Quando, qualche giorno fa, ho iniziato le mie lezioni di cittadinanza in seconda media la reazione dei ragazzi all'introduzione all'argomento è stata proprio questa:
W LA LIBERTA'
normale, questo volevo
Parlare di libertà ai ragazzi è come dar loro il LA per iniziare lunghe discussioni sulla loro inesistente libertà, sulle regole che devono a forza rispettare, sulla fiducia che nessuno ha in loro ... e infatti la loro prima definizione è stata
libertà=fare ciò che voglio
abbiamo preparato una bella mappa che nel corso delle nostre lezioni arricchiremo, ma per ora, ci siamo fermati qui...
cosa succederebbe infatti se ognuno di noi facesse quello che vuole?
Abbiamo letto in classe le tre versioni di un racconto tratto dal testo "Educare alla legalità" di Gherardo Colombo e Anna Sarfatti andando alla ricerca dei termini che secondo i ragazzi erano importanti e hanno addotto a prova delle loro osservazioni a ciascuno dei testi ("Sì, però lui gli aveva detto...aveva fatto...").
Vediamoli insieme:
Vediamoli insieme:
1. L’animatore di un centro
estivo annuncia a un gruppo di bambini di 11 anni che faranno una gita molto
divertente. La mattina seguente li porta in un bosco a cercare funghi, il suo
passatempo preferito. Dopo un po’ i bambini sono stanchi di camminare e
vorrebbero fermarsi a giocare, ma l’animatore non lo permette fino a quando il
suo cestino di funghi non è pieno. Quando finalmente l’ha riempito, annuncia al
suo gruppo che si è fatta l’ora di tornare alla base.
- ha deciso lui per tutti
- li ha trattati come servi
- ha imposto di fare una cosa che piaceva solo a lui
- ha illuso i ragazzi
- non ha chiesto cosa volessero fare
- ha limitato la loro libertà non facendoli giocare
- è falso ed egoista
- bambini delusi e presi in giro
- ha limitato la loro libertà non facendoli giocare
- è falso ed egoista
- bambini delusi e presi in giro
2. L’animatore di un centro
estivo propone a un gruppo di 11 bambini di scegliere come meta di una gita se
andare a visitare un parco tematico o se andare al mare. Si vota per alzata di
mano: 6 bambini optano per il mare e 5 per il parco. I sei esultano e prendono
in giro i cinque rimasti in minoranza, che protestano perché fanno notare che
la differenza numerica tra i due gruppi è minima. Uno dei cinque addirittura
scoppia a piangere. Non sapendo come risolvere la questione, l’animatore si
innervosisce e decide di portarli a fare una passeggiata al fiume. “Così – dice
– la prossima volta imparate a non litigare”.
- stavolta ha dato la possibilità di scegliere, ha proposto
- ha fatto bene ad arrabbiarsi
- ha fatto bene a decidere lui alla fine perché i ragazzi si sono comportati male
- poteva risolvere il litigio in un altro modo (tutte le soluzioni dei ragazzi erano al litigio e nessuna preventiva)
- la voce di tutti: il voto
3. L’animatore di un centro estivo propone a un gruppo di 11 bambini
di fare una gita e offre loro la possibilità di scegliere la meta, consigliando
i bambini di stabilire delle regole per trovare un accordo. I bambini esprimono
i loro desideri: Irene vorrebbe andare all’ acquario, Farad al mare, Valentina
ad Acquapark, Federico allo zoosafari. Gli altri si associano alla proposta che
li attira di più. Per arrivare a una decisione Federico si ricorda del
consiglio di usare delle regole e dice: “Scriviamo su un foglio la nostra
preferenza. La nostra metà sarà quella che riceve il maggior numero di
preferenze”. Passano alla votazione: per lo zoosafari ci sono 4 voti; per il
mare 3; per Acquapark e per l’acquario 2. Federico è molto contento, lo
zoosafari ha avuto più voti degli altri. Ma Valentina scuote la testa: “Non è
giusto perché se conti i bambini che hanno scelto gli altri posti sono di più,
siamo 7!”. Irene le risponde:”Ma noi avevamo deciso che sceglievamo di andare
nel posto che riceveva il maggior numero di preferenze. Era quella la regola
che ci siamo dati!”. “Hai ragione! - ammette Valentina – però le regole mi
stanno antipatiche”. Intanto Farad chiede all’ animatore: “Però la prossima
volta andiamo al mare?”.
“Capisco il tuo desiderio, ma non possiamo deciderlo noi due – gli risponde
– mancheremmo di rispetto verso gli altri. Puoi proporre una regola che venga
incontro a chi di voi questa volta non è stato accontentato”.
osservazioni:
- proposta
- completa libertà
- ha consigliato di stabilire regole
- le regole sono antipatiche
- i ragazzi devono rispettare le regole stabilite solo così non litigheranno, ma soprattutto solo così tutti hanno potuto esprimere la loro volontà
- completa libertà
- ha consigliato di stabilire regole
- le regole sono antipatiche
- i ragazzi devono rispettare le regole stabilite solo così non litigheranno, ma soprattutto solo così tutti hanno potuto esprimere la loro volontà
Queste le nostre conclusioni:
1. è importante avere delle regole
2. le regole devono essere CONDIVISE, cioè uguali per tutti, conosciute e decise da tutti
3. attraverso le regole possiamo esercitare un DIRITTO: scegliere, essere liberi di dire cosa vogliamo
4. dobbiamo però rispettarle, altrimenti io sarò libero, ma gli altri no, quindi il DOVERE rispettare la regola permette che anche gli altri siano liberi, permette la CONVIVENZA
Da qui partirà il nostro percorso, ma il nostro lavoro sarà duplice:
- andremo insieme a scoprire come si arriva alle regole e alle leggi
- partiremo dalla nostra realtà di ragazzi, ma anche della nostra società, per poter renderci conto di quanto la libertà e le regole/leggi siano in stretto rapporto tra di loro
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