Me ne sto andando dal mio paese perché mio padre e mia madre devono
trovare un lavoro; ma oggi, nel 2014 con questa grande crisi come si fa ad
avere un lavoro? E se una volta arrivati li, in Italia, la mia famiglia starà
ancora peggio? Ho paura, ho veramente tanta paura di cambiare e di non essere
accettato dai “bianchi”; mamma prima di salire su questo barcone mi ha detto
tutto, mi ha detto che noi siamo una razza da sempre inferiore secondo loro,
siamo solo gente da maltrattare, sfruttare, odiare, disprezzare. Noi per la
maggior parte di loro siamo come animali a cui bisogna girare alla larga. Spero
veramente che mamma si sbagli di grosso.
Adesso, per l’ultima volta vorrei salutare le cose
che mi mancheranno di più dell’Africa … Addio animali selvaggi, proteggete la
mia casa, addio alberi! Cercate di restare sempre e non far avanzare la
siccità, addio venticello fresco, continua sempre a fischiare e mantieni
freschi gli africani. Addio acqua, sei indispensabile per la vita li giù,
quindi fai in modo di non mancare mai! E infine addio piccola casa, non cadere
mai a pezzi, perché io un giorno tornerò e non ti sentirai più sola.
Gabriele