Da domani dedicheremo una serie di lezioni al tema della mafia, abbiamo dato avvio a diversi progetti per i quali bisognerà attendere, ma insieme, nelle nostre ore di Cittadinanza, leggeremo il libro di Luigi Garlando "Per questo mi chiamo Giovanni" ricostruendo insieme la storia e il significato del fenomeno più triste e orribile del nostro paese: la mafia. Soprattutto, attraverso la vita di Giovanni Falcone, conosceremo altri eroi loro malgrado della lotta alla mafia.
[...] bisogna sacrificarsi per il bene, nella vita bisogna fare il proprio dovere senza paura [...]
La chiave d'oro di Giovanni Verga
1. Che cosa rappresenta e quali funzioni svolge il personaggio di Surfareddu per il Canonico e per la società contadina dell'epoca?
2. In che modo si comportano tutti gli abitanti del borgo contadino di fronte all' avvenimento dell'omicidio?
3. Che ruolo svolge il Canonico nell'ambito della sua comunità e quali interessi tutela e persegue?
In che modo il personaggio del Giudice assolve alla sua funzione di tutore della legalità?
attività da:
Io e tu: la società
Educazione alla legalità e alla convivenza civile
M. Falcone, G. Marchese
lezione 2
E' una parola molto antica. Pensa, apparve per la prima volta in un vocabolario nel 1868, con due significati: "miseria" e "prepotente". L'autore del vocabolario spiega che la mafia è la "miseria" di chi crede che vale solo la legge del "prepotente"
Le origini del fenomeno mafioso per immagini
Ma come e quando è nata la mafia come istituzione malavitosa come la conosciamo oggi?
Partiamo dalle parole del giudice Rocco Chinnici che, negli anni 80, durante un intervista affermò:
"..prima di occuparci della mafia del periodo che va dall’unificazione del Regno d’Italia alla prima guerra mondiale e all’avvento del fascismo, dobbiamo brevemente, ma necessariamente, premettere che essa come associazione e con tale denominazione, prima dell’unificazione non era mai esistita, in Sicilia. La mafia nasce e si sviluppa subito dopo l’unificazione del Regno d’Italia".
Parole pesanti, pronunciate da una persona che aveva studiato il fenomeno mafioso, infatti Rocco Chinnici è considerato il padre del Pool antimafia, che compose chiamando accanto a sé magistrati come Giovanni Falcone, Paolo Borsellino e Giuseppe Di Lello e che quindi la sapeva lunga sull'argomento.
in un documento del 3 agosto 1838 a Trapani il magistrato Pietro Calà Ulloa già parla del fenomeno mafioso
1860 lo sbarco a Marsala dei Mille guidati da Garibaldi
i briganti
la mafia
"Ma la mafia era, ed è, altra cosa: un sistema che in Sicilia contiene e muove gli interessi economici e di potere di una classe che approssimativamente possiamo dire borghese; e non sorge e si sviluppa nel «vuoto» dello Stato (cioè quando lo stato, con le sue leggi e le sue funzioni, è debole o manca) ma «dentro» lo Stato. La mafia, insomma altro non è che una borghesia parassitaria, una borghesia che non imprende ma soltanto sfrutta".
Il Giorno della Civetta, Leonardo Sciascia
lezione 3
Giovanni Falcone |
[...] E poi faceva spesso una cosa che il mostro non poteva proprio sopportare.
"Quale?" "Andava a scuola" [...] Rocco andava nelle scuole di Palermo a spiegare cos'è la mafia. Raccontava ai ragazzi le cose che ti sto raccontando io. Quando la pianta è ancora giovane è più facile raddrizzarla. Più cresce storta, più sarà difficile farlo dopo. Anche da piccoli si può combattere contro il mostro. Abituarsi alle prepotenze, scambiarle per leggi giuste, è già un modo di perdere la guerra. [...]
la cosca |
come è organizzata la mafia |
Fino al 1982, per far fronte ai delitti di mafia, si faceva ricorso all'art. 416 c.p. (associazione per delinquere), ma tale fattispecie risultò ben presto inefficace di fronte alla vastità e alle dimensioni del fenomeno mafioso, e le sue manifestazioni tipiche.
Tra le finalità perseguite dai soggetti uniti dal vincolo associativo ve ne erano anche di lecite, e ciò costituì il più grande limite all'applicazione dell'art. 416 del codice penale.
Il 3 settembre 1982, l'uccisione del generale Dalla Chiesa e la successiva reazione di sdegno da parte dell'opinione pubblica, portò lo Stato nel giro di venti giorni a formulare e introdurre l'art. 416 bis, tramite la legge 646 del 13 settembre 1982, (detta "Rognoni-La Torre" dal nome dei promotori), dando così la propria risposta al grave fatto di sangue e cercando così di perseguire in modo più incisivo ed efficace al dilagare del fenomeno mafioso.
La nuova fattispecie prevede l'individuazione dei mezzi e degli obiettivi in presenza dei quali ci si trova di fronte ad una associazione di tipo mafioso. Il legislatore così prese atto della tipica manifestazione del fenomeno mafioso, definendone alcuni tratti specifici per la prima volta nel 1982. Infatti la definizione normativa di associazione di tipo mafioso di cui al terzo comma del 416 bis è:
"L’associazione è di tipo mafioso quando coloro che ne fanno parte si avvalgono della forza di intimidazione del vincolo associativo e della condizione di assoggettamento e di omertà che ne deriva per commettere delitti, per acquisire in modo diretto o indiretto la gestione o comunque il controllo di attività economiche, di concessioni, di autorizzazioni, appalti e servizi pubblici o per realizzare profitti o vantaggi ingiusti per sé o per altri, ovvero al fine di impedire od ostacolare il libero esercizio del voto o di procurare voti a sé o ad altri in occasione di consultazioni elettorali".
Lezione 4
Il pool antimafia
Antonino Caponnetto, Una Lezione sulla Legalità , Vigevano, 14 Aprile 1994"Perché la mafia teme la scuola più della giustizia, la mafia prospera sull'ignoranza della gente, sulla quale può svolgere opera di intimidazione e di soggezione psicologica: solo così la mafia può prosperare"
il giudice Antonino Caponnetto
i magistrati: Giovanni Falcone, Paolo Borsellino, Giuseppe di Lello e Leonardo Guarnotta
i poliziotti: Ninni Cassarà e Beppe Montana
11 febbraio 1986
si apre il maxi processo a Cosa Nostra
si apre il maxi processo a Cosa Nostra
lezione 5
19 luglio 1992
Dopo gli attentati a Falcone e Borsellino le parole di Papa Giovanni Paolo II
Gli affari della mafia
1. il pizzo: tassa che la mafia tenta di imporre a chiunque gestisca un'attività economica; pizzo significa becco, Fari vagnari 'u pizzu significa "bagnarsi il becco" cioè mangiare nel piatto degli altri.
Pietro Grasso, procuratore antimafia e nostro Presidente del Senato, lo definì "il costo della paura".
Libero Grassi, imprenditore palermitano, per primo decide di opporsi al pizzo "Non ho mai pagato e non pagherò mai il pizzo ai mafiosi" diceva. Sarà ucciso il 29 agosto 1991.
2. l'usura: prestare soldi con interessi talmente spropositati da rendere il rimborso quasi impossibile;
3. ecomafia: criminalità che specula sull'ambiente attraverso lo smaltimento illegale di rifiuti urbani o speciali con la conseguente contaminazione degli alimenti che provocano malattie come il tumore;
4. traffico di armi e droga;
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In questo nostro percorso abbiamo incontrato molti uomini coraggiosi che hanno combattuto la mafia e per questo sono morti: Giovanni Falcone, Paolo Borsellino, Carlo Alberto Dalla Chiesa, Rocco Chinnici, poliziotti, agenti...gente comune, ma la lista delle vittime di mafia è lunga come lunga è la lista di chi ha deciso di combatterla in prima persona (qui un elenco delle vittime di tutte le mafie).
Ricordiamo però insieme alcuni dei personaggi più significativi nella lotta alla mafia:
Antonino Scopelliti
magistrato ucciso a Campo Calabro il 9 agosto 1991
nessuno pagherà mai per questo delitto
Peppino Impastato, figlio e nipote di mafiosi
non si piega alla mafia e insieme ad altri giovani fonda una radio di denuncia
Don Pino Puglisi
lavora per togliere dalla strada i bambini, i ragazzi di Palermo, attraverso il gioco del calcio cerca di far comprendere loro l'importanza delle regole, delle leggi e sogna un mondo senza violenza
"I sogni colorano il buio"
verrà ucciso il giorno del suo compleanno il 15 settembre 1993
Il Testimone, Gang
Nella città ch'è
tutto ventre
città in assedio sotto tiro la morte passa ed abbaia il volto suo non ha profilo alzò la voce il testimone per scatenare l'innocenza alzò la voce il testimone nella città della speranza se non ora quando se non qui dove se non io se non tu chi se non ora quando se non qui dove se non io se non tu chi ci salverà nella città ch'è sottomessa città infetta dall'onore la vita è maschera di lutto la vita non ha più valore alzò la voce il testimone per scatenare l'innocenza alzò la voce il testimone nella città della speranza se non ora quando se non qui dove se non io se non tu chi se non ora quando se non qui dove se non io se non tu chi ci salverà è nostra questa vita è nostra la città non sarà cosa nostra che ci fermerà se non ora quando se non qui dove se non io se non tu chi se non ora quando se non qui dove se non io se non tu chi ci salverà... |
I CENTO PASSI, MODENA
CITY RAMBLERS
È nato nella terrra dei
vespri e degli aranci
Tra
Cinisi e Palermo parlava la sua radio
Negli
occhi si leggeva la voglia di cambiare
La
voglia di giustizia che lo portò a lottare
Aveva
un cognome incontratto e rispettato
Di
certo in quell'ambiente da lui poco onorato
Si
sa come si nasce ma non come si muore
E
il nostro è un ideale ti porterà dolore
Ma
la tua vita ora puoi cambiare
Solo
se sei disposto a camminare
Gridando
forte senza aver paura
Contanto
cento passi lungo la tua strada
E
allora
Uno,
due, tre, quattro, cinque, dieci, cento passi
Uno,
due, tre, quattro, cinque, dieci, cento passi
Uno,
due, tre, quattro, cinque, dieci, cento passi
Poteva
come tanti scegliere di partire
Invece
lui scelse di restare
Gli
amici, la politica, la lotta di partito
Alle
elezioni si era candidato
Diceva
da vicino non gli avrebbero controllati
Ma
poi non ebbe tempo perché venne amazzato
Il
nome di suo padre nella notte non è sevito
Gli
amici disperati non l'hanno trovato
E
allora dimmi se sai contare
Dimmi
se sai anche camminare
Contare
camminare insieme a cantare
La
storia di Peppino e degli amici siciliani
E
allora
Uno,
due, tre, quattro, cinque, dieci, cento passi
Uno,
due, tre, quattro, cinque, dieci, cento passi
Uno,
due, tre, quattro, cinque, dieci, cento passi
Era
una notte buia dello stato italiano
Quella del 9 maggio '78
La
notte di via Caetani e il corpo di Aldo Moro
L'arma
dei funerali di uno stato
E
allora dimmi se sai contare
Dimmi
se sai anche camminare
Contare
camminare insieme a cantare
La
storia di Peppino e degli amici siciliani
E
allora
Uno,
due, tre, quattro, cinque, dieci, cento passi
Uno,
due, tre, quattro, cinque, dieci, cento passi
Uno,
due, tre, quattro, cinque, dieci, cento passi
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Don Peppe Diana, Graziella Campagna, Rocco Gatto, Giuseppe Letizia, Rita Atria Partanna ...
La mafia è un fenomeno umano e come tutti i fenomeni umani ha un principio, una sua evoluzione e avrà quindi anche una fine.
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